Leonardo contro Airbus: il campione italiano della Difesa guidato da Alessandro Profumo sfida il colosso franco-tedesco dell’aeronautica nel Regno Unito. La posta in palio è il nuovo fiore all’occhiello del reparto elicotterì di Sua Maestà, il programma “New medium helicopter” per ammodernare la flotta ad ala rotante del Regno Unito e sostituire gli storici Puma provati da circa mezzo secolo di servizio e da un ultimo trentennio in cui hanno dato ottima prova di sé in ambito operativo in Kuwait, in Iraq e in Afghanistan. Il progetto è legato ambizioni della strategia Global Britain e dal documento operativo che le è segutio, “Defence in a Competitive Age”, già pienamente in via d’applicazione sul fronte dell’aeronautica e del piano per gli F-35.

Gli elicotteri saranno destinati ad essere utilizzati congiuntamente dall’Esercito e dalla Royal Air Force sotto il controllo del Joint Helicopter Command e potranno essere schierati con grande celerità ed utilizzati in ambienti e scenari meno accessibili agli elicotteri pesanti quali il Chinook.

In questa gara ad essere messa alla prova sarà non solo la capacità dell’Italia di ottenere dividendi industriali e strategici da un asse militare con il Regno Unito che avrà modo di approfondirsi sulla scia del programma per il caccia Tempest ma anche lo stato dell’arte della rivalità franco-britannica in queste filiere. Il nuovo elicottero medio del British Army aprirà a un contratto per la  fornitura di circa quaranta apparecchi, dal valore complessivo di un miliardo di sterline, a partire dal 2025.

In gara c’è anche Leonardo con il suo modello AW149, che il gruppo di Piazza Monte Grappa punta a costruire con una filiera prevalentemente made in Uk attorno all’impianto di Yeovil, nel Somerset. Per la precisione, Leonardo ha dichiarato di voler costruire nel Regno Unito tra il 60 e il 70% della piattaforma del New medium helicopter in termini di valore aggiunto e filiera industriale.

Come ha commentato la compagnia sul suo sito, questo dovrebbe nell’ottica di Leonardo essere la prova generale per una cooperazione sempre più strutturata col Regno Unito in termini di difesa. Anche il Financial Times si è interessato alla crescente presenza di Leonardo nel Paese di Sua Maestà, segnalando la possibilità per il gruppo in termini di ritorni industriali e le prospettive per l’aggregazione italo-britannica nella Difesa. Le attività di Leonardo nel Regno Unitocontribuiscono annualmente all’economia con 1,9 miliardi di sterline, sostenendo oltre 26.000 posti di lavoro. Una linea di produzione separata rimarrebbe comunque presso lo stabilimento di Leonardo Helicopters (ex Agusta) a Vergiate, in Italia.

La concorrenza è però temibile, sotto forma dell’ala rotante H175 di Airbus. L’azienda franco-tedesca ha sviluppato il primo modello “M” dell’elicottero superando le accuse di diversi analisti e esperti di questioni strategiche per il coinvolgimento di aziende cinesi nella supply chain dell’elicottero dual use (civile e militare), ma non avvierà lo sviluppo di questa variante senza un primo ordine.

Nel caso, Airbus utilizzerebbe il sito produttivo di Broughton, città identificata come la migliore posizione industriale per il progetto, per sviluppare il programma. Come ha scritto Aviation Report, infatti, “per Airbus Helicopters UK non si tratta, quindi, solo di soddisfare le esigenze del Regno Unito per il New Medium Helicopter, ma di soddisfare le esigenze future del mercato mondiale per l’esportazione del prodotto H175M. La linea di produzione di Broughton sarebbe stata istituita appositamente per massimizzare l’input dei fornitori regionali”, scelta rappresentante a detta dell’ad Colin James “un segno evidente che il produttore vuole prendere sul serio la rinnovata spinta pubblica del Ministero della Difesa inglese sulla prosperità nazionale come indicato dal Defense Command Paper” e superare gli ostacoli della rivalità industriale nel settore della Difesa tra le cordate atlantiche e quelle a partecipazione francese.

Come dimostrato dalle recenti esternazioni del ministero della Difesa britannico circa una possibile convergenza tra il programma Tempest guidato da Londra e il parallelo progetto Fcas (Future Combat Air System) frutto dell’alleanza industriale franco tedesca, i due piani in corso nel Vecchio Continente per sviluppare un caccia di sesta generazione, tale rivalità è forte e sentita. E Airbus intende bypassarla facendo pesare tutto il suo potenziale industriale e il valore di una cooperazione che, nel quadro di tante divisioni, è rimasta tutto sommato attiva: gli elicotteri H135 Juno e H145 Jupiter utilizzati per l’addestramento al volo militare dalla Raf sono ad esempio prodotti Airbus. Per Leonardo e il sistema-Paese Italia, dunque, la partita sarà importante, una vera e propria prova di maturità per dimostrare di poter contare negli scenari di riferimento delle aggregazioni industriali della Difesa. Una sfida a cui l’Italia deve approcciarsi con la logica strategica che ha caratterizzato altre campagne per appalti di peso come quelle in cui più volte Fincantieri ha avuto la meglio contro concorrenti agguerriti, non raramente transalpini. Il precedente lascia ben sperare, ma solo la capacità di inquadrare l’affare dell’elicottero in una logica geopolitica, e non solamente economica, più ampia potrà garantire dividendi certi.