Israele ha completato la fase finale dei test per rendere operativo il sistema di difesa missilistica Iron Dome in versione navalizzata, da utilizzare sulle corvette di classe Sa’ar 6.
Defense News riporta che la marina israeliana, il ministero della Difesa di Tel Aviv e Rafael Advanced Defense Systems hanno dichiarato congiuntamente che C-Dome, questo è il nome della versione imbarcata del famoso sistema da difesa aerea, ha completato con successo un test di intercettazione avanzato a bordo della corvetta “Oz”.
“Il sistema C-Dome ha identificato abilmente le minacce e le ha intercettate con successo lanciando intercettori Iron Dome verso di loro dal mare”, ha dichiarato in una nota il capo dell’organizzazione per la difesa missilistica israeliana del ministero della Difesa israeliano, Moshe Patel.
Il vicepresidente esecutivo di Rafael, Ran Gozali, capo della direzione dei sistemi terrestri e navali della compagnia israeliana, ha affermato che il C-Dome è la “prima soluzione operativa di difesa navale nel suo genere”.
Iron Dome è formato da tre elementi fondamentali: un radar di scoperta e tracciamento, un sistema di controllo del fuoco e gestione della situazione di combattimento e una unità di lancio missili. Una batteria di Iron Dome consiste di tre/quattro lanciatori fissi trasportabili su camion ciascuno dei quali dotato di 20 missili “Tamir” associati ad un radar sviluppato dalla israeliana Elta. Recentemente Israele si è dotato della versione migliorata del radar An/Tpy-2 operante in banda X, lo stesso usato dal sistema Abm americano Thaad integrabile nel sistema Iron Dome. Ogni batteria può coprire un’area di approssimativamente 150 chilometri quadrati con un raggio di azione compreso tra i 4 ed i 70 chilometri.
C-Dome consente la protezione emisferica contro gli attacchi di saturazione da più direzioni contemporaneamente e si integra nel radar e nel Cms (Combat Management System) della nave. C-Dome utilizza il missile “Tamir” e comprende anche un’unità modulare di lancio verticale e una componente di comando e controllo (C2). Utilizzando il radar di sorveglianza della nave per rilevare e tracciare le minacce, elimina la necessità di un radar apposito come nella versione terrestre.
Il sistema sarà integrato nella rete di difesa aerea israeliana insieme ad Iron Dome, David’s Sling, Arrow 2 e Arrow 3. La rete proteggerà la Zee (Zona di Esclusività Economica) di Israele con le sue risorse strategiche, mantenendo la superiorità marittima regionale del Paese. L’aeronautica militare israeliana mantiene un sistema di difesa missilistica a più livelli, che ha lo scopo di proteggere la nazione dalle minacce aeree. Lo strato più basso di questo sistema di difesa missilistica multilivello è Iron Dome e il sistema laser Iron Beam, ancora in fase di sviluppo. Il livello intermedio è il sistema David’s Sling, progettato per abbattere minacce a medio raggio, mentre quelli più a lungo raggio sono l’Arrow, progettato per intercettare missili balistici, e i Patriot di fabbricazione statunitense, utilizzato per abbattere i velivoli ma che hanno anche dimostrato di poter colpire i missili balistici a corto raggio.
Tornando al test, che certifica l’operatività di C-Dome, va notato che Israele ha ricevuto la sua quarta corvetta Sa’ar 6 nell’autunno del 2021. Queste navi sono dotate di sistemi di difesa progettati dalle tre principali compagnie di difesa israeliane: Elbit Systems, Rafael e Iai. Tra di essi ci sono i radar multi-missione e gli intercettori missilistici Barak, mentre i cannoni da 76 millimetri sono della Oto Melara.
Il sistema C-Dome aumenterà la flessibilità delle capacità di difesa aerea israeliane ma, sebbene non sia stata specificata la tipologia di bersaglio intercettato nel recente test, siamo sicuri che interesserà anche le marine straniere di piccole/medie dimensioni che potrebbero così ripiegare su una più piccola alternativa rispetto a sistemi già in servizio – più a lungo raggio – come l’Aegis o la serie di missili Aster navali, accreditati anche di possibilità Abm (Anti Ballistic Missile).
Iron Dome ha interessato l’esercito Usa, che ne ha acquisito due batterie, e anche i Marines statunitensi hanno testato l’intercettore missilistico come parte della capacità di intercettazione a medio raggio. Il sistema era tra i desiderata anche dell’Ucraina, che lo aveva richiesto a giugno, salvo poi fare dietro front davanti ai rifiuti israeliani, giustificati da Tel Aviv con l’incapacità produttiva ma che in realtà nascondono una decisione politica, ovvero quella di non irritare la Russia. Un equilibrio diplomatico, quello tra Mosca e Tel Aviv, che però potrebbe facilmente vacillare se la Russia dovesse acquisire missili balistici a corto raggio dall’Iran, come è emerso nelle settimane precedenti.
L’ultimo test di C-Dome arriva qualche giorno dopo l’attacco, da parte di un drone iraniano, a una petroliera gestita da una compagnia di proprietà israeliana in navigazione al largo delle coste dell’Oman. Non è pertanto da escludere che Tel Aviv possa decidere, nel prossimo futuro, di inviare le corvette della classe Sa’ar 6, una volta equipaggiate col nuovo sistema, in servizio di scorta al proprio naviglio in transito nelle acque più “calde” tra il Mar Rosso e il Mare Arabico, sebbene ci sia la possibilità che una decisione simile verrebbe letta da alcuni Paesi dell’area – Iran in testa – come una provocazione inaccettabile.