Una coalizione internazionale per aiutare l’Ucraina a procurarsi aerei da combattimento F-16. È questa l’iniziativa lanciata a Londra, nelle ultime ore, dal primo ministro britannico, Rishi Sunak, e dal leader olandese, Mark Rutte. Regno Unito e Olanda “lavoreranno per costruire una coalizione internazionale per fornire all’Ucraina capacità aeree da combattimento, supportando tutto, dall’addestramento all’approvvigionamento di jet F-16″, hanno fatto sapere da Downing Street.

Soltanto il giorno precedente, Volodymyr Zelensky aveva lasciato intendere che Kiev avrebbe potuto presto ricevere gli F-16, affermando di sperare in decisioni “molto importanti” sull’argomento con l’aiuto del Regno Unito.

L’aiuto dell’Uk non è mancato. Sunak ha infatti ribadito la sua convinzione che il posto legittimo dell’Ucraina è nella Nato e, di concerto con Rutte, ha convenuto sulla necessità, insieme agli altri alleati, di fornire al governo ucraino assistenza di sicurezza a lungo termine.

La coalizione degli F-16

Alla coalizione internazionale degli F-16, come è già stata rinominata l’iniziativa varata da Sunak e Rutte, parteciperanno ovviamente Regno Unito e Olanda, ma pure altri Paesi. Come, ad esempio, Belgio e Francia. Ma anche, probabilmente, Polonia, Romania, Grecia e Norvegia, e cioè Stati che hanno in dotazione proprio questi jet.

“Altri Paesi sono coinvolti. Sto parlando con quei leader. Farò di più questa settimana nei miei impegni internazionali. Siamo molto ansiosi di costruire una coalizione per dare a Volodymyr e al suo popolo il supporto aereo di cui hanno bisogno”, ha detto Sunak.

In ogni caso, Zelensky vuole i suddetti aerei da combattimento, al punto da averli inseriti in cima alla sua lista dei desideri. Yuri Sak, consigliere del ministro della Difesa ucraino, ha detto a Politico che Kiev vuole tra i 40 ei 50 F-16 in totale.

Il motivo è presto detto: Sak ha osservato che l’Ucraina attualmente non ha “nulla per fermare” i bombardieri russi, come i Tu-22, che trasportano missili guidati a lungo raggio, il Kh-22 e il Kalibr, che la Russia ha schierato in massicci attacchi contro le città ucraine, di cui otto a Kiev nel solo mese di maggio.

Protezione aerea

L’obiettivo dell’Ucraina consiste insomma nel rafforzare il suo sistema di protezione aerea. Da questo punto di vista gli F-16, fabbricati dalle americane General Dynamics e Lockheed Martin, sono i mezzi ideali, visto che sono in grado di intercettare i missili russi o effettuare attacchi mirati.

Sunak e Rutte sono tuttavia chiamati a fare pressioni sugli Stati Uniti, visto che i jet, come detto, sono prodotti da Washington. E che i Paesi che li hanno in dotazione (25, per un totale di circa 3mila velivoli) devono ricevere il via libera Usa prima di trasferirli, eventualmente, all’Ucraina.

Gli Stati Uniti sono però stati fin qui irremovibili. Lo scorso lunedì, il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca, John Kirby, ha risposto con un secco “no” alla domanda se gli Usa avessero cambiato posizione sulla fornitura di jet a Kiev. Per quale motivo Joe Biden non ha autorizzato l’invio degli F-16 a Zelensky? Semplice: per il timore che un missile lanciato da un aereo costruito negli Usa possa colpire un bersaglio situato nel territorio russo.

In Europa, intanto, l’Olanda è pronta a rinnovare la sua flotta, dismettendo una trentina di F-16 per sostituirli con gli F-35. Rutte avevada tempo promesso di consegnare i primi a Zelensky. Altri Paesi potrebbero seguire il suo esempio. Si aspetta soltanto il semaforo verde di Washington.

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