Se è vero che ogni nazione ha un reparto militare che incarna le tradizioni guerriere di quel paese, è altrettanto vero che per l’Italia quel reparto è la specialità di fanteria dei Bersaglieri. I fanti piumati sono nell’immaginario collettivo italiano da sempre; prima ancora dall’Unità d’Italia. Conscio di questa lunga tradizione intrisa di italianità, e anche perché nei ranghi dei bersaglieri ho trascorsi all’incirca due dei tre anni del mio servizio militare, non potevo non visitare e raccontare una caserma di bersaglieri. Attualmente esistono in Italia sei reggimenti bersaglieri, la scelta è ardua su quale raccontare, ma poi alla fine ho deciso di tornare a casa, in quel del 11° Bersaglieri.

La giornata inizia classicamente con la cerimonia dell’alzabandiera con parte delle compagnie schierate, questa è una fortuna perché le restrizioni Covid stanno scemando. Alla cerimonia dell’alza bandiera presenzia l’immancabile fanfara che mi dà il bentornato, suonando e cantando i pezzi classici che hanno fatto la storia, dall’inno di reggimento, alle marce che scandiscono il ritmo di corsa.

Con il termine bersagliere in origine si indicava quei militari con eccellenti doti da tiratore, ad oggi li chiameremmo tiratori scelti. Il corpo fu ideato e creato dal generale dei granatieri Alessandro Ferrero La Marmora, fratello di Alfonso (colui che volle la costituzione di batteria a cavallo), il 18 giugno 1836, per fornire all’Esercito di Sardegna delle truppe scelte di ottimi tiratori e che si muovessero rapidamente sul campo di battaglia, motivo per cui i bersaglieri fin dalle origini compiono i propri spostamenti sempre e ovunque correndo. I fratelli La Marmora avevano il pallino della celerità e quindi una visione di guerra assolutamente antesignana delle evoluzioni che in seguito tutti gli eserciti adottarono.

Storico segno distintivo è la vaira, il caratteristico copricapo nero a falda larga con piumetto costituito da piume di gallo cedrone, il quale viene aggiunto anche all’elmetto da combattimento. L’11° Reggimento Bersaglieri nello specifico viene costituito a Caserta il 16 settembre 1883 con il contributo del 1°, del 4° e del 7° Reggimento Bersaglieri che cedono rispettivamente il XV, il XXVII e il XXXIII Battaglione, tra il 1895 e il 1896 concorre alla formazione di quattro battaglioni che vengono inviati in Africa Orientale, di cui uno combatté ad Adua. Nel 1900 in ciascun reggimento bersaglieri si dà origine ad un quarto battaglione ciclisti, sempre per aumentare la celerità nelle operazioni, il battaglione ciclisti assume la medesima numerazione del reggimento.

Allo scoppio della guerra Italo-Turca l’11° viene inviato in Libia ed è protagonista, il 23 ottobre 1911, dei fatti d’arme presso l’oasi di Sciara Sciat, per il quale viene concessa la Medaglia d’Oro al Valor Militare. Successivamente per il comportamento avuto nei combattimenti di Assaba al reggimento viene concessa la Medaglia di Bronzo al Valor Militare. Nel corso del 1° Conflitto Mondiale viene dislocato in Carnia, sull’Isonzo e sul Carso Triestino, ove merita quattro Medaglie d’Argento al Valor Militare e la citazione sul bollettino del Comando Supremo, per l’eroico comportamento tenuto dai propri uomini nel giugno 1917, sulle pendici del monte Hermada e per il successivo contenimento dei reparti avversari sul Piave a Vidor.

Vicende belliche più recenti portano al teatro operativo dell’Iraq. Impiegato da gennaio a maggio del 2004 nell’operazione Antica Babilonia, e inquadrato nella 132° Brigata Corazzata Ariete, viene dispiegato nell’area di Nassiriya, dove è stato coinvolto in frequenti scontri a fuoco con truppe irregolari. Il 6 aprile 2004, l’occupazione da parte dei miliziani sciiti dei tre ponti sull’Eufrate ha portato alla condotta dell’Operazione Porta Pia, durante la quale, con 12 feriti, il reggimento ha riconquistato il controllo di due dei tre ponti occupati, costringendo successivamente i miliziani a ritirarsi anche dall’ultimo. Per questi fatti viene concessa alla bandiera la Croce al Valor Militare.

Ma non ci sono solo fatti di guerra perché l’11° si è distinto anche in pace per gli interventi a favore delle popolazioni colpite da calamità naturali, come ad esempio l’alluvione del Piave, e il terremoto del Friuli. Inoltre il 13 gennaio 2015 viene concessa la cittadinanza onoraria dal Comune di Lecce nei Marsi (AQ) per il soccorso e l’opera svolta dal Reggimento, in quanto prima unità militare ad intervenire sul posto, a favore della popolazione marsicana dopo il terremoto del 1915. Il reggimento ha partecipa e partecipa alle operazioni in patria per il mantenimento dell’ordine pubblico e del controllo del territorio dall’operazione Vespri Siciliani in poi.

Una caratteristica che ha sempre contraddistinto i reggimenti di bersaglieri, fin dalla creazione, è la fanfara che ha sempre sfilato e sfila ancora oggi in testa al reparto, non dimentichiamo che i bersaglieri corrono e la fanfara non fa eccezioni, per un impegno fisico di assolutamente rilievo. La fanfara dei bersaglieri è un complesso musicale formato esclusivamente da ottoni che, per potenza di timbro, brio e maneggevolezza sono adatti ad essere suonati al passo di corsa. Ma la fanfara aveva anche un compito operativo, formata da 13 trombette per compagnia, in battaglia marciavano in testa con la carabina sulla spalla, tenendo nella destra corni da caccia, suonavano una marcia allegra e vivace con la quale incitavano a correre sempre più veloce.

Ad oggi il reggimento si figura come una unità di fanteria pesante, con mandato istituzionale quello di pianificare e condurre attività addestrative, esercitative e manutentive, al fine di acquisire e mantenere la piena capacità operativa full spectrum, per essere pronti ad assolvere i compiti che la Forza Armata vuole assegnare di volta in volta. Ogni addestramento viene pianificato e condotto nel perseguimento del massimo realismo, al fine di ottimizzare le preziose risorse messe in campo e gli altrettanto preziosi momenti esercitativi, nella sempre ed indiscutibile convinzione del come ci si addestri così poi si combatte.

L’addestramento viene fatto sia negli spazi della caserma, dove si è anche allestito un campo modulabile per esercitarsi alle irruzioni in abitazioni, sia impiegando i mezzi trasporto truppa sull’area addestrativa del Cellina Meduna. Il mezzo principe delle attività del reggimento è il veicolo trasporto truppe VCC-80 Dardo. Il Dardo è un veicolo da combattimento per la fanteria, prodotto in Italia da un consorzio composto da IVECO e OTO Melara, il Dardo è l’erede naturale dei precedenti M113 nelle sue varanti. Il mezzo, del peso in ordine di combattimento intorno alle 24 tonnellate, può trasportare una squadra di sei fanti oltre ai tre uomini di equipaggio. È dotato di torretta OTO Melara Hit Fist, sormontata da un cannone OERLIKON KBA da 25/80 mm con mitragliatrice coassiale MG 42/59. Il cannone principale risulta avere ottimi sistemi elettronici di puntamento tanto da risultare efficace anche in configurazione contro elicotteri. Studi su tale veicolo stanno portando ad avere le varianti porta mortaio, carro comando e la versione portaferiti. Ho la fortuna di poter osservare una manovra tattica di complesso minore sul terreno che prevede rapido schieramento in assetto combat con formazione piatta e a cuneo per simulare i vari ingabbi in base alla minaccia nemica da fronteggiare.

Il punto di forza del bersagliere è da sempre il tiro con arma in dotazione ovvero il nuovo fucile in polimeri Beretta ARX. Per addestrarsi al meglio ad essere degli ottimi tiratori i bersaglieri possono contare su due sistemi di simulazione, i quali permettono di addestrarsi senza l’uso di munizionamento vero e quindi riuscendo ad allenarsi al tiro anche negli spazi interno caserma. Uno dei due è il simulatore FATS, ovvero un sistema elettronico di simulazione che consente l’addestramento al tiro individuale, mirato e istintivo. L’aula allestita con il FATS permette tramite la proiezione di filmati l’ingaggio dinamico di obbiettivi in vari ambienti operativi. Il simulatore permette di addestrare fino a cinque operatori simultaneamente, impiegando le armi leggere in dotazione ovvero: pistola Beretta mod. 92 FS, fucile Beretta ARX, arma contro carro a corta gittata Panzerfaust da una distanza minima di m. 7 ad una massima di oltre m. 450, praticamente tutte le armi leggere in dotazione.

Ulteriore ausilio per l’addestramento al tiro è l’impiego del munizionamento non letale denominato simunition, per rendere ancora più realistiche le attività operative. Si tratta di un sistema brevettato, con funzionamento ad energia ridotta, costituito da un kit di conversione che si monta in sostituzione dell’otturatore originale della pistola o del fucile, e l’impiego di munizioni a corto raggio con la palla composta da una miscela colorata, che impattando lascia una macchia colorato su chi viene colpito. Questo sistema permette di effettuare attività a partiti contrapposti force on force, rendendo lo scenario addestrativo estremamente reale. Ho potuto provare personalmente tali sistemi e posso affermare che con questo tipo di munizioni si riesce ad avere anche un impatto emotivo del tiratore, ma ancor di più nella persona che viene colpita.

Le cravatte rosse del 11° possono contare su armi a tiro curvo per supporto alla manovra tattica, quali i mortai Thomson da 120 mm, mortaio Brandt mod. 62 da 81 mm, e il M6c-210 Hirtenberger commando da 60 mm. I primi due tipi di mortai sono per così dire mortai classici, mentre il commando è un’arma ad avancarica, ad anima liscia con percussione comandata, che si caratterizza per l’assenza di un affusto-bipiede, sostituito dal braccio del tiratore, che sostiene il tubo di lancio durante l’esecuzione del fuoco. È un’arma di produzione austriaca, che può effettuare azione di fuoco di accompagnamento e di arresto alla manovra delle unità di fucilieri. L’arma è destinata ad equipaggiare la squadra supporto tattica, inserita nei plotoni della compagnia fucilieri.

L’esperienza alla caserma Leccis mi ha confermato che la specialità bersaglieri continua a mantenere alti i valori ispiratori delle origini. L’11° Reggimento Bersaglieri è un’unita di fanteria pesante, assolutamente all’avanguardia e di pari livello delle migliori fanterie Nato. Ringrazio il Comandante di Reggimento Colonnello Diego Cicuto per avermi riaccolto in quella che fu casa mia da giovane militare, l’ufficiale PI Tenente Colonnello Simone Serafin e il Comandante di Battaglione Tenente Colonnello Vincenzo De Leo per avermi fatto da ciceroni durante tutte le fasi della mia visita.

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