Il nuovo Mbt (Main Battle Tank) franco-tedesco MGCS (Main Ground Combat System) si conferma essere un progetto che stenta a decollare.

Nel 2017, al momento della definizione del programma per il nuovo carro armato – che dovrà essere un “sistema di sistemi” secondo la stessa filosofia che anima i caccia di quinta, ma soprattutto sesta generazione – si prospettava che le prime consegne ai reparti sarebbero avvenute nel 2035, ma ora, sia dalla Francia sia dalla Germania, arrivano notizie che quell’orizzonte temporale non sarà rispettato.

Il Bundestag, in un rapporto ufficiale sugli sviluppi del programma risalente a fine febbraio, afferma che a causa di una situazione di stallo nei negoziati tra Germania e Francia, lo sviluppo del nuovo Mbt sta richiedendo più tempo del previsto. Nel rapporto si legge anche che il programma ha accumulato “diversi anni di ritardo rispetto al piano originale” pertanto la prima consegna dell’MGCS prevista nel 2035 “non è più fattibile”.

Anche da parte francese non c’è molto ottimismo sul futuro del nuovo carro armato: l’MGCS è stato menzionato una sola volta nella bozza della Legge di Programmazione Militare (LPM) 2024-2030, con la notazione alquanto vaga che “deve preparare il futuro del combattimento terrestre”. Inoltre, il testo di legge conferma che l’Armée de Terre potrà schierare 200 carri armati Leclerc portati allo standard XLR, di cui 160 nel 2030 e gli ultimi quaranta che saranno consegnati nei successivi cinque anni.

Nonostante questa situazione, la Direction Générale de l’Armament (DGA) ha affermato che per il momento non c’è “nulla di cui preoccuparsi”, precisando che dovrebbero essere lanciati otto carri MTD (Main Technical Demonstrators). Tuttavia, il programma MGCS deve includere tredici MTD, e la DGA non ha specificato tempistiche né che tipo di dimostratori saranno prodotti. In ogni caso l’ente ha affermato che “stiamo cercando di accelerare” e “siamo ben consapevoli dei vari punti di passaggio obbligati per poter mantenere la nostra capacità operativa in termini di combattimento”, un modo sibillino di dire che la Francia sta comunque pensando ad una soluzione alternativa – ad interim o meno – stante i ritardi accumulati dal programma che molto facilmente potrebbero metterlo a rischio.

Eventualità confermata da Nicolas Chamussy, amministratore delegato di Nexter, che durante un’audizione all’Assemblea Nazionale, il 3 maggio, ha affermato che nonostante l’MGCS resti l’obiettivo principale del programma di carri armati in collaborazione con la Germania, “ci vorrà una soluzione intermedia, in un modo o nell’altro, per un sostituto del carro armato Leclerc. Una soluzione che si sta gradualmente imponendo, visto il contesto ucraino e l’arrivo di carri armati con nuove capacità”. Per soddisfare l’esigenza di una soluzione intermedia, Nexter ha proposto il concetto di E-MBT, un carro armato che capitalizza le competenze e i risultati di Germania e Francia, in risposta alla richiesta del Ministero della Difesa francese di trovare una soluzione di ripiego, qualunque cosa accada.

I tedeschi sembrano più pessimisti rispetto ai francesi, e benché non si nomini esplicitamente una soluzione ad interim – o definitiva – sappiamo che Berlino prevede di ordinare i carri Leopard 2A8, che, insieme al nuovo KF-51 “Panther” prodotto da Rheinmetall, potrebbero essere qualcosa di più di un riempitivo in attesa dell’MGCS.

I ritardi accumulati dal programma per il nuovo MBT sono determinati, come abbiamo avuto modo di evidenziare più volte, da dissidi tra Francia e Germania per quanto riguarda la ripartizione del lavoro.

Su questa tematica si nota la differente narrazione: da parte francese si afferma che il programma è posto “sotto la gestione tedesca” e che la divisione dei compiti tra le industrie nazionali franco-tedesche è stata stabilita in un rapporto “50 e 50”, ma i tedeschi non la pensano allo stesso modo. Berlino afferma che le società coinvolte, KMW, Nexter e Rheinmetall, stanno ancora lottando sulla questione di chi assumerà la guida dei vari componenti per il nuovo carro armato. Nella relazione confidenziale sul progetto alla commissione per il bilancio, il Ministero della Difesa tedesco ha ammesso che le “questioni precedentemente controverse” potrebbero “non essere ancora risolte”. In base a questo, in quattro degli otto “campi tecnologici” centrali non è ancora stato stabilito quale Paese debba avere voce in capitolo e quale azienda sarà l’appaltatore principale. Tuttavia secondo un accordo tra i governi, la Germania dovrebbe avere la leadership generale dell’MGCS e la Francia dello SCAF (Système de Combat Aérien du Futur), il caccia di nuova generazione concorrente del “Tempest” anglo-italo-nipponico, ma anche in questo progetto, come sappiamo, ci sono stati dissidi e discussioni che ne hanno procrastinato l’inizio dello sviluppo, e che potenzialmente potrebbero ripresentarsi in futuro.

Come ammesso dal Ministero della Difesa di Berlino, la mancanza di accordo sulla divisione di tutti i pacchetti di lavoro sta bloccando qualsiasi progresso nel progetto di sviluppo dell’MGCS, che secondo la Germania dovrebbe vedere le prime consegne nel 2040: un orizzonte troppo lontano per le forze armate e per la stessa base industriale, in quanto il conflitto in Ucraina ha generato una corsa ai mezzi corazzati che non può aspettare quasi 20 anni.

Berlino e Parigi, quindi, continuano a “litigare” per il nuovo Mbt, ma hanno pronte soluzioni alternative nazionali, con la Germania che sembra molto più in vantaggio in quanto, come detto, l’ordine per i Leopard 2A8 sembra essere già sul tavolo. Questa soluzione, come quella ventilata in Francia per un aggiornamento del Leclerc, non garantisce però di avere un Mbt che sia un “sistema di sistemi”, ovvero capace di operare UGV (Unmanned Ground Vehicle), droni, o che sia in grado di essere messo “a sistema” secondo la dottrina del combattimento multidominio.

Apriamo ora una piccola parentesi che riguarda il nostro Paese. Nell’ultimo Documento Programmatico Pluriennale era comparsa una voce – non finanziata – riguardante proprio l’interesse della Difesa nazionale per il programma MGCS, ma pochi mesi dopo lo Stato Maggiore dell’Esercito ha riferito di essere interessato all’acquisizione di un certo numero di Leopard 2A7 tedeschi e parallelamente si sta portando avanti la modernizzazione dei carri “Ariete C1”. Viene pertanto da chiedersi quali sia la strada che si vuole prendere a Palazzo Baracchini e allo Stato Maggiore Esercito per quanto riguarda la componente corazzata: i carri servono adesso, non tra 20 anni e nemmeno si può pensare che i pochi “Ariete C1” rimodernati siano una soluzione ottimale per i campi di battaglia moderni. Stante l’elevata possibilità che il programma MGCS venga accantonato – com’è stato per il nuovo pattugliatore marittimo franco-tedesco (il MAWS – Maritime Airborne Warfare System) – e vista l’impellente necessità di avere un Mbt all’altezza degli scenari bellici attuali, forse la soluzione ottimale, ad interim, è quella di puntare sui Leopard 2, magari nella versione A8 come fatto dalla Germania, e pensare a consorziarsi con altre realtà per progettare un carro che sia davvero “sistema di sistemi”, magari coinvolgendo non solo Berlino ma anche Tokyo (perché non estendere la nostra partnership strategica col Giappone anche oltre l’ambito aeronautico?) e Londra, che nonostante abbia appena ordinato i Challenger 3, comunque dovrà pensare a un mezzo “multidominio” spinto.

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