L’Italia ha acquistato da Israele altri due “aerei spia di allerta precoce”, insieme a servizi di supporto e logistica a terra, per un totale di 550 milioni di dollari. La rivelazione è stata fornita dal quotidiano israeliano Haaretz che, nel corso di una lunga indagine, ha citato documenti del Ministero della Difesa italiana e del Parlamento. Facciamo un piccolo passo indietro per capire di che cosa stiamo parlando.

Lo scorso luglio Israel Aerospace Industries (IAI) aveva annunciato di essersi aggiudicata un contratto dal valore di oltre 200 milioni di dollari per quella che aveva descritto come la fornitura di velivoli per missioni speciali a un Paese europeo membro della Nato. La principale industria aeronautica di Israele non aveva tuttavia rivelato di quale Paese si trattasse, rifiutandosi di discutere l’identità dei suoi clienti. Adesso Haaretz ha rivelato che quel cliente misterioso sarebbe l’Italia, e che l’aviazione italiana sarebbe anche coinvolta in un altro grosso affare annunciato dalla stessa IAI nel 2020.

In totale, Roma avrebbe quindi messo le mani su quattro velivoli per missioni speciali targati IAI. Questa fornitura farebbe inoltre parte di un mega transazione bilaterale firmata nel 2011 che, sempre secondo il quotidiano israeliano, includerebbe anche un satellite per l’esercito italiano. In cambio l’aviazione israeliana avrebbe acquistato numerosi aerei di addestramento dall’azienda italiana Leonardo.

L’Israel Aerospace Industries

La sussidiaria ELTA di IAI sviluppa diversi tipi di velivoli per missioni speciali, per lo più basati su jet modificati sui quali sono installati sistemi militari. Troviamo, poi, velivoli di sorveglianza aerea del suolo (AGS) dotati di radar per scansionare e localizzare bersagli a terra e per la gestione del campo di battaglia. Ma anche pattugliatori marittimi per seguire navi e sottomarini, velivoli SIGINT per la raccolta di informazioni elettroniche e di comunicazione e la guerra elettronica, e velivoli CAEW, che forniscono preallarme e controllo in volo, insieme a capacità di intelligence elettronica.

Nel 2021 il Ministero della Difesa italiano ha manifestato l’intenzione di acquisire due nuovi aerei spia CAEW da ELTA. Sono simili al jet Gulfstream G550, che in questo caso viene poi modificato per missioni di allerta precoce e controllo aereo, e pure all’aereo Nachshon Eitam, che serve l’aviazione israeliana.

Secondo quanto riferito dallo stesso Haaretz, in passato Israele avrebbe anche fornito quattro aerei del genere all’aviazione di Singapore. Questi aerei sono dotati di radar, sensori avanzati e sistemi di raccolta di informazioni, e sono capaci di fornire al suo operatore una piena consapevolezza della situazione, “gestione della difesa aerea e della battaglia aerea, con una sorveglianza continua a 360 gradi di tutte le minacce aeree e marittime”, come ha sottolineato l’IAI.

Gli acquisti dell’Italia

A quanto risulta, l’ultimo accordo tra IAI e Italia, per un totale di 230 milioni di dollari, sarebbe stato firmato nel marzo 2022 e pubblicato nel registro delle misure esecutive del Ministero della Difesa (ordine di acquisto 2639). IAI ha tuttavia atteso fino all’apertura del Farnborough Airshow in Gran Bretagna, a luglio, per annunciare l’accordo, senza però menzionare l’Italia. Ci sono, poi, altri documenti del 2020 che rivelano un accordo pluriennale per l’acquisto di servizi di supporto e logistici da ELTA per la stazione di terra associata alla flotta di aerei spia e per la loro manutenzione.

L’accordo di servizi decennale (2020-2029), per un totale di 360 milioni di dollari, è stato firmato a maggio 2020, e pubblicato nel registro con l’ordine di acquisto 2617. Due settimane più tardi, IAI ha annunciato un “contratto relativo a velivoli per missioni speciali” con un prezzo simile, senza, nuovamente, menzionare chi fosse il cliente. Dopo un mese, per la prima volta, un business jet israeliano utilizzato da alti dirigenti IAI è atterrato alla base dell’aereo spia di Pratica di Mare a sud di Roma.

Ricordiamo che l’Aeronautica Militare italiana si trova nel bel mezzo di un programma di approvvigionamento in più fasi per sostituire i vecchi velivoli per missioni speciali e per rafforzare la sua flotta di intelligence aerea. La prima fase del programma di acquisizione dovrebbe terminare nel 2032, e gli aerei dovrebbero rimanere in servizio almeno fino al 2040 e fino al 2056.





Dacci ancora un minuto del tuo tempo!

Se l’articolo che hai appena letto ti è piaciuto, domandati: se non l’avessi letto qui, avrei potuto leggerlo altrove? Se non ci fosse InsideOver, quante guerre dimenticate dai media rimarrebbero tali? Quante riflessioni sul mondo che ti circonda non potresti fare? Lavoriamo tutti i giorni per fornirti reportage e approfondimenti di qualità in maniera totalmente gratuita. Ma il tipo di giornalismo che facciamo è tutt’altro che “a buon mercato”. Se pensi che valga la pena di incoraggiarci e sostenerci, fallo ora.