Il presidente russo Vladimir Putin volge le sue attenzioni al mare e al rafforzamento della flotta. Il capo del Cremlino – in collegamento video – ha partecipato alla cerimonia dell’innalzamento della bandiera su tre nuove unità della Marina, il sottomarino Generalissimus Suvorov, la corvetta classe Buyan, Grad, e il dragamine Anatoly Shlemov.
Per la flotta russa, l’attivazione del Generalissimus Suvorov rappresenta un importante passo in avanti soprattutto in una fase in cui l’immagine della flotta e in generale delle forze armate russe è stata pesantemente minata dalla conduzione del conflitto ucraino. Costruito nei cantieri Sevmash di Severodvinsk, si tratta del secondo sottomarino di serie del Progetto Borei-A dopo il Knyaz Oleg e dopo la prima e più importante unità della classe, il Knyaz Vladimir.
Rispetto alla classe Borei, questa nuova generazione di sottomarini ha ricevuto un aggiornamento sotto diversi aspetti, migliorando, come riportato anche da Naval News, silenziosità, manovrabilità e capacità di navigazione in acque profonde, oltre a un migliore sistema di controllo dell’armamento. Questi mezzi, armati con i missili balistici intercontinentali Bulava, rappresentano a detta della Difesa di Mosca la spina dorsale della futura marina russa. E il fatto che il Generalissimus Suvorov sarà assegnato alla Flotta del Pacifico indica che per il Cremlino è importante anche rafforzare il fronte orientale e non solo quello più bollente del Baltico o dello stesso Mediterraneo e Mar Nero.
Insieme all’entrata in servizio di queste nuove unità della flotta, Putin ha anche annunciato il varo di un nuovo sottomarino nucleare, l’Imperatore Alessandro III. Annuncio che comporta proprio quel segnale utile anche per rafforzare il convincimento nello sviluppo delle forze armate del Paese in un momento in cui la fiducia e l’immagine della potenza militare russa appaiono, come detto in precedenza, sensibilmente diminuite. Putin ha sottolineato che, oltre all’Imperatore Alessandro III, “altri quattro sottomarini di questo tipo saranno costruiti nell’ambito dell’attuale programma di riarmo statale”.
Un piano che, come ha confermato lo stesso presidente della Federazione Russia, servirà a garantire la sicurezza del Paese “per i decenni a venire”. Come riportato da Agi, il leader russo, sempre nell’ambito della cerimonia, ha dato anche le indicazioni per il piano riguardante la marina di Mosca del prossimo futuro, soffermandosi su alcuni punti particolarmente importanti anche rispetto all’interpretazione dell’invasione dell’Ucraina: “Continueremo ad aumentare il ritmo e il volume di costruzione di navi di diversi progetti dotandole delle armi più moderne, aumentando la prontezza al combattimento dei marinai sulla base dell’esperienza dell’operazione speciale militare”.
Per Mosca, ma soprattutto per i suoi avversari, il segnale politico lanciato da queste dichiarazioni di Putin è abbastanza chiaro. Al netto dell’inevitabile propaganda di guerra, che non può che puntare sul rafforzamento delle forze armate come pilastro di questa nuova Russia post-invasione dell’Ucraina, il Cremlino sembra volere far capire che la Federazione mantiene e aumenta gli impegni del proprio riarmo a prescindere dall’isolamento internazionale e da un fisiologico blocco delle risorse finanziarie.
Questo serve non solo in chiave interna, per l’opinione pubblica e i militari sempre più consapevoli delle difficoltà della guerra (non più nascoste dallo stesso presidente) ma anche in chiave esterna, per avvertire le altre potenze sui piani del prossimo futuro. Putin non solo conferma di volere mantenere inalterati gli impegni strategici, ma ribadisce l’importanza della difesa degli interessi con un riarmo che incide sulla sua forza navale e sulle capacità missilistiche di questa flotta. I sottomarini nucleari di questa nuova generazione sono, almeno nei piani dello “zar”, l’architrave della futura difesa di Mosca. E questo ribadisce anche l’importanza del mare nei piani della Russia così come la sua declinazione per quanto riguarda la guerra in Ucraina: un elemento essenziale e fin troppo spesso sottovalutato.