Difesa /

La Germania sta cercando di accordarsi con Italia, Svezia e Spagna per la nascita di un nuovo Mbt (Main Battle Tank) che, con ogni probabilità, si porrà come progetto sostitutivo del carro franco-tedesco Mgcs (Main Ground Combat Systems).

La notizia, che ha il sapore di un’indiscrezione, è stata diffusa dal quotidiano tedesco Handelsblatt, il quale specifica che ci sarebbe già un accordo di massima firmato tra le parti in causa che, dal lato tedesco, vede la presenza di Rheinmetall e Krauss-Maffei Wegmann (Kmw) e da parte italiana Leonardo.

Se confermata – come riferiscono fonti Ue -, questa nuova collaborazione multinazionale rappresenta una sorpresa perché recentemente la Francia ha proposto alla Germania l’ingresso ufficiale dell’Italia nel programma Mgcs.

A fine agosto, infatti, il quotidiano francese La Tribune aveva riferito che Parigi avrebbe dato a Berlino una sorta di aut aut chiarendo che o si fa partecipare anche Roma, o il programma congiunto per un nuovo Mbt non si sarebbe fatto. Sempre secondo il quotidiano francese, Francia e Italia si sono recentemente accordate per proporre alla Germania di includere la partecipazione italiana (rappresentata da Leonardo) nel programma, con Parigi che sembra non voler più farsi scavalcare da Berlino nei progetti di cooperazione nell’industria militare.

Come vi abbiamo già riportato, la partecipazione italiana all’Mgcs si ventilava da tempo a fronte dell’emergenza rappresentata dalla linea carri dell’Esercito Italiano, ma il programma franco-tedesco ha subito notevoli ritardi per via dei disaccordi tra Parigi e Berlino mettendone a rischio il futuro. La diatriba è legata alla ripartizione della partecipazione industriale e all’assegnazione dei brevetti, ed ha assunto toni talmente elevati da averne posticipato la prevista tempistica di consegna al 2040 invece che al 2035. Nonostante l’ottimismo di facciata dei rispettivi governi, i due Paesi non trovano terreno comune per accordarsi: recentemente, a luglio, abbiamo assistito a un ulteriore screzio, con la Francia che ha rifiutato all’ultimo momento la partecipazione dei suoi industriali a un incontro in Germania per finalizzare la collaborazione.

La mossa di Berlino tesa a portare l’Italia in un nuovo progetto si configura quindi come il tentativo di controbilanciare la proposta francese che, se dovesse concretizzarsi, darebbe a Parigi più peso decisionale per via della lunga storia di collaborazione italo-francese nel settore dell’industria della Difesa.

Attualmente non abbiamo modo di confermare quanto riferito da Handelsblatt riguardo la presunta firma di un accordo preliminare, ma se così fosse riteniamo che possa essere la strada migliore per avere un nuovo Mbt al cui progetto parteciperemmo alla pari, e soprattutto contribuiremmo coi nostri requisiti di sistema.

Da queste colonne, avevamo auspicato che l’Italia potesse consorziarsi con altri partner europei per la creazione di un altro Mbt rispetto all’Mgcs, che proprio per quanto detto sinora, e per le dinamiche di protezionismo francesi – caratterizzanti tutta la storia passata dell’industria della Difesa europea peraltro – ci è apparso un progetto sconveniente e, molto probabilmente, già morente.

L’apertura tedesca a un nuovo Mbt è stata determinata molto probabilmente dalla volontà di staccarsi da un partner industriale diventato scomodo anche per questioni pregresse: il programma per un nuovo pattugliatore marittimo (Maws – Maritime Airborne Warfare System) è ormai naufragato sempre per le medesime questioni, con Berlino che ha optato per gli statunitensi P-8 “Poseidon”, mentre anche il progetto Scaf (Système de Combat Aérien du Futur) per un velivolo di sesta generazione sembra a un punto morto, soprattutto se paragonato ai progressi compiuti dal suo diretto concorrente, il “Tempest” (o Gcap – Global Combat Air Programme), che ha attirato anche la partecipazione nipponica.

Giappone che potrebbe essere un ulteriore partner del nuovo programma per un carro armato europeo anche grazie i recenti accordi strategici siglati tra Roma e Tokyo.

Il Paese del Sol Levante ha in servizio il Type 10 dal 2012 il cui sviluppo risale al 2002 (peraltro col primo prototipo arrivato dopo soli 4 anni), pertanto, pur restando tra i più moderni Mbt esistenti al mondo, non è stato pensato per essere un “sistema di sistemi” come il programma Mgcs e come richiede il campo da battaglia contemporaneo e soprattutto quello futuro. Tokyo quindi potrebbe essere interessata allo sviluppo di un nuovo carro armato, e se la collaborazione in campo aeronautico si dimostrerà vincente, il partenariato tra Germania, Italia, Svezia e Spagna potrebbe essere allargato anche al Giappone.

A livello politico, sul fronte italiano occorrerà chiarezza sui propri indirizzi e bisognerà considerare le eventuali ripercussioni di una scelta che facilmente potrebbe indispettire l’Eliseo, ma stante la cronica scarsità di fondi destinati alla Difesa – nonostante gli impegni sottoscritti con la Nato ci impongano di portarne il bilancio al 2% del Pil – e considerando l’investimento deciso per l’acquisto dei Leopard 2 (probabilmente delle versioni A7 o A7+ attualmente disponibili sul mercato) dalla Germania come integrazione/sostituzione della linea Ariete C1, ci sentiamo di escludere la possibilità che Roma percorra entrambe le strade.

Non siamo a conoscenza dei requisiti di sistema del nuovo Mbt proposto dalla Germania, pertanto non è possibile paragonarlo con quelli (non del tutto noti) dell’Mgcs, ma dal punto di vista industriale e dell’elasticità collaborativa la strada verso Berlino ci sembra la più adatta alle nostre esigenze.

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