La Svezia non è ancora un membro della Nato ma si comporta quasi come se già lo fosse. Stoccolma ha infatti lanciato due messaggi alla Russia, prima facendo sapere che consentirà all’Alleanza Atlantica di schierare truppe sul proprio territorio – e questo ancor prima dell’adesione formale – poi partecipando alla Baltic Operation (Baltops) 2023, un’esercitazione marittima annuale che si tiene nel Mar Baltico.

I funzionari degli Stati Uniti e della stessa Nato sono sempre più ottimisti sul fatto che il Paese scandinavo entri a far parte dell’alleanza militare entro questa estate, portando in dote un esercito avanzato già strettamente integrato con gli alleati occidentali. Cosa manca per la definitiva fumata bianca? Il via libera della Turchia.

Lo scorso anno, la Svezia aveva annunciato che avrebbe rinunciato a 200 anni di non allineamento militare cercando di aderire alla Nato insieme alla vicina Finlandia, in risposta all’offensiva russa in Ucraina. Mentre Helsinki ha aderito all’Alleanza atlantica all’inizio di quest’anno, Stoccolma deve attendere il semaforo verde da Ankara, che ne ha bloccato l’adesione a causa di controversie tra i due governi (legate all’estradizione in terra turca di presunti terroristi e ricercati dalle autorità turche).

Incassata la conferma presidenziale, Recep Tayyip Erdogan si sta preparando a dare l’ok all’adesione svedese alla Nato entro il prossimo vertice dell’alleanza previsto per l’inizio di luglio a Vilnius, in Lituania.

Militari Nato in Svezia?

Nel frattempo, la Svezia ha mostrato un elevato dinamismo decisionale. Il premier svedese, Ulf Kristersson, e il ministro della Difesa, Pal Jonson, hanno scritto in un articolo di opinione sul quotidiano nazionale Dagens Nyheter che Stoccolma consentirà la permanenza di militari della Nato sul proprio territorio anche senza far parte dell’Alleanza Atlantica.

“Il governo ha deciso che le forze armate svedesi possano intraprendere preparativi con la Nato e i Paesi alleati per consentire future operazioni congiunte”, hanno dichiarato Kristersson e Jonson. “I preparativi possono consistere in una base temporanea per attrezzature e personale straniero sul territorio svedese. La decisione invia un chiaro segnale alla Russia e rafforza la difesa della Svezia”, hanno quindi spiegato i due rappresentanti del governo svedese.

Nel mentre, Stoccolma ha evidenziato l’importanza di “prepararsi al peggio” e che qualora ci fosse una crisi o guerra, le forze alleate devono poter operare rapidamente sul territorio svedese. La decisione della Svezia permetterebbe inoltre di aumentare le capacità logistiche e permettere l’installazione di sistemi di difesa aerea.


Esercitazioni nel Baltico

Per quanto riguarda le esercitazioni in corso nel Baltico, venti nazioni con 50 navi, più di 45 aerei e circa 6mila uomini e donne stanno alla Baltops 2023, un‘esercitazione marittima annuale della Nato. L’esercitazione si tiene nel Mar Baltico: quella di quest’anno è iniziata il 4 giugno e continuerà fino al 16, dando agli alleati e ai partner della Nato – Svezia compresa – la possibilità di praticare operazioni marittime e anfibie su larga scala.

Guidata dalla Sesta Flotta della Marina degli Stati Uniti, di stanza principalmente nel Mediterraneo ma anche nei mari del Nord Europa, l’esercitazione è controllata dalle forze navali d’attacco e di supporto della Nato (StrikForNato). Sebbene la Finlandia abbia partecipato a precedenti esercitazioni Baltops, quest’anno segna la prima volta che il Paese partecipa come membro della Nato. Con oltre 50 anni di storia, Baltops “è una delle esercitazioni più longeve tenute dagli alleati della Nato”, ha sottolineato l’Alleanza.

Come ha spiegato Foreign Policy, la Svezia ha approfondito la cooperazione con la Nato a partire dal 2014, quando la Russia ha invaso per la prima volta l’Ucraina orientale e annesso la Crimea. Un’eventuale adesione di Stoccolma come membro a pieno titolo comporterebbe però un cambiamento epocale nel modo in cui l’Alleanza atlantica organizza le sue difese nell’Europa nord-orientale. Il cambiamento più grande consisterebbe nell’estendere la protezione della difesa collettiva della Nato anche alla Svezia, oltre ad altre modifiche per consentire l’integrazione definitiva delle forze armate svedesi e quelle dell’Organizzazione.

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