Adolfo Urso, appena insediatosi alla guida del Copasir, dovrà subito fare i conti con un’estensione delle prerogative del comitato di vigilanza sui servizi di informazione e sicurezza della Repubblica al campo della cybersecurity. Il nuovo perimetro di sicurezza delimitato dalla nascitura Agenzia per la cybersicurezza nazionale (Acn) promossa da Mario Draghi e Franco Gabrielli chiama infatti il comitato di Palazzo San Macuto a un’ulteriore operazione di scrutinio e supervisione che ne estende le prerogative inizialmente normate dalla Legge 124/2007.
Si tratta di una tematica che sta acquisendo crescente e sempre più ampia considerazione nel quadro delle strategie di sicurezza nazionale. E non a caso il decreto preparato da Draghi e Gabrielli per costruire la nascente Acn passerà per un primo scrutinio proprio sui tavoli del Copasir. Che amplierà le sue mansioni già profondamente focalizzate sul coordinamento del lavoro del Dipartimento delle informazioni per la Sicurezza (Dis) che coordina le agenzie d’intelligence nazionali.
La bozza del decreto istitutivo dell’Acn che abbiamo potuto visionare anticipatamente garantisce al Copasir un ampio e dettagliato potere di controllo: il Copasir sarà chiamato in causa tra le istituzioni chiave per applicare e costruire il perimetro nazionale di sicurezza cybernetica; potrà approvare lo statuto del nascente ente o proporre modifiche; dovrà ricevere dal premier, titolare dei poteri di coordinamento sull’agenda cybernetica del Paese, comunicazione sugli stanziamenti finanziari, riceverà comunicazioni sulle attività del gruppo operativo e del nucleo di sicurezza cybernetica, dovrà approvare la relazione annuale costruita dall’Acn, potrà ricevere in audizione i vertici dell’Agenzia.
Si tratta di una serie di competenze chiare e di un’interlocuzione tra due branche dello Stato che risolvono tutte le ambiguità insite nel complesso progetto che il governo Conte II aveva posto in essere riguardo un Istituto italiano di cybersicurezza (Iic) da costituire come fondazione di carattere privatistica. Le deleghe saranno chiare, ma le sfide decisamente complesse in quanto il Copasir si ritroverà a dover interloquire con entrambi i mondi deputati al presidio del perimetro cyber. Da un lato, quello legato al Dis e chiamato a svolgere opera di cyber-intelligence; dall’altro, l’Acn con le sue attività legate alla cyber-sicurezza e alla cyber-resilienza. Dis e Acn faranno capo alla presidenza del Consiglio ma dovranno necessariamente relazionare al Copasir, camera di compensazione fondamentale per dividere tra esecutivo e opposizione il controllo e la supervisione sugli apparati di sicurezza nazionale, patrimonio bipartisan della Repubblica.
Urso dovrà dunque promuovere una sostanziale continuità con un metodo di lavoro alla cui definizione ha contribuito nel triennio iniziato nel 2018 e che nei mesi della pandemia di Covid-19 si è amplificato: la ricerca di una convergenza trasversale tra forze politiche rappresentate a Palazzo San Macuto per definire una serie comune di criteri su cui vigilare sulla sicurezza nazionale. Sia durante la presidenza di Lorenzo Guerini che durante quella di Raffaele Volpi il Copasir ha difeso sempre la linea della prudenza, operando una silenziosa azione di scrutinio e analisi politica sugli affari economici e securitari. Una prassi da cui in questo periodo non si può affatto prescindere e che nel corso del 2020 ha portato a un’analisi a tutto campo delle criticità del sistema-Paese attraverso le audizioni degli ad delle partecipate, dei vertici dei servizi, dei direttori delle principali banche, di diversi esponenti istituzionali e dell’ex premier Giuseppe Conte. Il senatore Urso ha più volte contribuito a consolidare il ruolo del Copasir come linea del Piave del sistema Paese e anche in campo cyber dovrà riuscire a coagulare lo stesso approccio e lo stesso metodo di lavoro.
In particolare, il Copasir potrà giocare la sua parte seguendo il governo e l’Acn nell’attuazione delle strategie nazionali di sicurezza cybernetica e valorizzando la tutela del patrimonio tecnologico-industriale italiano che può contribuire a creare competenze e valore aggiunto in materia in campo pubblico e privato. StartMag in particolare segnala che sono ancora da emanare “gli ultimi decreti attuativi del Perimetro di sicurezza nazionale (Legge 105/2019): per completare le difese servono i decreti sullo screening delle tecnologie e sui laboratori che controllano gli apparati tech”, divenuti oggetto di un sempre più persistente dibattito e che dovranno passare al vaglio di Palazzo San Macuto. E un ulteriore tassello sarà rappresentato “dai controlli sulle tecnologie: verificare la sicurezza di ciò che si installa prima che sia al suo posto” sarà un’altra prerogativa che metterà Copasir, servizi ed esecutivo in collegamento, specie laddove si presume risulti possibile vedere Palazzo Chigi applicare la disciplina del golden power per fermare attività o acquisizioni straniere in settori strategici che possono mettere a repentaglio la sicurezza nazionale. Insomma, Urso presiederà un Copasir che contribuirà a scrivere le linee guida dell’agenda cyber italiana. E proprio per questo servirà garantire una profonda continuità con un metodo di lavoro alla cui definizione ha contribuito e che ha nel mirino l’interesse nazionale.