Al momento la discussione relativa all’adesione dell’Ucraina alla Nato non è sul tavolo dei partner occidentali. Stati Uniti ed Europa potrebbero tuttavia fornire a Kiev armi e tecnologie avanzate per difendersi dalla Russia, tanto nel presente quanto nel futuro.
È questo il quadro disegnato dal Wall Street Journal, secondo cui al prossimo summit dell’Alleanza atlantica, in programma a Vilnius il prossimo luglio, dovrebbe essere istituito un nuovo organismo noto come Consiglio Nato-Ucraina, con lo scopo di gestire questioni relative alla sicurezza.
Certo è che Washington e Bruxelles si stanno coalizzando attorno ad una “visione” per rafforzare le difese ucraine e cercare di garantire il futuro sovrano del Paese. Ad oggi, spiegano alcuni funzionari, il modello di sicurezza che i leader occidentali – compreso Joe Biden – inseguono coincide con quello di Israele.
Come ha spiegato il presidente polacco Andrzej Duda, un ipotetico accordo di sicurezza sul modello israeliano per l’Ucraina darebbe priorità ai trasferimenti verso Kiev di armi e tecnologia avanzata. Questo presunto accordo di sicurezza sarebbe inoltre collegato ad un processo di avanzamento verso la futura adesione alla Nato per l’Ucraina, ma si fermerebbe un passo prima di rendere l’Organizzazione del Trattato del Nord Atlantico attore in campo in un qualsiasi conflitto con la Russia.

Quale modello di sicurezza per l’Ucraina?
Il nodo da sciogliere riguarda, insomma, l’ombrello con il quale coprire l’Ucraina. Escluso un suo imminente ingresso nella Nato, il blocco occidentale sta cercando di capire come trasformare Kiev in un baluardo contro ogni possibile minaccia russa. Di sicuro, Volodymyr Zelensky continuerà a ricevere armamenti e aiuti militari. La Polonia ha già fornito aerei Mig-29 sovietici, tra le altre attrezzature di difesa, mentre una coalizione internazionale dei jet promossa da Regno Unito e Olanda si è impegnata per consegnare al governo ucraino i desiderati F-16.
Ma tutto questo potrebbe non bastare, perché accanto alle armi servono garanzie. Ecco che una serie di accordi di sicurezza vincolanti sarebbe un modo ideale per aiutare l’esercito ucraino nell’immediato.
Biden, ha raccontato Duda, ha più volte fatto riferimento al modello israeliano, ed è questo il concetto che sta prendendo piede tra gli alleati occidentali. E che dovrebbe trovarsi in cima all’agenda del vertice Nato di Vilnius. L’accordo sulla sicurezza, basato su una proposta nota come Kiev Security Compact, dovrebbe essere firmato dopo il vertice. “Stiamo ancora discutendo con l’Ucraina, alleati e partner su come sarà il modello”, spiegano i funzionari Usa.
A proposito del modello israeliano, Israele non è un membro della Nato e gli Stati Uniti non sono vincolati da un trattato a venire in aiuto del Paese. Eppure, per decenni, Israele ha goduto di un rapporto speciale con gli Stati Uniti in quanto partner più “coraggioso” di Washington in Medio Oriente. Tel Aviv è il più grande beneficiario cumulativo di assistenza estera statunitense dalla Seconda guerra mondiale.
Per la cronaca, l’assistenza degli Stati Uniti a Israele è attualmente delineata in accordi decennali, e il più recente impegna il governo statunitense a fornire 38 miliardi di dollari in aiuti militari tra il 2019 e il 2028.
Il modello israeliano
Un accordo simile per l’Ucraina potrebbe cambiare le sorti del conflitto. Dal canto suo, Zelensky parteciperà al vertice della Nato in Lituania, e qui l’Alleanza dovrebbe istituire, come detto, un nuovo organismo, il Consiglio della Nato dell’Ucraina che fungerebbe da porta d’ingresso per la futura adesione ucraina.
L’Ucraina avrebbe il potere di convocare una riunione del Consiglio e chiedere assistenza, che verrebbe poi fornita dai singoli Paesi membri dell’Alleanza. Come ha spiegato l’ex capo della programmazione politica della Nato e consigliere dell’ex segretario generale Anders Fogh Rasmussen, Fabrice Pothier, che ha contribuito a redigere la proposta e l’ha presentata ad alcuni governi occidentali, gli Stati Uniti sarebbero i principali garanti degli accordi di sicurezza, che vedrebbero la partecipazione anche dei membri europei dell’Alleanza.
Alti funzionari di diverse capitali europee, tra cui Parigi e Berlino, hanno dichiarato di essere d’accordo in linea di principio con il piano, che comporterebbe una serie di garanzie bilaterali in un quadro multilaterale. La Nato, l’Ucraina e altri funzionari hanno detto di aspettarsi che il patto di garanzia includa Stati Uniti, Regno Unito, Germania e Francia. Pothier ha affermato che il successo dell’accordo dipenderà dai dettagli.
“Il patto deve essere abbastanza vincolante per essere credibile, altrimenti i russi non lo prenderanno sul serio, e non li scoraggerà e impedirà un’altra guerra”, ha concluso, lanciando una minaccia da prendere in considerazione.