La crescente fame atomica di Kim Jong Un che pervade la Corea del Nord e, al di sotto del 38esimo parallelo, le esercitazioni militari sempre più calde tra Corea del Sud e Stati Uniti. In mezzo, tra i due estremi, ecco l’ultima mossa di Pyongyang, con diversi missili cruise lanciati verso il Mar Giallo, al largo della costa occidentale della penisola coreana. Il tutto pochi giorni dopo che gli stessi nordcoreani avevano sparato due missili balistici nelle acque al largo della sua costa orientale in quello che era stato descritto come un “attacco nucleare simulato” contro obiettivi in Corea del Sud.

Il clima tra le due Coree è incandescente e sempre più teso. Non solo per i test del Nord, in risposta al rafforzamento della cooperazione tra Seoul e Washington, visto come fumo negli occhi da Kim, ma anche e soprattutto per i toni utilizzati dai principali protagonisti della contesa.

Nei giorni scorsi, il leader nordcoreano, in compagnia della figlia Kim Ju Ae, ha visitato il quartier generale del comando della Marina del Paese per verificarne lo stato di preparazione alla guerra e promettendo di consegnare armi nucleari ai suoi comandanti.

Test ed esercitazioni

I dettagli degli ultimi lanci missilistici del Nord verso il Mar Giallo, avvenuti intorno alle 4 ora locale di sabato, sono al vaglio delle autorità di intelligence della Corea del Sud e degli Stati Uniti. “Le nostre forze armate stanno mantenendo un atteggiamento di piena prontezza in stretta collaborazione con gli Stati Uniti”, ha spiegato il Comando congiunto dei due Paesi, secondo l’agenzia sudcoreana Yonhap.

A preoccupare ulteriormente gli analisti è però l’esercitazione effettuata da Kim, con il lancio di due missili balistici a corto raggio in uno scenario simulato di attacco nucleare “terra bruciata” contro centri di comando militare e aeroporti dislocati in Corea del Sud, parte di una “esercitazione di attacco nucleare tattico” effettuata in risposta allo schieramento di bombardieri strategici degli Stati Uniti nella Penisola coreana.

Scendendo nei dettagli, Pyongyang ha intrapreso pubblicamente una manovra tesa a simulare l’occupazione dell’intero territorio sudcoreano in caso di crisi. L’agenzia di stampa nordcoreana Korean Central News Agency ha scritto che Kim ha assistito personalmente all’esercitazione dei centri di comando durante una ispezione al quartier generale dello Stato maggiore delle forze armate.

Fame nucleare

Le mosse del Nord sembrerebbero essere una risposta alle esercitazioni militari di 11 giorni, appena terminate, dell’Ulchi Freedom Shield, tra le forze sudcoreane e quelle statunitensi – esercitazioni che la Corea del Nord sostiene siano le prove di una possibile futura invasione del suo territorio da parte dei nemici di Seoul e Washington. Le manovre in questione hanno completato un programma di 30 differenti esercitazioni sul campo basate su uno scenario di guerra aperta con la Corea del Nord. Seoul ha riferito che il numero delle esercitazioni congiunte in programma quest’anno supererà quello del 2022.

Ed è forse per questo che Kim ha scelto di alzare la posta in gioco promettendo di consegnare l’arma nucleare nelle mani della Marina. Le unità della Marina “saranno dotate di nuovi mezzi d’arma secondo la politica di estensione delle operazioni nucleari strategiche”, ha dichiarato il leader, aggiungendo che “in futuro la nostra Marina sarà una componente del deterrente nucleare statale per portare a termine la missione strategica”.

Come ha ricordato il sito Nk News, all’inizio del 2021 Kim aveva invitato l’esercito a produrre sottomarini a propulsione nucleare e un missile balistico lanciabile da sottomarino (Slbm) a raggio intercontinentale a combustibile solido, oltre che a completare lo sviluppo di un sottomarino missilistico balistico rimodellato. Più recentemente, la Corea del Nord ha svelato lo sviluppo in corso di un nuovo drone da attacco nucleare sottomarino e ha mostrato un inedito, grande Slbm in occasione di una fiera di armi nella capitale.

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