La Russia utilizzerà tutti i mezzi necessari per aumentare la sua influenza in Germania, con lo scopo di acquisire informazioni ed ottenere i componenti di cui ha bisogno per i suoi armamenti. Queste sono le testuali parole del direttore dell’Ufficio Federale per la Protezione della Costituzione
Thomas Haldenwang, riportate dall’Agenzia Nova poche settimane fa.

Sale la tensione dell’intelligence tedesca che lancia l’allarme sulle attività di spionaggio russe in Germania. Dall’analisi delle fonti aperte, infatti, si trova conferma che la campagna d’informazione dell’emittente televisiva Ard, sempre quest’anno, aveva già messo in evidenza che ben 544 diplomatici di Mosca accreditati in Germania lavorerebbero per i servizi segreti del Cremlino. Ulteriori inquietanti notizie arriverebbero anche dal capo della difesa informatica del Bundesamt für Verfassungsschutz, ovvero il controspionaggio tedesco, il cui compito più importante è la raccolta e la valutazione delle informazioni sugli sforzi contro il libero ordine democratico. Tali informative rivelerebbero che “lo spionaggio russo può colpire la Germania non solo sul proprio territorio, ma anche da lontano”, grazie all’intensificazione delle operazioni di cyberwarfare che vedrebbero il Gru impegnato in prima linea.

Incrociando le risorse di differenti testate internazionali, si riscontra la fondatezza di talune preoccupazioni, le quali troverebbero tutte conferma sul fatto che la Germania è ormai un bersaglio degli hackers e questa sua vulnerabilità potrebbe avere importanti riflessi sulla sicurezza delle infrastrutture critiche dell’Europa e dell’Occidente.

Ma è solo Mosca a creare grattacapi a Berlino? La risposta è no. Infatti da un’analisi più approfondita sarebbe, invece, l’intelligence cinese ad aumentare la sua attività di spionaggio nel paese. Questo verrebbe accertato nel nuovo rapporto recentemente pubblicato dal servizio di controspionaggio militare tedesco che ha denunciato un alto numero di agenti stranieri dislocati in Germania. Il dossier servizi segreti militari, Mad, spiega chiaramente che il ruolo centrale di hub logistico della Germania, per lo svolgimento delle funzioni di comando militare per le attività di dispiegamento della Nato e dell’Europa, rendono di fatto Berlino un obiettivo strategico di ricognizione per l’intelligence dei paesi stranieri. L’analisi espone che tale condizione, inoltre, si sarebbe aggravata anche a causa del conflitto ucraino, in quanto, i servizi segreti tedeschi sarebbero diventati proprio il centro dello spionaggio informatico e delle cyberoperation di potenze antagoniste come Cina, Repubblica Islamica dell’Iran e Russia.

Le indagini del Mad, infatti, hanno rivelato che la Repubblica Popolare cinese vorrebbe, entro il 2049, diventare la più grande potenza militare attraverso la sua pianificazione strategica del “Made in China 2025” e la New Silk Road Initiative”, e che per attuare ciò starebbe utilizzando proprio operazioni di guerra ibrida e d’influenza sul territorio.

Le contromisure di Washington all’accerchiamento tedesco

Washington non rimane a guardare, infatti il presidente Biden ha emanato un ordine esecutivo che approva la mobilitazione di forze della riserva selezionata per un totale massimo di 3.000 soldati, tutti esperti di operazioni d’influenza e sicurezza, i quali saranno dispiegati con il compito di sostenere l’operazione Atlantic Resolve. La notizia è stata ufficializzata sul sito del Pentagono e testualmente riferisce che “quest’ordine riafferma il sostegno incrollabile e l’impegno a difendere il fianco orientale della Nato per la guerra in ‘Ucraina”.

Gli Usa avevano previsto, già da tempo, il ritorno del ruolo cruciale della Germania in Europa, così come riportato anche dal New York Times, infatti le sue contromisure non si sono fatte attendere. Il piano di bilancio della Germania per il 2024, infatti, prevede una spesa di 445,7 miliardi di euro ed il budget per la difesa, è passato da 1,7 miliardi di euro a circa 51,8 miliardi di euro. Tale aumento preconizza la proiezione di raggiungere l’obiettivo del 2% del prodotto interno lordo, così come richiesto dalla Nato, che avrà proprio lo scopo di riammodernare gli apparati dell’esercito militare tedesco.

Dall’analisi delle risorse ulteriori conferme di un piano di riassetto strategico sulla sicurezza si riscontrano in quanto il 14 giugno scorso il governo tedesco ha rilasciato, per la prima volta, un dossier sulla “Strategia di Sicurezza Nazionale” mai pubblicata prima. A tale documento, inoltre, sarebbe seguito anche l’annuncio del Cancelliere Olaf Scholz che ha rivelato la destinazione di un ulteriore fondo speciale di circa 109 miliardi di dollari da destinare alle forze armate tedesche che avrà proprio l’obbiettivo di rafforzare l’apparato dell’intelligence e la resilienza oltre a contrastare le operazioni d’influenza straniera che ora sembrano circondare la Germania, quasi come se fosse prossima a subire un’operazione d’invasione.

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