Fonti della Difesa israeliane avvertono che l’Iran sta approfittando dei suoi recenti maggiori legami con la Russia per cercare di migliorare la sua marina militare.
Teheran, oltre a possedere un arsenale di missili balistici di tutto rispetto, valutato come il più consistente tra i Paesi della regione, da tempo sta lavorando per ottenere uno strumento navale in grado di proiettare la sua potenza nei mari contigui al Golfo Persico, ovvero per trasformare la sua marina facendole fare un salto rispetto alla condizione di green water navy.
Per parlare di marina iraniana, però, dobbiamo precisare che nel Paese esistono due rami delle “Forze Armate” che operano sul mare: da un lato la marina militare propriamente detta, dall’altro il Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica – Irgc – meglio noto come pasdaran. Quest’ultimo, infatti, nel corso degli anni ha fatto un salto di qualità passando dall’avere a disposizione unità sottili – barchini, motoscafi ecc – a utilizzare unità di tonnellaggio maggiore come catamarani e navi multiruolo (derivate da mercantili civili) che sono usate per operazioni di sabotaggio e guerriglia nel quadro generale della “guerra asimmetrica” che Teheran sta conducendo nella regione estesa del Golfo Persico, che comprende ora anche le acque del Mar Rosso e del Golfo di Aden.
La marina militare iraniana, al contrario, risulta essere sostanzialmente ferma dal punto di vista delle nuove acquisizioni, avendo a disposizione una manciata di fregate e corvette (6+3) e tre sottomarini classe Kilo a cui si affiancano battelli molto più piccoli : 15 classe Ghadir e uno classe Nahang, classificati come midget, e uno classe Fateh, definito come costiero. Anche la componente da assalto anfibio riflette una dottrina che guarda più alle operazioni in aree limitrofe che a distanza, dato il tonnellaggio delle unità in dotazione (31 in totale). Si tratta, in linea generale, di vascelli di vecchia costruzione (con qualche eccezione), fattore che implica una sostanziale inadeguatezza ad affrontare le operazioni navali moderne, soprattutto in acque lontane dal territorio nazionale.
Al contrario, le unità in dotazione alle Guardie della Rivoluzione, sono quasi tutte recenti e pensate per effettuare operazioni a media distanza: un’esigenza nata dal supporto iraniano agli Houthi in Yemen.
Questa situazione di disparità sembra però destinata a finire: Israele riferisce infatti che funzionari iraniani si sono recati in Russia per discutere sulla possibilità di instaurare una cooperazione nel settore navale. In particolare, riferiscono sempre fonti di Tel Aviv riportate da Breaking Defense, l’Iran avrebbe fatto due richieste: in primo luogo acquistare alcune navi da guerra russe esistenti, e poi chiedere ai russi di fornire capacità navali più personalizzate che si adattino ai requisiti operativi dell’Iran. La Russia ha già alcune classi di unità navali concepite per l’esportazione, incluse le fregate multiruolo della classe Grigorovich, ma difficilmente potrebbe pensare di vendere – o cedere – navi da guerra in questo periodo storico data la difficoltà dell’industria cantieristica (e non solo) locale. Risulta però altamente improbabile che l’Iran costruisca queste navi autonomamente, data la limitatezza delle risorse, soprattutto sotto il profilo delle competenze ingegneristiche.
Pertanto riteniamo che l’opzione più probabile sia quella della cessione di unità risultate non idonee per la Voenno-Morskoj Flot, come le corvette della classe project 22160 che hanno dimostrato scarsi risultati nell’ambiente bellico ucraino, che verrebbero riarmate con sistemi missilistici di fabbricazione iraniana. Un’altra opzione plausibile è che Mosca possa condividere il know how ingegneristico, con costruzioni navali in Iran congiunte, ma si tratta di un’opzione di lungo periodo.
Sappiamo, tramite Breaking Defense, che gli iraniani speravano che la Cina li aiutasse a costruire una marina, ma Pechino si è dimostrata scarsamente entusiasta riguardo la possibilità di condivisione delle sue tecnologie marittime, però proprio il conflitto in Ucraina e il sostegno iraniano a Mosca ha aperto nuove possibilità.
Non è infatti un segreto che i russi stiano usando droni di fabbricazione iraniana, siano essi del tipo loitering munitions sia di dimensioni maggiori, e sappiamo anche che con ogni probabilità la Russia sta inviando materiale bellico occidentale catturato al fronte a Teheran, in modo che l’Iran possa migliorare il suo arsenale con processi di retroingegneria.
Gli Ayatollah sono ora quindi nella posizione di poter ottenere di più da Mosca di un semplice appoggio – molto limitato a dire il vero – alle proprie operazioni: secondo un rapporto dell’U.S. Naval Institute, a ottobre la petroliera Samah, battente bandiera iraniana, è entrata nel Mar Mediterraneo attraverso il Canale di Suez e prove suggeriscono che la nave sia salpata per la Siria scortata da unità da guerra della marina russa, tra cui un cacciatorpediniere.
Teheran può ora quindi “battere cassa” in quel di Mosca, approfittando del supporto dato alla Russia nel suo conflitto in Ucraina, e ci sono segnali che lo strumento navale iraniano sarà il primo a venire migliorato tramite l’aiuto russo. Nonostante la rivalità tra Irgc e marina militare, riteniamo che gli iraniani potranno mettere a frutto questa futura possibile collaborazione che permetterà, nel medio termine, di allungare ulteriormente il braccio delle proprie operazioni asimmetriche e introdurre la possibilità di operazioni navali convenzionali a più lungo raggio. Infatti avere una marina militare più moderna significa anche, per l’Iran, poter pensare “in grande” e cominciare a realizzare il progetto di istituire una stazione navale in Siria per poter sostenere regolarmente Hezbollah senza più dover fare affidamento alle linee aeree o terrestri. Potenzialmente Teheran potrebbe aprire un’altra base navale nello Yemen, che oltre a sostenere gli Houthi nel loro conflitto con l’Arabia Saudita, potrebbe minacciare il traffico navale diretto verso il Canale di Suez.
Secondo il comandante della marina iraniana, il contrammiraglio Shahram Irani, le unità navali iraniane sono ora presenti nell’Oceano Indiano, nell’Atlantico e nel Pacifico e stanno scortando container mercantili e petroliere di proprietà o noleggiate dall’Iran, ma per il momento si tratta di un’attività velleitaria stante le condizioni della marina iraniana. L’eventuale cooperazione con la Russia potrebbe però ribaltare questa situazione nel medio/lungo periodo.