Le recenti operazioni navali dell’asse atlantico tastano l’attuale quadro di criticità negli equilibri geopolitici del mar orientale. Nel contempo, però, le callide manovre della Marina di Sua Maestà chiariscono le intenzioni del Regno Unito di non voler essere relegata al ruolo di spettatore. Viceversa le policy del Naval Warfare inglese sembrano sempre più concentrare il futuro della Royal Navy soprattutto su robot-subacquei dotati di  alta “capacità decisionale”. La super tecnologia britannica, infatti, può decidere autonomamente chi, dove, come e quando colpire.

XLUUV nome in codice: “Manta”

Avrà meno di quarantotto ore per compiere le sue missioni, l’ultimo nato nella Royal Navy. Dotato di una stazza che consta circa nove tonnellate ed una tecnologia costituita da meccanica elettrica e diesel che gli consente di agire direttamente sul propulsore principale.“L’agente segreto sottomarino” di Sua Maestà è pronto a partire. Figlio della classe Extra Large Unmanned Underwater Vehicle ha nome in codice di “Manta”.

Il sommergibile killer è stato concepito per avere proporzioni particolari che gli consentono un’agevole operatività in ogni ambiente subacqueo. Le risorse aperte riferiscono una lunghezza di circa 9 metri, un raggio dello scafo di appena 2 e capacità di raggiungere profondità fino a 305 metri mantenendo una velocità di circa 12 nodi. Questo progetto, tenuto a lungo segreto dal ministero della Difesa britannico, è dotato di alimentazione costituita da celle a combustibile che garantiscono un’autonomia per circa una settimana senza l’obbligo di risalita per il rifornimento.

Il piano, in origine, era di creare un’unità capace di durare all’incirca 3 mesi e di percorrere oltre 3000 miglia nautiche, obbiettivo però al momento raggiungibile soltanto predisponendo il mezzo con riserve di alimentazione aggiuntiva. Pensato per missioni destinate a destabilizzare i tratti costieri del nemico, il sottomarino autonomo britannico è dotato di armamento per la guerra elettronica e sistema di comunicazione dedicato per la comunicazione in superficie. Inoltre è munito di telecamere ad infrarossi, classe EO, utili alla guerra tattica e di un sistema radar di ultima generazione focalizzato sull’acustica passiva.

La licenza decisionale autonoma del sottomarino inglese

A dare l’annuncio della nascita del nuovo armamento fu, nel 2019, Il primo Ammiraglio della Marina britannica Lord Radakin il quale, durante la Conferenza sulla Difesa e la Sicurezza Sottomarina, dichiarò che la società MSubs Ltd con sede a Plymouth avrebbe costruito una nuova unità navale segreta per la Marina inglese. La notizia fu avvolta da grande mistero, infatti la presentazione riportava che le dimensioni dello scafo dovevano misurare all’incirca 30 metri e non di 9 come è avvenuto poi nella realtà.

Per gli analisti il tutto ricadeva nei piani della strategia della confusione creata appositamente dai servizi segreti. Il fine era quello di non svelare dettagli sensibili utilizzabili al nemico e distogliere, nel contempo, l’attenzione dal reale interesse di Downing Street sull’armamento. A conferma di ciò, sembrerebbe infatti che il Regno Unito abbia dedicato enormi investimenti al programma “Dreadnought”, anche in relazione ai piani di crescita previsti in merito alle politiche di sviluppo 2015-2025 della Royal Navy.

Come riportato da fonti ufficiali del governo, si rileva che siano stati stanziati all’incirca 31 miliardi di sterline per potenziare la deterrenza nucleare, nonché tutto l’apparato difensivo delle fregate Type 26, fino alla progettazione di una nuova generazione di siluri leggeri che andranno a sostituire l’ormai desueta classe degli antisommergibili Stingray. Il focus degli stanziamenti però, guarda in particolar modo all’incremento dei sistemi connessi al “decision-making-capability”, ovvero la capacità dell’arma di poter pensare ed agire attraverso l’intelligenza artificiale.

Proprio su questo punto di recente la BBC ha rivelato che la MarineAI, stia “governando” la mente elettronica di questa nuova classe di sottomarini grazie ad un enorme supercomputer, ovvero un IBM AC922. Le sue dimensioni sono riportate pari ad un quadrato di 15 cm per lato e sarebbe regolato da un chip costruito da Nvidia. L’analisi delle risorse aperte riferisce inoltre che proprio MarineAI sia concentrata a sviluppare ulteriori sistemi di apprendimento autonomo e capacità decisionale per il cervello dei modelli futuri “dell’agente segreto subacqueo” di Sua Maestà. Gli attuali risultati hanno addirittura consentito al sottomarino di poter valutare “da solo” quanta autonomia avrà, anche in relazione alle differenti condizioni meteorologiche e del mare. Inoltre, il suo potere decisionale consentirà di analizzare se portare a termine o meno un’operazione militare e se, come o quando entrare in azione.





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