Su un edificio della scuola di fanteria di Cesano (Roma) campeggia il motto “Questa è l’Arma di fanteria, regina delle battaglie”.

Indubbiamente questa specialità dell’esercito assume ancora un ruolo fondamentale sul campo di battaglia, e il conflitto in Ucraina lo dimostra: al di là della situazione attuale in cui gli scontri si risolvono in attacchi tra trincee avversarie, o casa per casa quando avvengono in città come Bakhmut, abbiamo potuto vedere, soprattutto nelle prime fasi della guerra, come i fanti siano fondamentali per dare protezione ai mezzi corazzati soprattutto nei centri abitati.

Le immagini che ci sono giunte dal fronte ucraino, infatti, hanno mostrato come i carri russi siano stati facile preda dei soldati ucraini armati di Rpg (Rocket Propelled Grenade) o missili anticarro guidati qualora non fossero scortati da fanteria di supporto, cosa che è avvenuta molto spesso nei primi mesi di operazioni militari.

Proprio la fanteria, però, ha bisogno di supporto di fuoco quando viene chiamata a operare, e in questo caso subentra l’artiglieria e l’aviazione, insieme alle unità navali quando le operazioni vengono svolte “a portata di tiro” delle stesse.

Ecco perché occorre sempre esercitarsi al meglio per garantire alla fanteria il necessario volume di fuoco per difendersi o per attaccare, ed ecco perché, come avviene ovunque negli eserciti, le esercitazioni di questo tipo vengono effettuate periodicamente. Una di queste, forse la più importante che si tiene in Europa, è la Dynamic Front della NATO.

L’esercitazione è organizzata dal U.S. Army Europe and Africa Command e guidata dal 56esimo Artillery Command statunitense, e si tiene dal 13 marzo al 5 aprile presso l’area di addestramento di Grafenwoehr, in Germania, e quella di Oksboel, in Danimarca.

Le manovre coinvolgono più di 1700 militari provenienti da 18 Paesi, tra cui Germania, Danimarca, Italia, Romania, Polonia, Lituania, Kosovo, Slovacchia, Repubblica Ceca, Grecia, Bulgaria, Georgia, Francia, Regno Unito, Turchia, Spagna e chiaramente Stati Uniti.

Quest’anno, Dynamic Front inaugura una missione di addestramento al comando sincronizzato e pianificazione del fuoco, muovendosi attraverso un complesso panorama di operazioni nell’area di raduno con esercitazioni di tiro a fuoco vivo. L’obiettivo, come si legge nel comunicato stampa ufficiale, è garantire che le forze della NATO siano dotate della capacità di eseguire un supporto di fuoco letale in combattimenti terrestri su vasta area in tutta Europa.

“Dynamic Front 23 è un’esercitazione di interoperabilità di artiglieria complessa e sofisticata condotta in Europa”, ha affermato il generale Stephen Maranian che comanda il 56esimo, “con la partecipazione di 18 nazioni includerà fuoco di artiglieria, aereo e navale coi partecipanti schierati dalla Danimarca a nord sino alla Romania a sud. L’esercitazione di quest’anno estenderà le nostre catene logistiche e metterà alla prova i nostri sistemi di comunicazione, dimostrando che la nostra Alleanza è pronta per qualsiasi sfida, ovunque e in qualsiasi momento”.

Nel 2019 Dynamic Front è stata messa in atto tra la Germania, la Polonia e la Lettonia e vi avevano partecipato approssimativamente 3200 soldati provenienti da 29 nazioni, mentre nel 2021 era andata in scena anche in Turchia, al posto della Lettonia. Nel 2022 era stata condotta in Germania a luglio con la partecipazione di 2400 militari di 19 Paesi, tra cui anche la Finlandia e la Georgia, e ha avuto la particolarità di venire guidata per la prima volta dal 56esimo Artillery Command dell’U.S. Army, riattivato a novembre del 2021.

L’esercitazione si tiene da circa un decennio, e ha la caratteristica di essere, come abbiamo visto, multidominio: oltre alle forze terrestri, navali e aeree, si pone particolare attenzione anche all’integrazione degli assetti spaziali e del dominio cyber, quindi non si tratta solo di una semplice azione di artiglieria (sia essa a razzo o a cannone). Dynamic Front, infatti, prevede una serie di esercitazioni per espandere la capacità di condurre azioni multidominio coordinate con gli alleati e partner della NATO.

Vale la pena sottolineare ancora una volta quello che è l’obiettivo di Dynamic Front 2023, ovvero garantire che le forze dell’Alleanza Atlantica siano dotate della capacità di eseguire supporto di fuoco letale in combattimenti terrestri su vasta area in tutta Europa.

Questo, possiamo affermarlo senza timore di essere smentiti, è stato determinato proprio da quanto visto sul campo di battaglia in Ucraina, dove le azioni offensive (o difensive) condotte da ambo le parti hanno potuto essere messe in atto o venire disarticolate proprio dal volume di fuoco di artiglieria.

In particolare il conflitto in corso ha dimostrato l’efficacia del fuoco di artiglieria di precisione, fornito dai sistemi lanciarazzi multipli (o MLRS nell’acronimo inglese), M-142 HIMARS, che possono lanciare razzi a guida GPS (gli M30 e 31) che si sono rivelati molto efficaci nel colpire truppe e mezzi allo scoperto, oltre che centri logistici avanzati. Da non sottovalutare nemmeno l’attenzione rivolta al supporto di fuoco aereo e navale, che ancora una volta risulta decisivo – a seconda dei teatri – per ottenere la superiorità sul campo: qualcosa che l’esercito russo ha ben presente in quanto utilizza le sue forze aerospaziali (le VKS – Vozdushno-Kosmicheskie Sily) come “artiglieria volante” per supportare le operazioni terrestri, e quindi cercando di ottenere la superiorità aerea solo localmente e non in senso generale come siamo abituati a pensarla in Occidente (la Prima Guerra del Golfo docet in tal senso).

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