Culminata la controffensiva estiva condotta dalle forze ucraine, la Federazione Russa ha nuovamente posto in essere una possente manovra militare volta ad occupare la città di Avdiivka. Tale iniziativa, pur dimostrando come Mosca disponga ancora di consistenti riserve, ha altresì evidenziato lo stato di degrado delle forze armate russe.

Fortezza Avdiivka

La città di Avdiivka, situata nell’Oblast di Donetsk, rappresenta una delle porte d’accesso al capoluogo, da cui dista poco più di 20 km. Nell’aprile 2014 il centro abitato ha conosciuto il primo capitolo di una guerra senza fine, venendo occupata dalle forze separatiste appoggiate da Mosca durante la guerra dopo i fatti di Maidan. L’esercito ucraino riuscì a liberare la città nel luglio successivo, costruendo contestualmente imponenti fortificazioni in vista di possibili futuri assalti. Sin dalla fine della prima invasione del 2014 Avdiivka è risultato uno degli obbiettivi prioritari delle forze di Mosca, in quanto potenziale punto di partenza per un’operazione ucraina volta a liberare la città di Donetsk, data la sua estrema vicinanza a quest’ultima. Dopo un’iniziale intensificazione dei combattimenti nei dintorni dell’area industriale nel 2016, l’anno successivo le forze separatiste hanno tentato di occupare la città, venendo tuttavia respinte al termine di una battaglia durata circa una settimana, la quale comportò un generale miglioramento delle posizioni ucraine situate nei dintorni del centro abitato.

Il 21 febbraio 2022, tre giorni prima del lancio dell’Operazione militare speciale di Putin, sono scoppiati nuovi scontri nella città, la quale è successivamente divenuta uno dei bersagli prioritari nell’ambito dell’offensiva di Mosca volta ad occupare l’intero Donbass. Tuttavia le possenti fortificazioni della città hanno retto ai costanti assalti, cagionando pesanti perdite alle forze russe. Una svolta a favore delle forze di Mosca è sembrata verificarsi durante l’estate del 2022, quando l’esercito russo occupato il territorio nei dintorni di Kamianka e la città di Novoselivka Druha, stringendo Avdiivka in una morsa. L’esercito ucraino è tuttavia riuscito a reggere agli assalti grazie alle fortificazioni della città e ad un efficiente impiego dell’artiglieria, il quale incrociatosi con le pesanti perdite subite dalle forze di Mosca durante l’offensiva e il contestuale arrivo dei lanciarazzi HIMARS, ha permesso a Kiev di mantenere attiva almeno una linea di rifornimento ad ovest della città. Avdiivka è pertanto rimasta la posizione ucraina più vicina alla città di Donetsk.

La nuova offensiva russa

Tra il 9 e il 10 ottobre l’esercito russo ha sferrato una nuova potente offensiva sulla città, tale manovra ha visto l’applicazione da parte delle forze di Mosca di molti adattamenti frutto delle lezioni apprese durante il conflitto. I russi hanno infatti condotto operazioni di ricognizione, impiegato tattiche da guerra elettronica, mantenuto intense comunicazioni intra unità e fatto un intenso uso dell’artiglieria e dell’aviazione al fine di indebolire le difese ucraine eseguendo poi possente attacco corazzato. Al netto di tali adattamenti, l’assalto si sta attualmente rivelando limitato, caratterizzato da enormi perdite umani e materiali. A dispetto dell’estrema vicinanza di Avdiivka al territorio controllato dalle forze russe, nonché del fatto che essa risulti stretta lungo ben tre lati, l’esercito di Mosca non è riuscito ad ottenere la superiorità aerea, come dimostrato dall’abbattimento di diversi aeromobili Su-25.

In virtù di ciò le forze aeree di Mosca non hanno fermato l’artiglieria ucraina, la quale ha continuato costantemente a colpire non solo le formazioni corazzate russe, ma anche le retrovie e le linee logistiche di Mosca nell’area. Al contempo gran parte delle unità impiegate dalle forze russe risultano appartenenti all’Ottava Armata Combinata, composta in larga parte da ex miliziani appartenenti all’autoproclamata Repubblica Popolare di Donetsk. Questi ultimi hanno mostrato grandi difficoltà nell’integrarsi nella struttura dell’esercito regolare russo, nonché un livello di addestramento decisamente inadeguato.

Le formazioni corazzate e la fanteria russa sono state pertanto impiegate in pesanti assalti respinti da una combinazione di artiglieria, campi minati e ATGM. In sostanza il costante fuoco dell’artiglieria ucraina ha cagionato pesanti perdite alle unità russe in avanzamento e colpito quelle nelle retrovie, impedendo l’afflusso di rinforzi e prevenendo così la formazione di una massa combattente superiore. Le rimanenti unità russe, indebolite dal fuoco ucraino si sono pertanto schiantate contro le fortificazioni erette da Kiev. L’Isw ha immediatamente constatato il sostanziale fallimento dell’attacco russo (esprimendo contestualmente una certa fiducia nella capacità difensive ucraine), al quale ha fatto seguito un iniziale rallentamento delle operazioni. In seguito 20 ottobre l’esercito di Mosca ha sferrato un nuovo potente assalto terminato con gli stessi disastrosi risultati. 

Cosa ci insegna Avdiivka

L’assalto russo verso la città di Avdiivka risulta essere motivato da ragioni di natura strategica e politica. Sotto il primo profilo, tale manovra pare finalizzata a obbligare le forze ucraine a distogliere truppe dalla controffensiva attualmente in corso sul fronte meridionale, principale obbiettivo strategico di Kiev. In secondo luogo Avdiivka rappresenta la piazzaforte ucraina maggiormente vicina alla città di Donetsk, ergo la sua occupazione non solo renderebbe molto più complesse eventuali operazioni volte alla liberazione della città (allo stato attuale al quanto improbabili), ma risulterebbe un successo chiave nel disegno russo di occupazione del Donbass. Sotto il secondo profilo, sebbene l’offensiva ucraina abbia generato un rilevante successo tattico quale la liberazione di Robotyne e l’attraversamento della linea Surovokin, gli scarsi guadagni territoriali e la sua iniziale lentezza hanno suscitato diversi malumori in Occidente. La presa dell’ultima “fortezza” di Kiev nell’area di Donetsk avrebbe rappresentato un successo propagandistico molto importante per i russi, potenzialmente in grado di incidere sugli aiuti militari occidentali all’Ucraina. 

Nei fatti la presente manovra si è però rivelata fallimentare sotto entrambi i profili. Dal punto di vista militare essa non ha generato alcun successo concreto, né alcuna significativa diversione delle forze ucraine, risultando in perdite catastrofiche molto simili a quelle subite nella primissima fase della guerra, durante l’offensiva di Kiev. In secondo luogo essa non ha determinato un qualsivoglia impatto sulle forniture occidentali, le quali hanno ora visto un nuovo capitolo con l’arrivo dei ben noti missili ATACMS, risultati devastanti sin dal loro primo utilizzo. In conclusione, l’offensiva di Avdiivka ha dimostrato come la Russia rimanga un nemico formidabile, in grado di generare masse corazzate molto imponenti anche dopo le pesanti perdite subite nel corso di quasi due anni di guerra, nonché di applicare le lezioni apprese durante il conflitto, adattandosi alle varie circostanze. Tuttavia gli adattamenti russi e le masse combattenti generate non risultano più in grado di porre in essere manovre offensive efficaci ed hanno sinora avuto un impatto positivo solo sul fronte difensivo, segnato dall’assenza di superiorità aerea ucraina e dalla generale scarsità di armamenti a lungo raggio. Un paradigma sempre meno valido in virtù dell’arrivo degli ATACMS.

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