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Le Forze Armate tedesche stanno affrontando un riorientamento strategico senza precedenti nella storia recente della Germania.

La Bundeswehr sta subendo un riassetto che ne tocca la consistenza e anche la dottrina dopo almeno tre decenni in cui era stata lasciata ai margini dell’attenzione della politica tedesca, determinando così una drammatica situazione caratterizzata da deficit manutentivi, unità con pochi organici e difficoltà logistiche che si ripercuotevano sulla capacità operativa dei mezzi e dei reparti.

Nella giornata di lunedì 14 novembre, Der Spiegel ha pubblicato un documento politico confidenziale, in cui il generale Eberhard Zorn, capo di Stato maggiore della Difesa, ha ordinato alla fine di settembre che la Bundeswehr si deve preparare in modo più efficace per un possibile conflitto con la Russia. “Gli attacchi alla Germania possono potenzialmente verificarsi senza preavviso e con grandi danni, forse anche esistenziali” si legge nel documento di 68 pagine.

“Non c’è dubbio che la capacità di difendere il territorio nazionale e dell’Alleanza sarà vitale per la sopravvivenza e diventerà ancora più importante di prima”, ha detto Zorn. Il documento è intitolato “Linee guida operative per le Forze armate” e in esso il generale delinea un’importante riforma per la Bundeswehr: allontanamento dalle missioni estere e più impegno per la difesa nazionale e dell’Alleanza. Il “focus sulle missioni all’estero che dura da circa tre decenni”, come quella in Afghanistan “non rende più giustizia alla situazione attuale con le sue sorprese che mettono in pericolo il sistema”, scrive ancora Zorn. Invece, “la difesa dell’Alleanza, inclusa la capacità di fornire una deterrenza visibile e credibile, dominerà l’azione militare della Germania”.

Nello specifico, secondo il generale, la Bundeswehr deve armarsi “per una guerra forzata”. Poiché un conflitto diretto sul fianco orientale della Nato è “diventato di nuovo più probabile”, la Germania deve svolgere un ruolo pionieristico in Europa e rafforzare le sue forze armate. “Le forze schierate, adeguate e addestrate a uno scenario ad alta intensità sono la spina dorsale di questo deterrente”, afferma ancora Zorn. Pertanto non è più sufficiente inviare unità piccole e specializzate in missioni all’estero, ma servono grandi unità operative e pronte al combattimento che devono essere sempre rapidamente dispiegabili per la Nato.

Abbiamo accennato di come le Forze Armate tedesche siano generalmente in cattive condizioni: il livello generale della Bundeswehr viene ritenuto dallo stesso Stato Maggiore non sufficiente a garantire la sicurezza del Paese. Come già indicato nel non lontano 2018 da Hans-Peter Bartels, ex membro della commissione parlamentare della Difesa, l’efficienza delle forze armate nonostante l’incremento dei fondi stanziati è peggiorata invece di migliorare.

I sottomarini, ad esempio, per un lungo periodo a cavallo tra il 2017 ed il 2018 sono stati tutti “fuori servizio”. I sei vascelli classe U-212, per mesi, sono rimasti fermi negli scali di Kiel per improrogabili lavori di manutenzione venendo così a mancare dalla disponibilità della Flotta.

Numerosi sono stati gli incidenti occorsi alla flotta di superficie, il più delle volte dovuti sempre a mancanza di manutenzione e di adeguato addestramento degli uomini. Il più famoso resta il fallito lancio di un missile Standard Sm-2 che ha causato un incendio sulla fregata Sachsen il 21 giugno 2018.

Anche i mezzi dell’esercito non se la passano bene: erano 105 (su 224), infatti, i carri Leopard II rimasti in forza alla Bundeswehr quell’anno, di cui efficienti solo una minima parte, a fronte di uno schieramento stimato di circa 20mila carri armati da parte russa – operativi e no.

Sempre nel 2018 tre dei 15 aerei da trasporto A400 e cinque delle 13 fregate della Deutsche Marine erano in piena efficienza. I media tedeschi riferivano, nel 2020, che solo otto dei 53 elicotteri d’attacco Tiger e 12 dei 99 NH-90 da trasporto erano combat ready. Ma la scarsa efficienza non si limita all’ala rotante: a metà del 2018 solo 10 degli allora 128 Eurofighter Typhoon della Luftwaffe e 26 dei 93 cacciabombardieri Tornado erano considerabili pronti all’azione. La carenza di Typhoon e Tornado ha reso impossibile, per l’aviazione tedesca, adempiere al proprio obbligo nei confronti della Nato consistente nel mantenere 82 caccia in un elevato stato di preparazione in previsione di una crisi improvvisa. La Difesa mira, in generale, a garantire che fino all’80% del suo hardware principale in un dato momento sia pronto per il combattimento mentre la disponibilità degli elicotteri nell’esercito tedesco, a quel tempo, era stata calcolata intorno al 15%. Un po’ poco per pensare di poter fungere da deterrente.

Come sottolineato dal capo di Stato maggiore della Difesa tedesco, dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, “la guerra in Europa è di nuovo una realtà” pertanto la Germania deve essere preparata al fatto che in caso di un’aggressione russa al confine orientale della Nato, la Bundeswehr debba schierare “forze reattive e combattive” e si potrebbe trovare nella necessità di non poter attendere il supporto degli Stati Uniti. Zorn infatti avverte che né l’Ue né la Nato potrebbero permettersi di pianificare e avviare la risposta a un attacco sul fianco est quando questo fosse già avvenuto.

La Germania parrebbe mancare anche di vocazione militaresca, dopo il lavaggio del cervello post Seconda Guerra Mondiale, tanto che la Bundeswehr ha considerato di estendere l’arruolamento agli stranieri e ai minorenni per tappare i buchi nel proprio organico.

La storica decisione del cancelliere Olaf Scholz di stanziare, una tantum, un fondo di 100 miliardi di euro per la Difesa rappresenta una boccata di ossigeno per la Bundeswehr ma riteniamo che buona parte del denaro sarà forzatamente dirottata per ristrutturare un sistema logistico che è quasi allo stremo. Contestualmente, però, Berlino si impegna a raggiungere il 2% del Pil per la Difesa, come da linee guida Nato stabilite al vertice in Galles nel 2014.

La Bundeswehr, soprattutto, utilizzerà questi nuovi fondi per costituire un sistema di difesa territoriale impiegante personale reclutato ad hoc – quindi è necessario, ancora una volta, aumentare il numero degli effettivi nelle Forze Armate. Il primo reggimento, utilizzante personale della riserva e da usare in tempi di crisi nazionale, è stato già attivato e si prevede che entro il 2025 se ne formino altri quattro a completare quindi una brigata.

La Bundeswehr, quindi, intende abbandonare la sua proiettabilità in funzione della difesa del territorio nazionale, ma per farlo occorrerà affrontare seriamente la problematica delle forze corazzate, che si trovano fortemente sotto-organico e con un Mbt (Main Battle Tank) che comincia a diventare obsoleto: da questo punto di vista il progetto del nuovo carro armato franco-tedesco Mgcs sembrava la soluzione ottimale, ma, come spesso accade nella cooperazione con la Francia, il programma sembra essersi arenato per questioni legate alla condivisione di oneri e ripartizione di competenze industriali.

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