Il ministero della Difesa tedesco sembra aver finalmente scelto il successore dell’ormai obsoleto P-3C Orion, il pattugliatore marittimo quadriturboelica che è in forza alla Marineflieger sin dal 2006.
Come riportato dal Behörden Spiegel risulta che il segretario di Stato parlamentare Thomas Silberhorn abbia respinto l’offerta francese di una soluzione provvisoria che prevedeva gli Atlantic 2. “Il numero e la prevista disponibilità degli aeromobili offerti non saranno in grado di coprire i requisiti di potenziali futuri obblighi operativi o le esigenze di rigenerazione degli equipaggi e per l’implementazione di voli di addestramento e ricognizione” ha detto Silberhorn in risposta a un’interrogazione ufficiale di Christian Sauter, parlamentare del Fdp. Il rifiuto tedesco all’offerta di Parigi porta con sé l’unica alternativa possibile, ovvero che il nuovo pattugliatore marittimo delle Bundeswehr sarà il Boeing P-8 Poseidon statunitense.
Il ministero delle Forze Armate francese aveva offerto, non più tardi del mese scorso, quattro aerei Breguet Atlantic 2 alla Germania per colmare quella che sarà una prossima lacuna nelle capacità antisommergibili della Marina Tedesca, a condizione che Berlino provvedesse alla loro modernizzazione. La proposta per i quattro aerei, che avrebbero dovuto essere tutti portati all’ultimo standard tecnologico che ha superato con successo la pietra miliare della Ioc (Initial Operational Capability – Capacità operativa iniziale) nel 2020, includeva anche formazione per il personale e attività di manutenzione. Il ministero francese non aveva specificato i costi della proposta limitandosi a riferire che gli accordi per armamento e contromisure sarebbero stati “elaborati in una seconda fase”.
La soluzione si era imposta a causa della data di entrata in servizio del nuovo pattugliatore frutto del programma Maws (Maritime Airborne Warfare System) che i due Paesi vogliono sviluppare congiuntamente: un progetto da mettere in campo intorno al 2035. Il problema, però, è che la Marina Tedesca ha bisogno di nuovi aerei di questo tipo entro il 2025, anno in cui gli otto P-3C attualmente in servizio raggiungeranno la fine della vita operativa, avendo deciso di non proseguire nel loro programma di modernizzazione a giugno del 2020 per una questione di costi e di difficoltà tecniche sopraggiunte.
Anche un’altra soluzione temporanea tutta europea è stata scartata dal Bundestag: tenendo conto dei criteri definiti dal governo federale i sistemi d’arma C-295 MPA e C-295 MSA di Airbus non sarebbero paragonabili alle prestazioni degli Orion in termini di autonomia, durata del volo, profilo di velocità richiesto e armamento, a causa del design. Come si legge nella documentazione ufficiale del parlamento tedesco, viene affermato che “durante il periodo di transizione, il livello di conformità (con i velivoli precedenti n.d.r.) per la Germania sarebbe in linea di principio sufficiente, ma non disponibile in modo tempestivo per evitare un temporaneo divario di competenze”. Inoltre si afferma, in particolare, che “il sistema d’arma C-295 MSA, d’altra parte, non è adatto a causa della mancanza di un sistema di autoprotezione e di equipaggiamento militare integrato”.
La strada per l’ingresso dei Poseidon nella Marineflieger era stata aperta già ad inizio marzo, quando il Dipartimento di Stato americano aveva approvato l’esportazione dei P-8, che si basano sul velivolo civile della Boeing tipo 737-800, in un numero massimo di cinque esemplari. Proposta che comprendeva anche la fornitura di attrezzature e servizi completi per la missione per un valore complessivo di 1,77 miliardi di dollari, pari a 1,48 miliardi di euro.
Una soluzione che, ai tempi, veniva considerata “molto costosa per una scelta ad interim” dalla stampa tedesca specializzata, che pertanto prospettava il seppellimento precoce del programma Maws, basato sull’Airbus A320. Una possibilità paventata anche in Francia, dove più di un osservatore ritiene che l’ostruzionismo autoctono e la presenza dello spettro statunitense possa far indietreggiare la Germania sino a farla uscire completamente dai programmi di sviluppo congiunti, consegnandola ad altri partner europei, ma soprattutto all’industria bellica Usa.
Se sullo Scaf vige ancora un po’ di ottimismo in merito alla partnership franco-tedesca, la recente decisione del Bundestag sui pattugliatori marittimi sembra affondare ogni speranza che il Maws veda la luce, proprio per le considerazioni in termini di costi non solo di acquisizione dei velivoli. I P-8 Poseidon sono infatti aerei profondamente diversi rispetto agli Orion utilizzati sino a oggi dagli equipaggi della Marineflieger: si tratta di velivoli con ala a freccia, motori a reazione, pensati per operare a quote e velocità diverse rispetto ai lenti quadriturboelica con ala dritta. Del resto sono nati per svolgere uno spettro di missioni più ampio rispetto ai soli compiti Asw e Asuw, come ad esempio quelli inerenti l’Isr (Intelligence, Surveillance, Reconnaissance), con possibilmente, come pensato dalla stessa Boeing, assumere veri e propri compiti Sigint (Signal Intelligence).
Avendo un profilo di missione così diverso rispetto agli Orion, i costi (e i tempi) di addestramento per gli equipaggi saranno maggiori rispetto a quanto avveniva per gli Orion o quanto si poteva prevedere per gli Atlantic 2, ed è difficile pensare che Berlino intenda sobbarcarsi un onere simile per un arco temporale di soli dieci anni, avendo in servizio un velivolo che, in prospettiva, potrebbe essere sfruttato più a lungo.
Il pragmatismo teutonico potrebbe però scontrarsi con la volontà di non scontentare nessuno, venendo a creare un nuovo “pasticcio” come quello visto con la decisione di acquistare F-18 e Typhoon “ad interim” in sostituzione dei Tornado.
Di certo a Washington sorridono, essendo riusciti a far prendere una – mezza – decisione a Berlino che probabilmente non sarebbe stata ottenuta dall’amministrazione precedente, stante il livello di scontro raggiunto a quei tempi, mentre sul fronte opposto, invece, Parigi vede concretizzarsi quello che più paventava: il sempre maggiore ingresso di realtà industriali militari statunitensi in Europa. La Francia, però, non è animata e non si fa promotrice di una presunta “coscienza collettiva europea”, bensì è spinta dalla volontà di sostituirsi ai concorrenti di oltre Atlantico.