La tensione non accenna a diminuire tra Russia e Nato. Questa volta, come accaduto più volte anche nel recente passato, lo scontro diplomatico è tra Londra e Mosca. La scorsa settimana, infatti, il ministro della Difesa britannico Ben Wallace ha annunciato l’invio dei carri armati di Sua Maestà nella base di Sennelager, in Germania. A darne la notizia erano stati il Financial Times e il The Telegraph, secondo i quali saranno centinaia i veicoli corazzati che raggiungeranno il territorio tedesco durante la crescita delle tensioni tra Russia e Ucraina.
Secondo il quotidiano economico-finanziario, per il Regno Unito si tratta di una ristrutturazione “radicale” in quanto le forze di stanza in Germania rappresenteranno uno dei tre hub principali in cui saranno schierate le truppe britanniche nel mondo. Da una parte la base tedesca, dall’altra parte gli avamposti in Oman e Kenya, oltre ovviamente alle forze navali che solcano i vari mari del pianeta dove sono in gioco gli interessi della “Global Britain”. Una scelta che non è piaciuta chiaramente al Cremlino. L’ambasciatore russo nel Regno Unito, Andrey Kelin, ha già espresso tutto il sui disappunto per una mossa che, come scrive Tass, “non ridurrà le tensioni tra i Paesi della Nato e la Russia”. L’inviato di Mosca ha anche ricordato che in questo momento sono in corso diverse operazioni e manovre militari lungo frontiere che coinvolgono forze aeree, navali e terrestri. Una prospettiva dunque che alimenta il livello di scontro tra le due parti.
Secondo i piani espressi da Wallace, inseriti nel contesto di un più ampio progetto di modernizzazione e rivoluzione interna delle forze armate Uk noto come “Future Soldier”, in Germania saranno presenti veicoli corazzati, carri, droni e circa 250 uomini. Una mossa che per il Regno rappresenta una vera e propria inversione di marcia, dal momento che negli ultimi dieci anni aveva praticamente abbandonato le basi tedesche per concentrarsi nei teatri operativi che considerava più critici, dal teatro afghano a quello iracheno. Lo scorso febbraio aveva addirittura concluso il ritiro da Bielefeld, una delle tradizionali basi in territorio tedesco. E pertanto risulta ancora più considerevole l’importanza di questa scelta, dimostrando in effetti un notevole cambiamento di prospettiva rispetto a quanto era previsto soltanto un anno prima.
Di certo c’è una logica internazionale e di rispetto del programma Nato e degli Stati Uniti a cui Londra non può certo dire di no. Joe Biden ha da subito fatto intendere di non avere un grosso interesse nel ritirare le truppe dalla Germania come paventato invece dal predecessore, Donald Trump. Uno dei suoi primi atti è stato proprio il “congelamento” del provvedimento con cui il presidente repubblicano aveva immaginato lo spostamento di migliaia di uomini dal territorio tedesco e anzi, il capo della Difesa, generale Lloyd Austin, aveva anche annunciato un rafforzamento. Un cambiamento cui adesso si aggiungono anche le tensioni crescenti tra Bielorussia e Paesi Ue e tra Russia e Ucraina, con Mosca che viene accusata di essere pronta a scatenare un’invasione dopo avere ammassato diversi migliaia di uomini lungo le sue frontiere.
L’obiettivo britannico sembra dunque duplice. Da una parte supportare l’impegno della Nato e di Washington nel rafforzare il fronte orientale dell’Europa dopo le tensioni con Mosca. Dall’altra parte, l’obiettivo del Regno Unito è anche quello di rimodulare l’impegno nazionale e internazionale delle proprie forze armate, in cui rientra anche (ma non solo) la scelta di blindare la presenza in Germania. Secondo il programma Future Soldier, infatti, le forze di Sua Maestà saranno 73mila entro il 2025, con una riserva di circa 30mila unità. Saranno riviste anche le quote di truppe tra i territori che compongono il Regno Unito, con una maggiore presenza in Scozia e Galles e con una quota di forza lavoro maggiore in Irlanda del Nord. Una scelta strategica che secondo Wallace servirà a costruire un insieme di forze armate diverse, pronte a uno schieramento rapido e sempre più moderno.