Un fulmine a ciel sereno. Nessuno si sarebbe mai aspettato di assistere all’improvvisa eclissi di Li Shangfu, ministro cinese della Difesa scomparso dalle scene pubbliche lo scorso 29 agosto. Tre settimane fa, a Pechino, aveva preso parte al forum per la pace e la sicurezza Cina-Africa tenendo anche un discorso alla platea. Da quel momento in poi, è evaporato come neve al sole.

Nessuno conosce i motivi ufficiali della sua uscita di scena, anche se inizia a farsi strada la pista della corruzione. La scorsa settimana l’agenzia Reuters scriveva che Li – insieme ad altri otto funzionari di alto livello – sarebbe finito sotto inchiesta per corruzione in relazione a forniture di equipaggiamenti militari all’epoca in cui era alla guida dell’ufficio predisposto della Commissione militare centrale, ovvero tra il settembre 2017 e lo scorso ottobre. Anche l’intelligence Usa sarebbe giunta a simili conclusioni.

Come se non bastasse, a luglio il dipartimento per gli equipaggiamenti militari aveva fatto sapere che erano in corso indagini per corruzione relative a procedure di gare e sulla formazione di cricche private per fatti che risalivano al 2017. Eccolo, dunque, il terzo indizio che potrebbe chiarire, almeno in parte, i contorni della vicenda Li, il generale sanzionato dagli Usa in relazione all’acquisto di armamenti russi che sembra essere l’ultimo colpito dalle purghe di Xi Jinping

Le mosse di Xi

Il portavoce del ministero degli Esteri, Mao Ning, si è rifiutata di rispondere a una domanda su Li, nominato per l’incarico lo scorso marzo (come l’ormai ex collega degli Esteri, Qin Gang, silurato a luglio), mentre sono stati annullati molti incontri in programma tra il generale e i colleghi stranieri. Sarà interessante capire cosa accadrà in vista dello Xiangshan Forum, previsto per ottobre, in cui normalmente interviene il ministro della Difesa.

Questo modello di purghe anti corruzione non è certo una novità per Xi, che ha fatto dello sradicamento della corruzione endemica, in particolare tra le fila dell’esercito, un segno distintivo dei suoi mandati. Allo stesso tempo, un simile modus operandi indica che, nonostante gli sforzi del leader cinese, tale cattiva condotta si starebbe ancora verificando ad alcuni dei livelli più alti e più visibili dell’Esercito popolare di liberazione (Pla), ostacolando potenzialmente le sue ambizioni di modernizzare le forze armate.

Come ministro della difesa, Li non ha supervisionato il combattimento o alcuna campagna militare, ma piuttosto ha svolto un ruolo diplomatico, comunicando con le sue controparti all’estero o, nel caso degli Stati Uniti, rifiutandosi di rispondere alle telefonate del segretario alla Difesa Lloyd Austin all’indomani del caso dei palloni cinesi comparsi sui cieli statunitensi.

Cosa succede nell’esercito cinese

Prima di assumere il ruolo di ministro della difesa, Li era a capo del dipartimento di sviluppo delle attrezzature della Commissione militare centrale, l’organismo che sovrintende l’esercito cinese. Come capo di questo organismo, Li avrebbe supervisionato gli appalti di attrezzature e infrastrutture in tutte le filiali. A luglio, Bloomberg aveva riferito che l’ex dipartimento di Li, nel frattempo divenuto ministro, era finito sotto inchiesta per una serie di problemi di corruzione risalenti al 2017, tra cui “la fuga di informazioni su progetti e unità dell’esercito”. Se così fosse, i fatti coinciderebbero con il mandato di Li come capo del dipartimento.

Sempre a luglio, il comandante della Rocket Force Li Yuchao è stato rimosso insieme al suo vice Liu Guangbin, mentre un ex vice, Zhang Zhenzhong, sarebbe stato messo sotto inchiesta dall’unità anticorruzione della Commissione militare centrale.

Il terremoto nel Pla potrebbe dunque avere due spiegazioni. La prima: quello che Xi e il governo hanno dichiarato pubblicamente è che la Cina ambisce ad ottenere un “esercito moderno” entro il 2027. Se le voci e le speculazioni sulla corruzione nei vari dipartimenti e nella Rocket Force fossero vere, questo ostacolerebbe i suddetti obiettivi di modernizzazione. La seconda: Xi ha più volte detto che vuole avere i militari completamente sotto il controllo del partito. Detto altrimenti: tutti devono allinearsi al Pcc. Nessuno escluso.

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