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La Us Air Force, l’aeronautica militare statunitense, ha comunicato che il nuovo bombardiere strategico stealth B-21 “Raider” ha avviato la fase di sperimentazione a terra dei motori come parte del programma di test condotti presso la Northrop Grumman di Palmdale, in California.

Questo particolare passaggio nello sviluppo di un velivolo è considerato universalmente come un’importante pietra miliare per la sua nascita: il propulsore è il fulcro intorno a cui si forgia un aereo insieme all’avionica, ed è quello che determina prestazioni come velocitĂ , quota di tangenza, autonomia e rateo di salita. Requisiti che, insieme ad altri piĂą specifici legati ad esempio alla cellula, vengono definiti per una macchina in fase di progettazione, quindi il propulsore deve soddisfarli.

Oltrepassare questa fase, molto delicata, significa essere in dirittura d’arrivo verso il primo test di volo che, secondo quanto riferito dalla Us Air Force a marzo di quest’anno, dovrebbe tenersi “entro la fine dell’anno”.

La data del debutto è slittata più volte nel corso degli ultimi anni: nel 2019 era data per il dicembre 2021, successivamente alla prima metà del 2022.

Nonostante questi ritardi, tra cui l’ultimo comunicato recentemente, il programma di sviluppo è proseguito velocemente rispetto ad altri, nel passato recente e lontano, relativi a macchine di sesta generazione come è il B-21: a fine 2018 era stata infatti superata la “Critical Design Review” (Cdr) ovvero quella fase atta a stabilire che il progetto è idoneo a procedere verso la produzione dei primi prototipi e successivamente verso la produzione di serie, mentre a settembre 2021 siamo venuti a sapere della costruzione di cinque prototipi, di cui due giĂ  assemblati.

L’aeronautica statunitense e la Northrop Grumman non hanno mai fornito pubblicamente una data per il primo volo del “Raider”, dicendo solo che sarebbe seguito al roll out, che è avvenuto il 2 dicembre 2022, ma si sono genericamente limitati a dire che sarebbe avvenuto quest’anno e sarebbe stato “guidato dai dati e dagli eventi”.

Guardando al passato, il primo volo del bombardiere B-2 “Spirit”, l’ultimo introdotto dall’U.S Air Force nella sua flotta, ebbe luogo nel luglio 1989, circa otto mesi dopo il suo roll out risalente al novembre 1988. Questo intervallo di tempo però, è solo indicativo e non rappresenta una tempistica ricorrente, soprattutto perchĂ© il B-21 incorpora tecnologie molto diverse e avanzate rispetto al B-2, che pure è stato, per l’epoca, un velivolo rivoluzionario.

L’aeronautica Usa sta cercando intensamente di mantenere il costo medio unitario del B-21 intorno ai 550 milioni di dollari del 2010, che ora equivalgono a 692 milioni di dollari per via dell’inflazione, pertanto Northrop Grumman è sotto osservazione del Pentagono per cercare di contenere i costi. Il B-21, tuttavia, è talmente segreto che quasi tutte le cifre del budget che lo riguardano sono nascoste ed è difficile monitorare quanto il programma stia rispettando i costi, a parte riportare le audizioni pubbliche e i relativi documenti dei legislatori statunitensi informati sul programma.

Questo velo di segretezza però ogni tanto offre degli spiragli: il 12 settembre sono state diffuse nuove immagini del bombardiere strategico che hanno permesso di effettuare delle stime su alcune sue caratteristiche. Il sito The Aviationist, infatti, riporta che confrontando le dimensioni del velivolo con l’altezza media delle persone negli Stati Uniti – visibili nelle foto – il B-21 sembra avere un’apertura alare di circa 41,5 metri e un’altezza di 6,6, il che significa che è piĂą stretto e piĂą alto rispetto al B-2. Sempre le stesse riprese fotografiche hanno permesso di scoprire il posizionamento dell’aggancio per la sonda del rifornimento in volo e i siti di uscita dei seggiolini eiettabili.

L’Air Force spera di prendere in consegna quasi 150 nuovi bombardieri – nelle ipotesi più ottimistiche – che andranno a far parte di una forza complessiva da bombardamento composta da 225 velivoli comprendente i nuovi Raider e i vetusti (e più longevi in assoluto) B-52H, che grazie a diversi aggiornamenti – tra i quali nuovi motori – potrebbero essere utilizzati sino al 2045/2050. L’attuale forza complessiva da bombardamento strategico (nucleare e non) statunitense comprende 20 B-2A, 61 B-1B e 76 B-52H, per un totale di 157 velivoli, sebbene non tutti siano disponibili nel medesimo momento. In particolare, nei piani dell’U.S Air Force, c’è la volontà di ridurre la forza di B-1 a 45 esemplari, portando il totale a 142 velivoli complessivamente.

Sul B-21 non sappiamo granchĂ©, se non che si tratta di una macchina complessa, ovvero non pensata solo per effettuare bombardamento strategico nucleare e convenzionale, ma si configurerĂ , come tutta la sesta generazione aeronautica, come un “sistema di sistemi” quindi, si ritiene plausibile che avrĂ  una suite di sensori e strumenti in grado di caratterizzarlo anche come piattaforma Isr (Intelligence, Surveillance and Reconnaissance) volante. La missione primaria, sfruttando la capacitĂ  di interconnessione e integrazione “by design” del B-21 sarĂ  l’attacco in profonditĂ  utilizzando la sua furtivitĂ  (la “stealthness”) insieme a una serie di missili da crociera o bombe guidate plananti.

Come annunciato già a marzo 2019, i primi bombardieri B-21 saranno ospitati presso la base aerea di Ellsworth in Sud Dakota, che ora vede la presenza dei B-1B, a cui seguirà il loro dispiegamento a Dyess, in Texas, che attualmente ospita sempre i “Lancer”, e a Whiteman, in Missouri, dove ci sono i B-2.

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