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Il 26 ottobre la Russia ha cominciato le annuali esercitazioni delle sue forze nucleari strategiche. Le manovre, denominate “Grom” (tuono in russo), coinvolgono la “triade nucleare” ovvero missili balistici basati a terra, vettori lanciati da sottomarini e bombardieri strategici.

L’autunno è diventato, da qualche anno, la stagione preferita per le manovre su larga scala delle forze nucleari strategiche russe. Le esercitazioni di tutti gli elementi della triade nucleare con lanci di missili si sono svolte infatti a ottobre del 2017, 2018 e 2019, mentre nel 2020 sono state effettuate a dicembre.

Lo scorso anno ha rappresentato una “anomalia”: sotto il nome di Grom 2021, sono state effettuate, a settembre, manovre nella Repubblica di Armenia con unità speciali dei servizi antidroga, organi degli affari interni e servizi speciali che fanno parte delle forze di reazione rapida del Csto (Collective Security Treaty Organization), il Trattato di sicurezza collettiva che lega la Russia ad alcuni Paesi del suo estero vicino.

Abbiamo detto che l’intera triade nucleare partecipa tradizionalmente alle esercitazioni Grom. Quest’anno le forze missilistiche strategiche (Rvsn – Raketnye Vojska Strategicheskogo Naznachenija) hanno lanciato un vettore balistico, che sembrerebbe di tipo Yars, dal cosmodromo di prova di Plesetsk, mentre bombardieri a lungo raggio delle forze aerospaziali (Vks – Vozdushno-Kosmicheskiye Sily) tipo Tu-95MS “Bear” hanno effettuato lanci di missili da crociera. La componente navale della triade ha visto coinvolto un sottomarino lanciamissili balistici classe Delfin (Delta IV in codice Nato), il K-114 “Tula”, che ha effettuato un lancio di un vettore R-29RMU2 “Sineva” che, dal mare al largo della penisola di Kola, ha colpito il suo bersaglio nel poligono di Kura, in Kamchatka.

Quelle che si stanno tenendo in queste ore sono le seconde manovre delle forze nucleari strategiche quest’anno: il 19 febbraio scorso è andata in scena la prima “Grom”, forse per recuperare l’anomalia dell’anno precedente, che però ha visto anche il lancio di prova di un missile da crociera ipersonico 3M22 Zirkon dalla fregata “Admiral Gorshkov” mentre era in navigazione circa a metà strada tra la Norvegia e le isole Svalbard.

Le attuali esercitazioni sono state comunicate a Washington con largo anticipo da Mosca: si tratta di un meccanismo ben rodato di diminuzione del rischio di escalation che è in vigore sin dai tempi della Guerra Fredda.

Durante le manovre viene messa alla prova la prontezza degli organi di comando e controllo militari, quella degli equipaggi e del personale preposto al lancio dei vettori, il livello di preparazione degli equipaggi di navi da guerra, dei bombardieri e del personale delle Rvsn nonché l’affidabilità delle armi in dotazione alle forze nucleari strategiche.

Alcuni si aspettavano che la Russia effettuasse un lancio del nuovo missile intercontinentale Rs-28 “Sarmat”, ma questo vettore è in fase di sviluppo e valutazione, quindi non rientra nel ventaglio di missili balistici utilizzabili per le Grom, che solitamente sono quelli effettivamente in servizio.

Le manovre russe si tengono in concomitanza con altre esercitazioni che simulano l’impiego di ordigni nucleari da parte della Nato: in questi giorni, in Belgio, si sta tenendo Steadfast Noon. Anche questa esercitazione si tiene solitamente a ottobre e viene effettuata annualmente coinvolgendo alcuni stormi di cacciabombardieri dei Paesi dell’Alleanza Atlantica che possono impiegare l’armamento atomico di caduta costituito dalle bombe B-61. Nelle scorse edizioni si sono visti velivoli di differenti nazioni: nel 2017, ad esempio, oltre a quelli tedeschi e italiani, Steadfast Noon (tenutasi nelle basi di Kleine Brogel, in Belgio, e Büchel in Germania) hanno partecipato anche F-16 di Polonia, Belgio e Olanda, i Gripen della Repubblica Ceca oltre, ovviamente, a F-15 ed F-16 americani.

Occorre ora fare una precisazione: non tutti i velivoli dei Paesi qui elencati hanno la possibilità di impiegare armamento atomico tattico a caduta libera: gli F-16 polacchi, così come i Gripen cechi, non sono in grado di effettuare il bombardamento nucleare in quanto privi dei relativi cablaggi e sistemi elettronici di sicurezza, ma comunque vengono coinvolti – così come altri assetti – in quanto si simula uno scenario complessivo in cui si impiegano questi ordigni, quindi con anche velivoli di supporto per un ipotetico attacco di questo tipo.

Steadfast Noon è stata organizzata anche in Italia per almeno tre anni: più precisamente nel 2014 presso la base di Ghedi, e nel 2010 e 2013 ad Aviano (Pn). Anche in quelle occasioni si sono visti velivoli provenienti da diverse nazioni della Nato.

Si tratta quindi, in entrambi i casi, di esercitazioni di routine, effettuate da tempo, e che vengono regolarmente comunicate da ambo le parti per evitare malintesi che possano portare a un’escalation. Detto in altri termini non si è elevata nessuna allerta nucleare in Russia o nella Nato e nessuno, con queste esercitazioni, sta pensando di usare armamento atomico contro un avversario.

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