Mentre gli Stati Uniti riorganizzano la loro strategia nell’Indo-Pacifico, spostando mezzi militari per tamponare le situazioni più delicate e giocando di sponda con i vari alleati regionali, la Cina procede su due binari paralleli. Da un lato Pechino continua a modernizzare l’esercito, soprattutto la Marina, ma dall’altro punta forte su una rinnovata diplomazia.

Lo si è visto in occasione dei due ultimi vertici internazionali, il G20 di Bali e l’Apec (Cooperazione economica per l’Asia-pacifico) di Bangkok, dove Xi Jinping ha stretto mani, scambiato sorrisi cordiali e ribadito la disponibilità della Cina a condividere le sue opportunità di sviluppo.

Al di là dei differenti approcci cinesi e statunitensi, è facile intuire come la competizione sino-americana, da qui ai prossimi mesi, sarà sempre più incentrata sulla scacchiera asiatica. Con due obiettivi diversi – mantenere l’attuale supremazia per gli Usa, affermarsi nella regione per i cinesi – accomunati però dallo stesso fine: ottenere la supremazia nell’area che comprende il Mar Cinese Meridionale e Orientale, porta diretta verso il Pacifico.

Per capire che cosa sta succedendo vale la pena accendere i riflettori sia sulle manovre militari del Quad e, più in generale, dei partner statunitensi, che sulla diplomazia del Dragone, volta a bypassare l’impasse militare con l’economia.



Esercitazioni e manovre militari

Dal 6 al 18 novembre il Giappone ha ospitato i quattro partner del Quad, ovvero Australia, India, Giappone e Stati Uniti, per effettuare l’esercitazione navale di Malabar, a largo di Yokosuka. I capi della Marina dei quattro Paesi del Quad si sono incontrati a Tokyo. Qui hanno scambiato opinioni su come migliorare la loro interoperabilità sul campo.

Allo stesso tempo si è tenuta l’International Fleet Review, con circa 40 navi da guerra provenienti da 13 Paesi – dalla Corea del Sud alla Gran Bretagna, dall’India alla Thailandia – riunite nella baia di Sagami che hanno dato vita ad una massiccia parata. Per l’occasione il leader giapponese Fumio Kishida ha dichiarato che il Giappone intende “rafforzare radicalmente” le proprie capacità di difesa entro cinque anni.

Poco prima India e Australia avevano condotto un’esercitazione marittima bilaterale al largo della costa indiana di Visakhapatnam, nel Golfo del Bengala. In particolare Nuova Delhi, uno dei due “guardiani dei fianchi dell’Oceano Indiano” assieme a Canberra, sta acquisendo sempre più hardware militare dagli Stati Uniti e spostando l’attenzione dalla potenza terrestre a quella marittima.

Nel frattempo, come ha sottolineato Afp, una nave pattuglia britannica, la HMS Sprey, ha preso parte per la prima volta a Exercise Keen Sword, l’operazione di addestramento nel Pacifico condotta dalle marine giapponesi e statunitensi, che hanno coinvolto 36mila militari, 30 navi e 370 aerei.

La diplomazia della Cina

Dicevamo dell’Apec. Xi ha approfittato del palcoscenico per svelare alcuni dei suoi jolly. Il presidente cinese, innanzitutto, ha spiegato di voler prendere in considerazione l’eventualità di ospitare il terzo Forum sulla Nuova via della seta per la cooperazione internazionale il prossimo anno, per conferire slancio allo sviluppo della regione Asia-Pacifico e del resto del mondo. Si preannuncia, dunque, un ritorno in grande stile della Belt and Road?

“Noi tutti dovremmo aderire aderire ad un concetto di sicurezza comune, globale, cooperativo e sostenibile, rispettare la sovranità e l’integrità territoriale dei Paesi e non interferire nelle loro questioni interne. È necessario rispettare il percorso di sviluppo scelto da ognuno, prestare attenzione alle legittime preoccupazioni in materia di sicurezza sollevate da tutti i Paesi e risolvere le problematiche attraverso il dialogo e la consultazione”, ha affermato il presidente cinese.

Da questo punto di vista, e per realizzare la “la prosperità comune” nell’Asia-Pacifico, Xi ha invocato il rafforzamento e l’integrazione delle politiche macro-economiche, la promozione del regionalismo aperto e la liberalizzazione di commerci e investimenti. Ha inoltre proposto di investire nello sviluppo a basse emissioni, promuovere l’aggiornamento e la trasformazione delle risorse energetiche, nonchè di incrementare la cooperazione tecnologica.

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