Nella giornata di mercoledì 12 ottobre, Fincantieri ha firmato, presso l’ambasciata italiana ad Atene, una serie di memorandum di intesa con una selezione di potenziali nuovi fornitori nell’ambito del programma del ministero della Difesa ellenico per la costruzione di quattro corvette e la fornitura dei servizi di Integrated Logistic Support (Ils) e In Service Support (Iss).
Fincantieri annovera tra i suoi clienti numerose marine estere ed è partner di alcune tra le principali aziende europee della Difesa nell’ambito di programmi sovranazionali. Lo scopo di questi accordi è di porre le basi per definire possibili rapporti commerciali per forniture specifiche. Infatti, il gruppo cantieristico nazionale, leader del settore, che può contare su un’ampia rete di fornitori di fiducia, cerca continuamente di ampliare e rafforzare il proprio indotto e istituirà una catena di fornitura dedicata alle attività nell’ambito dello sviluppo di questi segmenti avviato dalla Grecia. Fincantieri ha svolto attività di ricerca in Grecia al fine di identificare i fornitori con cui avviare potenziali collaborazioni per quanto riguarda le nuove corvette o per qualsiasi nuovo programma di navi militari, con l’obiettivo principale di rafforzare la cooperazione del gruppo con le società elleniche.
L’Italia, così, rientra “dalla finestra”, in una partita che si riteneva chiusa: quella delle forniture navali alla Grecia. A febbraio del 2021, infatti, Atene aveva dimostrato interesse per l’acquisto delle fregate tipo Fremm dal nostro Paese: la Grecia, come avevamo riferito, si era interessata a quattro fregate multimissione costruite da Fincantieri Marine, o, in alternativa, ad acquistare due vecchie classe Maestrale.
Successivamente Atene aveva optato per l’offerta francese per tre nuove fregate costruite da Naval Group: il 13 gennaio 2022 il ministro francese delle Forze armate, Florence Parly, e il suo omologo greco, Nikos Panagiotopoulos, hanno visitato il cantiere navale del Gruppo Navale di Lorient (Bretagna) dove hanno assistito alle fasi di costruzione della prima fregata Fdi-Hn. L’11 dicembre 2021 le autoritĂ greche avevano infatti annunciato di aver optato per l’offerta francese facendo seguito alla firma, avvenuta il 28 settembre precedente, di un memorandum di intesa da parte del ministero della Difesa greco, Naval Group e Mbda.
Naval Group, per quanto riguarda le corvette, era in competizione con Fincantieri (che proponeva un progetto basato sulla classe Doha) e i cantieri olandesi Damen (col progetto Sigma 10514). Secondo quanto riferito, Lockheed Martin stava cercando di rilanciare le sue unitĂ derivate dalle Lcs (Littoral Combat Ship), le Mmsc.
Le Fdi-Hn, invece, verrebbero offerte alla marina ellenica in una configurazione che prevede un’unitĂ da 4500 tonnellate equipaggiata con i migliori sistemi elettronici, tra cui il potentissimo radar Sea Fire tipo Aesa (Active Electronically Scanned Array) di Thales, e nuovo sonar. Sarebbero armate con 32 celle verticali di lancio (Vls – Vertical Launch System) tipo Sylver A50 per missili Aster 30, un Ciws (Close-In Weapon System) Ram, otto Exocets Ssm aggiornati, due lanciatori gemelli per siluri MU90, un cannone da 76 millimetri e infine due cannoni automatici controllati a distanza.
Come aveva riferito Naval News, il piano proposto da Naval Group prevede la costruzione delle tre fregate in Francia con la consegna delle prime due entro il 2025 e della terza nel 2026. Una rimane in opzione e potrebbe essere costruita dai cantieri navali greci.
Tornando alle nuove corvette, la firma del memorandum con Fincantieri spazza via i dubbi sollevati in Grecia legati al finanziamento del programma, a causa dei costi del nuovo piano di costruzioni navali che considerava anche la possibile acquisizione delle corvette classe Gowind, sempre costruite a Lorient.
Il piano programmatico della Difesa greca, come riferisce il sito ellenico Naval Defence, prevedeva infatti una spesa di 3,3 miliardi di euro per le 3 fregate Fdi-Hn lasciando circa 1,7 miliardi, a fronte di un budget iniziale di 5 miliardi, per le corvette.
Quindi sottraendo i 700 milioni destinati all’ammodernamento delle fregate Meko 200Hn, per le nuove unitĂ sarebbero rimasti solo 1,5 miliardi di euro. Sappiamo che a fine settembre di quest’anno erano in corso trattative coi tedeschi per far scendere il prezzo di modernizzazione delle unitĂ a 600 milioni, ma la firma del memorandum di intesa con Fincantieri fa ritenere che il ministero delle Finanze ellenico sia riuscito a stanziare fondi aggiuntivi o si siano raggiunti accordi per la costruzione di alcune unitĂ in Grecia. In sintesi possiamo ipotizzare sia maturata la necessitĂ di cercare partner la cui proposta si aggiri intorno alla cifra restante pari a 1,5 miliardi, e a tal fine possiamo quindi pensare che due o magari anche tre delle quattro nuove corvette saranno costruite nei cantieri ellenici con partecipazione italiana.
La firma del memorandum, come accennato, fa rientrare in gioco l’Italia nel delicato scacchiere delle forniture militari ai Paesi del Mediterraneo Orientale – che risulta essere fondamentale per la sicurezza di tutto il bacino e quindi anche del nostro Paese –, erodendo un po’ della presenza francese: Parigi, oltre alle fregate, ha in essere un contratto per la fornitura all’aeronautica ellenica di cacciabombardieri Rafale, mentre l’Egitto è stato il principale importatore di armi dalla Francia nel 2021, grazie all’ordine di acquisto proprio di 30 caccia francesi. Parigi ha firmato nel maggio del 2021 un accordo da 4,5 miliardi di dollari per l’acquisto dei velivoli, da consegnare nel 2024. Nel rapporto si precisa inoltre che le esportazioni di armi francesi sono piĂą che raddoppiate nel 2021, raggiungendo gli 11,7 miliardi di euro, di cui 5,2 miliardi di euro (il 44%) nel Vicino e Medio Oriente. Nel 2020, lo ricordiamo, il nostro Paese aveva venduto al governo egiziano due fregate Fremm destando non pochi malumori all’Eliseo, in quanto la Francia ha particolari interessi strategici in Egitto, anche e soprattutto legati all’attuale situazione in Libia, che vede Parigi schierata con le forze di Bengasi e Ankara, insieme a Roma, che sostiene Tripoli.
Questo scenario individua una considerazione più ampia: le alleanze, oggi, non sono accordi “granitici” – a ben vedere non lo sono mai state salvo casi eccezionali –, ma sono “fluide”, ovvero un alleato, come possono essere Francia, Turchia o Grecia, non è necessariamente un “amico”.