L’esperienza presso la caserma “Briscese” di Legnago mi ha confermato quello che da tempo pensavo, cioè che nel mondo militare non serve solo saper combattere ma anche avere altissime competenze tecniche. Competenze tecniche che tornano molto spesso utili a supporto della comunità civile. Qualcuno definì questa capacità della Forza Armata dual use, come se fosse una grande novità, qualcosa che invece è da sempre intrinseca in essa. In realtà per un periodo di tempo si è stati restii a sfruttare le FF. AA. a supporto delle necessità civili, per chissà quale logica pseudo politica.
L’accoglienza al reggimento è assolutamente squisita, mi accoglie il Comandante con il suo staff comando e subito mi catapulta nella realtà del suo reggimento. Ci tiene a iniziare la giornata dalla fine, ovvero da quel momento che di solito precede i saluti con lo scambio di un piccolo presente. Il Comandante mi fa dono del crest di reggimento e nel donarmelo mi spiega il significato e il valore di ogni simbolo in esso riportato. Il distintivo da combattimento è stato ereditato dalla disciolta Compagnia Genio Guastatori Paracadutisti della Brigata Folgore. Esso riporta al centro in primo piano un’ancora con cima intrecciata, a simboleggiare la capacità anfibia dei guastatori, specializzati in impieghi di aderenza al combattimento, che poggia sul brevetto dei guastatori del genio, rappresentato da un gladio con lama rivolta verso l’alto che simboleggia l’ardimento, sovrapposta da una mina fiammeggiante a sette lingue di fuoco che supera la punta del gladio; due ali spiegate sovrastate da una calotta di paracadute simboleggiano l’appartenenza alle avio truppe. La calotta di paracadute riporta nel centro il numero 8. Il comandante è fiero di dirmi che quell’otto è frutto della calligrafia dal Comandante Paolo Caccia Dominioni. Oltre ai simboli marziali la specialità a due Santi patrono, il primo è San Michele Arcangelo patrono dei Paracadutisti d’Italia, la seconda è Santa Barbara patrona dell’Arma del Genio e più in generale di tutti i mestieri che hanno a che fare con il fuoco e gli esplosivi.
L’8° Reggimento è un reparto militare complesso in quanto è sintesi emblematica delle due anime complementari dell’arma del genio, ovvero quella tecnica orientata all’innovazione e al saper fare il geniere, unitamente alle più alte doti da combattente, intrinseche nell’essere paracadutista. Tale reparto non è più solo una unità di rincalzo alla fanteria e con essa impiegata in epiche battaglie, ma ad oggi l’unità risulta di fatto essere un unicum nell’ambito della Forza Armata e della Difesa per capacità tecnica, pratica e potenzialità di sviluppo.
Il reparto è il naturale erede di quattro storiche unità disciolte ovvero: l’8° Reggimento Genio costituito a Roma nel 1926, l’8°Battaglione Paracadutisti Guastatori nato a Tarquinia nel 1941, il 5° Battaglione Genio Pionieri “Bolsena” e la Compagnia Genio Guastatori Paracadutisti della Brigata Folgore. L’ideale fusione delle anime tecnica e combattente già presenti nelle citate unità si concretizza con la creazione del Reggimento il 13 ottobre 2004. Un reggimento di giovane costituzione ma fondato su antiche tradizioni militari. I guastatori paracadutisti, pur non essendo al momento ufficialmente riconosciuti come una specialità dell’Arma del Genio, de facto sono una specialità nella specialità, per competenza, professionalità, impiego e sistemi d’arma.
L’ottavo è un’unità paracadutista di supporto diretto per lo svolgimento della funzione combat e combat support. La principale mission dell’unità e quella di supportare la mobilità, la contro mobilità, l’intelligence, la protezione, lo schieramento o ripiegamento dei complessi tattici paracadutisti per consentire il pieno raggiungimento della missione assegnata, anche attraverso lo sfruttamento della terza dimensione. Il Reggimento annovera varie componenti al suo interno. La componente guastatori e costantemente orientata all’addestramento di specialità con particolare riferimento all’impiego estensivo e avanzato dell’esplosivo, attività di ricognizione del genio in ambiente non permissivo ad elevata profondità, attività in concorso ad altre unità della Brigata.
Inoltre la componente supporto allo schieramento e orientata al mantenimento, sviluppo e miglioramento della capacità di realizzazione di opere temporanee e permanenti impiegando le strutture e le macchine specialiste in dotazione. La componente EOD in patria e all’estero e orientata alla bonifica di ordigni bellici. Per mandato i militari della “Briscese” hanno anche un’area geografica di competenza sul territorio italiano, per interventi specialistici di bonifica da ordigni e residuati bellici. L’area di competenza è individuata a nord-est, comprende 7 prefetture ed è caratterizzato da un ambiente geografico complesso, che va dagli spazzi lacustri alle coste marine passando per colline e montagne. Per capire meglio la mole d’impegno in patria va citato qualche dato: nel 2020 sono stati effettuati 373 operazioni di bonifica, di cui 13 considerate complesse; nei primi mesi del 2021 gli interventi sono stati 237 di cui 15 complessi. Nel quadro dell’operazione denominata “Strade Sicure” in supporto alle FF.OO. il reggimento ha impiegato 950 uomini, identificato 60.000 persone, effettuato 18 arresti e sequestrato 850 gr. di stupefacente.
Nella mia permanenza al reparto ho avuto modo di conoscere molti uomini tra ufficiali, sottoufficiali e graduati di truppa tutti di assoluto spessore professionale ma ancor di più umano. Ho avuto modo di conoscere ragazzi pronti ad essere impiegati in teatri operativi fuori area per la prima volta e veterani, con numerose missioni all’estero, e finanche un sopravvissuto. Mentre chiacchieravo con tre operatori e visitavo la loro “casa”, cioè gli alloggi della Compagnia, un brivido mi correva lungo la schiena sia perché nei corridoi questi ragazzi hanno riservato un angolo alla memoria dei propri fratelli caduti e sia perché uno di loro mi racconta l’esperienza più forte che un militare può raccontare, l’essere saltato in aria. Mi confida che un giorno in Afghanistan in un normale giro di pattuglia su una strada già bonificata, mentre affrontava una salita del tracciato alla guida del suo VTLM insieme al suo equipaggio, veniva investito dall’esplosione di un IED.
Fortunatamente “santo” Lince ha fatto il suo dovere lasciando illesi gli occupanti, con solo un grande spavento e una esperienza in più da raccontare ai militari più giovani. Nota curiosa dell’accaduto è che evacuando dal mezzo, nonostante il mezzo fosse distrutto e ribaltato ha avuto il riflesso istintivo di sfilare le chiavi dal quadro e riporle nello zaino, per poi li dimenticarle. Mesi dopo per puro caso rovistando tra le sue cose ritrova quelle chiavi che adesso fanno bella mostra nella sala museale di reggimento a testimonianza dell’attentato subito. Purtroppo però in battaglia non va sempre bene e infatti il regimento se pur giovane di costituzione ha già 5 caduti in servizio di cui due sul terreno afgano.
Se è assolutamente vero che il Reggimento è forse tra i più giovani di costituzione, è altrettanto vero che può vantare partecipazione a tutti gli eventi bellici della storia patria avendoci partecipato con quelle unita che poi hanno dato vita al reggimento. È giusto citare il battesimo del fuoco che avvenne nel giugno 1942, quando i guastatori paracadutisti vennero inviati sul fronte dell’Africa Settentrionale, nel settore di El-Alamein dove unitamente al VII Battaglione vanno a costituire il leggendario “Raggruppamento tattico Ruspoli”.
Anche le medaglie conferite alla bandiera di guerra sono recente ma di assoluto spessore, e testimoniano quella doppia vocazione che vede il reparto impiegato sia in pace che in guerra. Infatti le tre medaglie che ornano la bandiera di guerra sono: una Medaglia di Bronzo al Valor Militare, conferita per i fatti d’arme del marzo-aprile 1945; una Medaglia di Bronzo al Valore dell’Esercito, per l’intervento in soccorso alle popolazioni colpite dal terremoto del Friuli del maggio 1976; una Medaglia d’Argento al Valore dell’Esercito, per il soccorso alle popolazioni colpite dal terremoto del centro Italia dall’agosto 2016 all’aprile 2017.
L’esperienza al Reggimento mi ha fatto saggiare anche le doti operative potendo assistere alle esercitazioni sia di brillamento in sicurezza, sia a una esercitazione di bonifica in ambiente tattico non permissivo. Voglio ringraziare per l’esperienza avuta il Comandante Colonnello Gianluca Dello Monoca, l’ufficiale PI Maggiore Giuseppe La Ianca, e tutto il personale che mi ha accolto tra loro, e ha reso la mia visita davvero indimenticabile.