Una nave spia della Marina Russa ha trascorso gli ultimi giorni incrociando al largo della costa occidentale delle Hawaii. La nave, che risulta essere la Kareliya (Ssv-535) ha operato appena fuori dalle acque territoriali degli Stati Uniti, come hanno confermato funzionari della U.S. Navy a Usni News.
“La flotta del Pacifico è a conoscenza della nave russa che opera in acque internazionali nelle vicinanze delle Hawaii e continuerà a seguirla per tutta la durata del sua permanenza qui”, ha detto il portavoce dell’U.S. Pacific Fleet, il capitano John Gay. “Attraverso velivoli da pattugliamento marittimo, navi di superficie e capacità congiunte, possiamo monitorare da vicino tutte le navi nell’area delle operazioni indo-pacifiche” ha concluso l’ufficiale.
La nave risulta non avere in funzione il sistema di identificazione automatica (Ais), quella specie di “transponder” navale che comunica posizione, velocità e generalità dei vascelli in navigazione, ma nonostante questo non rappresenta un pericolo. Il comando statunitense della flotta del Pacifico non ha fornito ulteriori dettagli sulla nave russa, ma sappiamo che la Kareliya, della classe Vishnya, appartiene alla Flotta Russa del Pacifico con sede a Vladivostok ed è una una delle sette unità di questo tipo della Marina Russa specializzate nell’intelligence dei segnali (Sigint) che intercettano e decifrano le trasmissioni dell’avversario.
La nave spia, venerdì scorso, era a circa 13 miglia nautiche a ovest dell’isola di Kauai, secondo fonti open source di intelligence, cioè appena fuori dalle acque territoriali degli Stati Uniti.
Kauai risulta essere la sede della Pacific Missile Range Facility di Barking Sands, dove la U.S. Navy e l’Agenzia per la Difesa Missilistica testano diversi vettori.
Il vascello spia Kareliya è entrato in servizio nel 1986 ma è stato posto in “naftalina”, come si suol dire in gergo marinaresco (ovvero in uno stato di conservazione), nei primi anni 2000. Nel 2014, la Marina Russa ha riattivato la nave sottoponendola a lavori di riparazione e aggiornamento durati tre anni, per riconsegnarla alla flotta nel 2017.
Le operazioni Sigint sono una pratica comune tra le marine rivali e alleate. Le navi cinesi e russe monitorano regolarmente le esercitazioni statunitensi, e allo stesso modo, aerei e navi dei servizi segreti dei Paesi Nato operano regolarmente al largo delle coste di Cina e Russia in operazioni di raccolta dati e segnali simili.
Questa attività si è fatta più intensa da ambo le parti negli ultimi anni, in concomitanza con il risorgere dei contrasti e delle tensioni geopolitiche. Lo scorso novembre, ad esempio, davanti alle coste della Scozia hanno incrociato, per parecchi giorni, due navi spia russe della Flotta del Nord. Si trattava di due vascelli della medesima classe della Kareliya che hanno operato a non molta distanza dalla base della Raf (Royal Air Force) di Lossiemouth, che recentemente ha subito importanti lavori di rinnovamento e ingrandimento.
Più recentemente, altre due navi spia, forse le stesse che sono state viste nelle acque scozzesi, hanno accompagnato il Csg britannico diretto verso l’Estremo Oriente nel primo breve tratto del suo viaggio. Andando un po’ indietro nel tempo, invece, la nave spia “Viktor Leonov” era stata avvistata al largo delle coste della Carolina del Sud e della Florida a dicembre del 2019. Anche in quella occasione il vascello aveva il sistema Ais spento e non utilizzava luci di navigazione, oltre a non rispondere ai tentativi delle navi commerciali di comunicare per evitare potenziali incidenti. La “Viktor Leonov”, come la “Kareliya” è della classe Vishnya. In particolare questa unità pattuglia regolarmente le acque internazionali lungo la costa orientale degli Stati Uniti dal 2015 ed è stata vista anche nei Caraibi, tra Cuba e Trinidad e Tobago. L’apparizione di navi per la raccolta di informazioni russe o cinesi al largo delle Hawaii rientra quindi nella prassi comune, e non è nulla di eccezionale visti i tempi.
Nel 2018, ad esempio, dopo che la Cina fu esclusa dall’esercitazione “Rim of the Pacific” (Rimpac), fece la sua comparsa una nave spia in acque internazionali al largo delle coste hawaiane.
Nel 2014, quando la Cina è stata invitata a partecipare per la prima volta a Rimpac, ha inviato anche una nave spia. L’U.S. Navy ci ricorda anche che, nel 2012, sempre Pechino aveva spedito uno di questi vascelli vicino alle Hawaii. Nel 2016, sempre durante l’esercitazione in questione, è stata la Russia a farsi viva, con una nave della classe Balzam.
Sembra quindi che si sia tornati agli scenari da Guerra Fredda, quando le navi di sorveglianza russe operavano comunemente al largo della costa orientale vicino alla base navale di Norfolk, in Virginia, in prossimità di quella di Mayport, in Florida, o davanti alla base dei sottomarini nucleari di Kings Bay, in Georgia.
Anche nel Mediterraneo, nella base navale russa in Siria di Tartus è presente un’unità di questo tipo: la Priazove, sempre della classe Vishnya.
L’utilizzo di naviglio di questo tipo è più indicato per quei Paesi, come Russia e Cina, che non hanno possibilità di usare basi aeree situate nei pressi dei propri avversari, ma se un vascello ha lo svantaggio, rispetto a un velivolo, di avere tempi di dispiegamento molto lunghi, ha invece il pregio di poter restare “in zona di operazioni” molto più a lungo, fattore che permette di ottenere dati in modo continuativo quando si tratta di seguire esercitazioni – come quelle navali – che possono durare per parecchi giorni.