A seguito delle recenti rivelazioni relative alla decisione di Elon Musk di disabilitare i sistemi Starlink durante un attacco ucraino alla base di Sebastopoli, la Senatrice del Massachussets Elizabeth Warren ha chiesto un’indagine sul miliardario di origine sudafricana. Tale indagine si rende necessaria al fine di limitare l’influenza dei privati sulla politica estera statunitense.
L’uomo al vertice
A seguito dell’inizio della seconda invasione russa dell’Ucraina il miliardario Elon Musk, attualmente l’uomo più ricco al mondo, ha messo il noto sistema Starlink a disposizione delle forze di Kiev. Il sistema Starlink si basa su una costellazione di satelliti miniaturizzati operanti in orbita bassa e collegati ad una serie di terminali terrestri. Di fronte alla distruzione dei centri di comunicazione ucraini, i satelliti di Musk si sono rivelati essenziali per consentire alle forze di Kiev di continuare a comunicare, tuttavia con il passare dei mesi il miliardario di origine sudafricana ha mostrato una certa insofferenza di fronte alla perpetuazione del conflitto. Musk ha infatti sostenuto in più occasioni la necessità di negoziare con Vladimir Putin, presentando anche un proprio personale piano di pace comprendente il riconoscimento della sovranità russa sulla Crimea, il quale scatenò forti critiche da parte del Presidente ucraino Zelensky e del diplomatico Andriy Melnyk.
Il mese di ottobre dello scorso anno ha visto lo scoppio di un’ulteriore polemica tra Musk e le autorità ucraine e americane. Nello specifico l’uomo più ricco al mondo aveva asserito che SpaceX non avrebbe potuto continuare a finanziare per sempre la fornitura del servizio Starlink all’Ucraina, il miliardario era tuttavia tornato sui propri passi poco dopo. La SpaceX ha successivamente ottenuto un contratto per la fornitura di sistemi Starlink al dipartimento della Difesa al fine di impiegarli in Ucraina. La situazione è tuttavia precipitata a seguito di alcune dichiarazioni fatte dello stesso Musk nella sua biografia, nello specifico il patron di Tesla e SpaceX ha rivelato di aver impedito alle forze ucraine di impiegare i sistemi Starlink al fine di porre in essere un attacco tramite droni navali contro la base navale russa di Sebastopoli, quartier generale della Flotta Russa del Mar Nero. L’uomo più ricco al mondo ha giustificato la propria azione asserendo come Starlink non fosse stato originariamente concepito per combattere una guerra, aggiungendo inoltre che un tale attacco avrebbe potuto determinare una “nuova escalation”. La mossa di Musk ha attirato pesanti critiche, sintetizzate dalla giornalista Anne Applebaum, la quale ha dimostrato come le forze ucraine siano riuscite ugualmente a porre in essere l’operazione, senza che ciò determinasse una nuova escalation.
La risposta del Senato
A seguito di tali avvenimenti, la Senatrice democratica del Massachussets Elizabeth Warren ha richiesto pubblicamente l’avvio di un’indagine su Elon Musk. “Il Congresso deve indagare su quanto è avvenuto e assicurarsi di avere gli strumenti per far si che la politica estera sia condotta dal governo, non da un miliardario”, così ha tuonato la Senatrice, distintasi sin dall’inizio del conflitto come uno dei maggiori sostenitori dell’invio di armi all’Ucraina. La Warren ha contestualmente asserito che il dipartimento della Difesa deve analizzare il suo presente rapporto contrattuale con SpaceX. Il presidente della Commissione sulle Forze Armate del Senato Jack Reed, democratico del Rhode Island ha a sua volta asserito come i satelliti siano stati tradizionalmente controllati dal governo e dovrebbe essere solo il Presidente a decidere come impiegarli, aggiungendo come il grande contributo di Elon Musk all’industria statunitense non deve consentire a quest’ultimo di avere l’ultima parola in questioni riguardanti la sicurezza nazionale.
La dicotomia tra governo e privati
Negli ultimi anni il ruolo del settore privato in attività concernenti la sicurezza nazionale statunitense (e non solo) è notevolmente incrementato. Le guerre in Iraq e Afghanistan hanno visto un imponente ruolo delle compagnie militari private (Pmc) e in seguito la SpaceX è divenuta la forza trainante dietro al programma spaziale statunitense. Tuttavia laddove le Pmc operavano sulla base di appalti con il governo statunitense, il sistema Starlink in Ucraina rimane quasi interamente controllato da un privato, rendendo quindi il suo impiego indissolubilmente legato alla volontà di quest’ultimo. Nel libro Teoria della Politica Internazionale, Kenneth Waltz utilizzò più volte l’economia come strumento di analogia per spiegare le dinamiche della politica internazionale. In particolar modo egli utilizzò i sistemi economici di piccolo numero per spiegare come un sistema bipolare risultasse maggiormente funzionale a garantire la stabilità mondiale. Tuttavia nell’ambito della stessa analogia egli spiegò come in economia il fulcro è spostato sull’efficienza e sul costo dei prodotti. Viceversa nella politica internazionale il fulcro è posto sulla preservazione delle unità produttive. Le due scienze necessitano quindi di politiche e condotte diametralmente differenti, pertanto l’eccessiva influenza di un privato e delle sue idee sulla politica estera di una nazione può risultare potenzialmente lesiva per la sicurezza di quest’ultima.
Lo scontro tra il Senato statunitense ed Elon Musk può potenzialmente rappresentare un confronto senza precedenti tra la politica e il settore privato. Nel mese di ottobre dello scorso anno David Frum, ex speechwriter del Presidente George W. Bush aveva suggerito di preparare un piano volto a nazionalizzare rapidamente Starlink fornendo un’equa compensazione a Elon Musk, il quale ha recentemente trasferito il controllo di una porzione di terminale Starlink al dipartimento della Difesa, tirandosi effettivamente fuori dal conflitto. Il 13 settembre si svolgerà un incontro a porte chiuse tra i leader delle big tech statunitensi e il Senato statunitense, al quale dovrebbe con tutta probabilità partecipare anche Elon Musk. A dispetto della risoluzione della recente disputa, l’enorme influenza delle Big Tech e dei rispettivi fondatori può rappresentare un forte rischio per la sicurezza nazionale statunitense, solo il tempo ci dirà se le parti saranno in grado di pervenire ad una sintesi.