Leonardo non si ferma nel suo processo di conquista di nuovi mercati e entra nello strategico settore dei droni navali che dà all’ex Finmeccanica una proiezione in direzione del dominio di competizione marittimo.

Nel 2020 Leonardo ha operato investimenti da 1,6 miliardi di euro, circa il 12% dei suoi ricavi, in attività di ricerca, sviluppo e innovazione dei sistemi navali. In quest’ottica i droni per la Marina Militare rappresentano una frontiera d’espansione per l’attività di ricognizione e il supporto al controllo dei cavi sottomarini e delle altre infrastrutture chiave di trasmissione e comunicazione decisive per il sistema Paese.

La Seafuture See innovation exhibition & business convention in programma a fine settembre a La Spezia ha rappresentato per il gruppo chiave della Difesa italiana l’occasione per presentare i suoi nuovi ritrovati in materia. “Un’imbarcazione drone di circa 10 metri, con lo scafo costruito da un cantiere della Spezia, pilotata da remoto grazie al sistema di comando e controllo navale di Leonardo è solo uno dei complessi dispositivi tecnologici che Leonardo sta mettendo a punto”, nota Affari Italiani. In un contesto che vede la Marina Militare italiana cercare 14 velivoli non pilotati da aggiungere alla sua linea Leonardo partecipa alla gara con l’unico Ruas (Rotary Unmanned Air System) nella sua classe di peso progettato con gli stessi concetti di sicurezza applicati agli elicotteri, l’Awhero capace di operare in sinergia tecnologica con gli altri assetti costruiti dall’ex Finmeccanica, primi fra tutti gli elicotteri Aw-101.

Awhero è equipaggiato per condurre la navigazione con il radar Gabbiano UL, tra i protagonisti del primo progetto di ricerca europeo per la sorveglianza marittima Ocean2020, di cui Leonardo è capofila. La ricerca attiva nell’innovazione tecnologica di frontiera applicata ai sistemi della difesa e dell’aerospazio ha portato Leonardo a costruire sinergie anche con il settore marittimo in cui maggiore è, anno dopo anno, la competizione tra colossi industriali e tecnologici e sistemi-Paese e in cui a lungo l’ex Finmeccanica aveva impostato un presidio più blando. La presenza di Leonardo negli assetti navali oltre i pur cruciali settori dell’elettronica e degli armamenti apre a uno scambio di collaborazioni e cooperazioni con l’altro campione nazionale della Difesa, Fincantieri, con cui già l’ex Finmeccanica coopera con la joint venture Orizzonte Sistemi Navali. Come sottolinea Biz Journal, in questo ambito Leonardo porta in campo “sistemi in grado di accompagnare l’evoluzione delle operazioni sempre più multi-dominio, grazie anche allo sviluppo di nuove tecnologie come intelligenza artificiale, automazione, elaborazione di dati e gestione delle informazioni”, costruendo inoltre architetture protettive in tema cyber e di protezione degli asset secondo l’approccio security-by-design.

Va inoltre evidenziato il fatto che l’area della Liguria rappresenti un hub sempre più strategico per il colosso italiano della Difesa. Complice l’elevata rilevanza di Genova come hub portuale e di La Spezia come base militare e la vicinanza alle aree più strategiche per l’industria e la sicurezza nazionale la Liguria è diventata un punto di riferimento chiave per l’ex Finmeccanica. Alla Torre Fiumana di Genova ha sede il potente supercomputer davinci-1; dal 2018 Leonardo e gli enti territoriali liguri collaborano sulla base di un memorandum d’intesa che permette al gruppo a partecipazione pubblica di sostenere la Regione per implementare specifiche soluzioni tecnologiche in diversi ambiti, quali monitoraggio del territorio, mobilità, servizi ai cittadini, sicurezza, efficienza energetica, tracciabilità delle merci, resilienza dei sistemi cyber. A La Spezia hanno sede gli impianti dell’ex Oto Melara, oggi Unità di business sistemi di difesa della divisione Electronics di Leonardo, e potranno essere in futuro realizzate le avanzate navi-drone con cui il gruppo mira a proiettarsi nel futuro anche in un’area di business ricca di contendenti. Questo legame tra innovazione, sviluppo, comunità locali e industria della Difesa va valorizzato con attenzione e consentirà di creare vantaggi diretti e indiretti sul fronte dell’occupazione e generare profondi dividendi tecnologici per l’intero sistema-Paese. E senza essere suo concorrente Leonardo dimostra di poter esser complementare a Fincantieri nella sua area di business dedicata, dimostrando come all’Italia non serva necessariamente una mono-company per il suo complesso militare-industriale.