Nell’ultimo anno la Cina ha ripetutamente provato a circondare Taiwan con aerei da combattimento e navi da guerra. Le esercitazioni militari, alternate da manovre più o meno ufficiose, sono diventate sempre più preoccupanti agli occhi di Taipei, visto e considerando le promesse di Pechino di “riunificarsi” con l’isola.

Al momento, tutti questi movimenti non si sono neanche lontanamente avvicinati a concretizzare un’invasione. Al contrario, sono rimasti confinati all’interno di un’ambigua zona grigia, un concetto che si riferisce a quel particolare spazio astratto dove vari attori impegnati in una competizione mettono in campo tattiche diverse che si collocano a metà strada tra la guerra e la pace.

Se è vero che bazzicare in questa zona grigia fa parte della strategia cinese per arrivare, un giorno, a controllare Taipei senza sparare un colpo, allo stesso tempo è importante sottolineare come Taiwan si sia trasformata in una vera e propria polveriera, di pari passo con il peggioramento delle relazioni tra Usa e Cina.

Lavorare nella zona grigia

Le tattiche di guerra della zona grigia mirano teoricamente ad indebolire un avversario per un periodo prolungato, ed è esattamente ciò che la Cina starebbe cercando di fare con Taiwan. Come ha fatto presente la Bbc, inviando regolarmente i propri mezzi militari a superare la zona di identificazione della difesa aerea (Adiz) di Taiwan, Pechino sta testando fino a che punto Taipei intende spingersi per rafforzarla.

Ma non è finita qui, perché le esercitazioni consentono al gigante asiatico di testare le proprie capacità di coordinamento e di sorvegliare le forze nemiche. In secondo luogo, tali manovre si adattano al modello cinese di normalizzare i crescenti livelli di pressione militare su Taiwan per testare le difese di della stessa isola e misurare il conseguente sostegno internazionale.

In tutto ciò, anche se nessuna delle due parti ha intenzione di scatenare un conflitto, c’è il timore che l’accumulo di navi da guerra e aerei da combattimento possa aumentare i rischi di un errore di calcolo.

Sul filo del rasoio

Da qui ai prossimi mesi la Cina dovrà tuttavia camminare sul filo del rasoio. Mostrare troppo i muscoli, infatti, potrebbe anche generare effetti insperati in vista delle imminenti elezioni presidenziali taiwanesi. E aprire la strada a William Lai, candidato del Partito progressista democratico attualmente in carica e pro indipendenza di Taiwan.

Intanto, parlando al ricevimento nella Grande sala del popolo per i 74 anni della fondazione della Repubblica popolare, il leader cinese Xi Jinping ha dichiarato che la completa riunificazione della nazione è “un’aspirazione di tutto il popolo cinese”. “Lo sviluppo pacifico delle relazioni e l’integrazione economica pacifica attraverso lo Stretto di Taiwan”, ha aggiunto, ribadendo che “non retrocederemo di fronte a qualsiasi forza. Continueremo a perseguire” la riunificazione attraverso i mezzi pacifici.

Sul fronte opposto dello Stretto di Taiwan, Taipei, dopo quasi quarant’anni di attesa, lha realizzato il sogno del suo primo sottomarino di produzione domestica, ideato per stroncare le velleità di Pechino sui possibili piani di attacco all’isola.  

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