L’India acquista altri tre sottomarini francesi classe Scorpène. Non una novità per la difesa indiana, da sempre particolarmente legata alla Francia sotto il profilo industriale. Ma è un ulteriore segnale di come il governo di Narendra Modi guarda alla sua forza militare, e in particolare al fronte marittimo. Una scelta che per Nuova Delhi non è certo solo uno sfoggio di potenza, ma un preciso calcolo strategico che si orienta su almeno tre direttrici: espansione dei propri interessi commerciali, desiderio di rafforzare la propria posizione di forza nello scacchiere dell’Oceano Indiano e del Pacifico, contenere il grande rivale rappresentato dalla Repubblica popolare cinese.
L’espansione delle reti indiane
Sotto il primo aspetto, quello commerciale, va considerato un dato imprescindibile per gli strateghi indiani. Il gigantesco Paese dell’Asia vive proprio grazie alle rotte marittime. Secondo i dati più recenti, il 95% delle merci movimentate in India viene scambiato via mare. E come Paese che cerca di imporsi come potenza economica e manifatturiera, il trasporto attraverso le rotte oceaniche rappresenta un cardine della strategia di tutti i governi di Nuova Delhi. Tanto più che a nord la strada è chiusa dalle dispute col Pakistan e con la Cina, oltre che da evidenti difficoltà logistiche per il trasporto via terra.
Per uno Stato che vuole espandere le proprie rotte commerciali e soprattutto aumentare il proprio ruolo in questo preciso ambito, la protezione di queste vie d’acqua rappresenta un elemento essenziale. Percorso non privo di ostacoli, visto che l’India è molto estesa geograficamente e necessita di un complesso e radicale sviluppo infrastrutturale per collegare porti e città dell’interno.
Lo sguardo a est e a ovest
Questa spinta verso il mare dell’India si nota anche nella strategia diplomatica di Nuova Delhi, che sembra essere sempre più proiettata tanto verso est quanto verso ovest. Verso il fronte del Pacifico, l’asse con gli Stati Uniti riguarda in particolare l’obiettivo di fronteggiare le ambizioni di Pechino. Tuttavia, l’India guarda anche al di là della partnership con gli Usa e deve tenere conto anche della crescente importanza dei Paesi del Sud-est asiatico, dell’Australia e delle due altre potenze economiche dell’Estremo Oriente: Corea del Sud e Giappone. È in particolare con Tokyo che in questi anni Nuova Delhi ha rafforzato i suoi legami, avviando una partnership ormai consolidata e sempre più estesa che guarda proprio all’unione dei due oceani e alla protezione delle rotte che uniscono i porti orientali e quelli del “Sud del mondo”.
Verso ovest, invece, l’India guarda soprattutto al Golfo Persico e all’Africa orientale, regioni essenziali per la strategia di espansione di Nuova Delhi. Da anni, l’India ha puntato tutto sul porto iraniano di Chabahar, che può rappresentare per il gigante asiatico un hub centrale per proiettare il proprio commercio verso l’Asia centrale superando il nodo Pakistan. A giugno di quest’anno, il comandante della Marina iraniana, Shahram Irani, ha annunciato la nascita di una alleanza navale composta dalla Repubblica islamica, dai Paesi del Golfo e dall’India.
Mentre sul fronte africano, da tempo la potenza indiana cerca di sfruttare le opportunità lasciate dalla sfida tra altre superpotenze penetrando nel continente con investimenti mirati e manodopera. Anche in questo caso, questa tendenza parte inevitabilmente dal mare e dal controllo dalle rotte. Specialmente in un’area preda della pirateria ma anche teatro di operazioni navali di tutte le potenze del mondo.
La svolta navale per contenere Cina e Pakistan
Infine, per l’India è essenziale rafforzare la propria proiezione navale soprattutto in chiave anti-cinese e anti-pakistana. E del resto Pechino e Islamabad vantano rapporti solidi sia sotto il profilo economico che militare.
Non è un mistero che l’appartenenza del Paese all’alleanza Quad nasca proprio dall’esigenza di contenere le ambizioni di Pechino nell’area dell’Indo-Pacifico. Così anche in questo senso va letta la recente esercitazione tra la portaerei britannica Queen Elizabeth e la Marina indiana. È chiaro che la Marina di Nuova Delhi non è al momento paragonabile, come quantità e qualità, a quella della Repubblica popolare cinese. L’arretratezza, data anche da una crescita economica arrivata anni dopo rispetto alla Cina, è tuttora evidente se confrontata con quella della superpotenza asiatica rivale.
Tuttavia, come dimostrato anche dal recente acquisto dei sottomarini Scorpene, Modi appare deciso nel rafforzare la Marina. Ed è un segnale che si unisce ad altri elementi da non sottovalutare, come la costruzione interamente domestica delle portaerei (il primo esempio è la Ins Vikrant), l’investimento nel settore missilistico e il desiderio di aumentare il numero di fregate. Messaggi rivolti tanto alla Cina quanto al Pakistan (con cui ha più volte avuto problemi sotto la superficie del mare) ma che indicano soprattutto il desiderio indiano di costruirsi una posizione di forza in tutto il quadrante.