Il supporto militare all’Ucraina si arricchisce di un nuovo capitolo: l’ipotesi di fare arrivare a Kiev gli F/A-18 Hornet posseduti dall’Australia. L’Australian Financial Review ha pubblicato un’esclusiva sul fatto che il governo statunitense sembrerebbe aperto all’ipotesi che Canberra fornisca alle forze ucraine gli F/A-18 da tempo fermi nell’arsenale della Royal Australian Air Force.

Il dibattito sugli F/A-18 all’Ucraina

La notizia confermerebbe un dibattito che è da tempo in corso tra gli esperti di difesa australiani e statunitensi. Se infatti la discussione riguardo la fornitura di aerei all’Ucraina si è concentrata in larga parte sulla disponibilità degli Stati Uniti a far sì che gli alleati fornissero gli F-16, molti tecnici si sono interrogati sulla possibilità che alle forze aeree di Kiev potessero arrivare intanto altri velivoli. E tra le alternative proposte che potessero coniugare velocità di trasferimento, prezzo contenuto e facilità nella cessione vi era proprio il blocco di F/A-18 posseduto dall’Australia e ormai considerato fuori servizio.

Già alcuni mesi fa, a mettere in luce questa ipotesi erano stati sia lo stesso Australian Financial Review (che diceva come il contributo di 500 milioni di dollari alla difesa dell’Ucraina non fosse sufficiente, e che quindi andava aumentato con la consegna di 40 cacciabombardieri F/A-18) sia il portale specializzato The Drive, che in un’attenta analisi sulla cessione di questi mezzi a Kiev ricordava come decine di questi esemplari, promessi anni fa alla società privata Air Usa (ora Ravn Aerospace), fossero rimasti in realtà nelle mani di Canberra. La società si occupa di dare assistenza all’aeronautica militare degli Stati Uniti fornendo aerei per esercitazioni.

Un F-18 americano. Foto: Marina Usa.

Perché l’Australia potrebbe mandare gli F-18

Secondo il sito, gli Hornet in mano alle forze australiane sarebbero circa 40, sostanzialmente intonsi visto che non sono stati dispiegati sulle portaerei o esposti a intemperie o condizioni climatiche in grado di rovinarli, e sono aggiornati a uno standard che li rende molto simili agli F/A-18C. Inoltre, alcuni esperti sottolineano che l’infrastruttura di questo aereo sarebbe anche più semplice da comprendere per i piloti ucraini, visto che, per alcune caratteristiche, il mezzo è più simile ai Mig-29 o ai Su-27 in dotazione alle forze aeree di Kiev.

A questo si aggiunge poi il fatto – non di poco conto – che la maggior parte dei Paesi che possiede questi aerei sia in procinto di dismetterli e di sostituirli. Quindi in sostanza l’Ucraina avrebbe a disposizione mezzi già pronti, in un numero abbastanza elevato, e con eventuali pezzi di ricambio da poter raccogliere grazie a diversi fornitori. Infine, il fatto che si tratti di aerei tecnologicamente non all’avanguardia, limiterebbe anche il rischio che un loro abbattimento possa essere sfruttato dalla Russia per carpire informazioni di intelligence su questi mezzi.

Le critiche alla possibile fornitura

D’altro canto, esistono anche voci critiche che sottolineano come questi aerei siano ormai troppo vecchi o comunque da troppo tempo fermi in una base a Guam e non in grado di sostenere un eventuale impiego in un teatro come quello ucraino. Altri invece puntano il disto sul fattore tempo: come per gli F-16, anche gli F/A-18 richiedono tempo e istruttori pronti a fornire il loro supporto a tempo pieno e in arco temporale anche molto ristretto. Tutti temi sul tavolo del triangolo Canberra-Kiev-Washington, ma che confermano come il dibattito sia al momento più aperto e in grado di mescolare nuovamente le certezze su quali e quanti aerei del blocco occidentale consegnare all’Ucraina.