L’incidente del sottomarino Uss Connecticut fa cadere le prime teste. Dopo un mese dall’episodio avvenuto nel Mar Cinese Meridionale, quello che per la Marina è stato identificato come una collisione con una montagna sottomarina, il Pentagono ha deciso di rimuovere il comandante dell’unità, Cameron Aljilan, e altri due ufficiali, il vicecomandante Patrick Cashin e il primo capo tecnico Cory Rodgers. Secondo la Us Navy, i tre ufficiali hanno sbagliato manovra causando la collisione con la montagna.
Nessun’arma segreta, nessun attacco cyber o sabotaggio agli impianti: per la Marina si è trattato di un errore causato dalla disattenzione dei comandanti. Un errore umano che non cancella però l’imbarazzo degli Stati Uniti, e per questo da sanzionare con il licenziamento. Ma che non cancella soprattutto il triplice danno subito dagli Stati Uniti con quell’incidente. Fisico, di immagine e anche diplomatico.
Dal punto di vista dei danni all’unità, il Connecticut, impegnato nelle bollenti acque del Mar Cinese Meridionale, è stato costretto a tornare nella base di Guam con 15 marinai a bordo feriti e con riparazioni urgenti per le quali sarà necessario anche un ulteriore passaggio nei cantieri del continente. Danni che sono non solo tecnologici, ma anche economici, dal momento che il mezzo costò tre miliardi di dollari e c’è chi lo definisce “l’automobile di lusso dei sottomarini nucleari”.
Dal punto di vista diplomatico, inoltre, l’incidente del Connecticut arrivò in uno dei momenti più delicati proprio sul fronte marittimo. Gli Stati Uniti avevano appena annunciato l’accordo Aukus con Regno Unito e Australia, in cui è prevista proprio la cessione di tecnologia a Canberra per fornire alla Marina australiana dei sommergibili a propulsione nucleare. Scelta che ha provocato non solo l’ira francese per la cancellazione del precedente accordo con gli australiani, ma soprattutto quella della Cina, che in pochi giorni si è vista arrivare le flotte degli alleati Usa per imponenti esercitazioni nel Pacifico e l’annuncio di un accordo che rafforza un Paese sempre più distante dalle logiche di Pechino. La Repubblica popolare si era anche detta molto inquieta per quanto avvenuto proprio con l’incidente del Connecticut, e il ministero degli Esteri ha chiesto a quello statunitense una relazione approfondita e chiarimenti su un possibile danno al reattore nucleare. Ipotesi scartata da subito dal Pentagono, che tuttavia basta per accendere nuove tensioni tra due potenze che da parecchio tempo vivono relazioni decisamente turbolente.
Il problema resta poi quello di come un sommergibile dotato delle più moderne tecnologie possa avere colpito una montagna sottomarina. Il comandante Aljilani e gli altri due ufficiali sono stati cacciati come primi responsabili dello schianto. Ma in molti si interrogano su come sia possibile che il Connecituct si sia scontrato con un rilievo montuoso negli abissi senza che nessuna tecnologia e nessun membro dell’equipaggio abbia potuto individuare il pericolo e modificare la rotta. Può un classe Seawolf schiantarsi a tutta velocità con una montagna?
Come riporta la Cnn, il viceammiraglio Karl Thomas, comandante della Settima flotta, ha detto che “un processo decisionale prudente e l’adesione alle procedure richieste nella pianificazione della navigazione, nella sorveglianza e nella gestione del rischio avrebbero potuto prevenire l’incidente”. Il problema è che in caso di manovre non particolarmente comuni o in aree estremamente “caotiche” sotto il profilo bellico è possibile sbagliare qualcosa e non avere mappe perfettamente accurate. Specialmente se quella montagna effettivamente era “sconosciuta”, come riferito a UsniNews. Alcuni esperti hanno segnalato che a determinate profondità un sottomarino non utilizza il GPS ma solo le mappe, e che se quelle mappe non sono perfettamente definite possono condurre a incidenti di questo tipo. David Sandwell, professore di geofisica allo Scripps Institution of Oceanography in California, ha riferito sempre alla Cnn che addirittura nel Mar Cinese Meridionale sarebbe mappato solo la metà del fondale. Non è dato sapere in che punto esattamente sia avvenuto l’incidente dello Uss Connecticut, tuttavia si può ipotizzare che l’unità stesse procedendo a una profondità maggiore di quella prevista e senza sonar, per evitare di essere scovati dalle unità nemiche. Senza sonar, senza mappe chiare e a una profondità diversa da quella “ufficiale” è possibile che avvenga un incidente di questo tipo. Ed è molto probabile che in quel momento il sottomarino non volesse essere individuato.