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A inizio ottobre la General Dynamics Land Systems ha ufficialmente svelato il suo progetto per il futuro Mbt (Main Battle Tank) dell’esercito statunitense, l’Abrams-X.

Il carro presentato è un concept, ovvero un dimostratore tecnologico, che rappresenta l’ultima evoluzione del ben noto – e datato – M1 Abrams in servizio nello U.S. Army.

L’Abrams-X, così come è stato osservato, presenta molte innovazioni rispetto al suo predecessore tra cui una torretta profondamente rivista che presenta più mirini elettro-ottici e una postazione per armi a controllo remoto con un cannoncino da 30 millimetri. Il pezzo principale è rappresentato da un cannone da 120 millimetri derivato dall’XM360, ma la vera innovazione è forse rappresentata dalla propulsione ibrida (diesel-elettrica) che secondo General Dynamics comporterà un enorme risparmio di carburante, pari a circa il 50% rispetto ai carri precedenti. Il motore a turbina degli Abrams viene quindi abbandonato per una soluzione che ricorda quella utilizzata su alcune unità navali: in questo modo l’Abrams-X potrà operare silenziosamente quando non impegnato in scontri a fuoco o in marcia veloce oppure spostarsi per brevi periodi a bassa velocità, il che fornirebbe un enorme vantaggio tattico.

La nuova torretta risulta essere senza equipaggio, con un sistema di caricamento automatico che h reso possibile la diminuzione del numero del personale preposto al funzionamento del carro da quattro a tre. Questo è un vantaggio sia perché riduce le perdite umane, sia perché libera spazio all’interno della torretta, utilizzabile per ottenere maggiori possibilità e rendendo il carro più versatile.

L’Abrams-X è più leggero dei suoi predecessori, in controtendenza rispetto alle evoluzioni degli M1 che risultano essere sempre più massicce. Ad esempio, il carro M1A2 System Enhanced Package Version 3 (Sepv3), la versione più moderna dell’Abrams attualmente in servizio, pesa circa 73,6 tonnellate, ovvero 10 tonnellate in più dell’M1 originale. Il peso dell’Mbt, unito alle sue dimensioni, impongono dei limiti alla quantità che se ne può trasportare all’interno di navi o aerei. L’ultima versione dell’Abrams è troppo pesante per essere trasportata da alcuni mezzi da sbarco e da tempo ci sono preoccupazioni su come il peso e le dimensioni del carro ne limitino la capacità attraversare i ponti, soprattutto in Europa. La questione non è di poco conto: recenti rapporti del Pentagono indicano che buona parte delle infrastrutture nell’Europa centrale non è adatta a sostenere un rapido dispiegamento delle forze qualora fosse necessario, e la problematica del peso degli Mbt non è affatto secondaria.

Tornando all’Abrams-X, The Drive ci informa che la spina dorsale del nuovo carro sarà il sistema digitale Katalyst Next Generation Electronic Architecture (Ngea). Esso collegherà tutti i suoi sottosistemi insieme e sarà particolarmente semplice aggiornarlo dal punto di vista dell’hardware e quindi modificare anche il software in modo che il carro armato possa rallentare la sua obsolescenza e possa essere adattato più rapidamente a nuove realtà tattiche e tecnologiche.

Sulla torretta sono presenti postazioni, oltre al cannoncino automatico, per installare altri sistemi e aumentarne la versatilità: lanciagranate di contromisura, sistemi di protezione attiva e sistemi di telecamere. Sembra esserci una suite di sensori avanzati per il conducente anche sulla parte anteriore dello scafo che potrebbe anche integrarsi con l’architettura di telecamere in torretta e fornire una visione a 360 gradi. Con l’aiuto della tecnologia a realtà aumentata questo consentirebbe all’equipaggio di “guardare attraverso” lo scafo del carro armato per un grande balzo in avanti nella consapevolezza situazionale (situational awareness) un po’ come avviene sui caccia di quinta generazione come l’F-35, dove il pilota riesce, attraverso i visori integrati nel caso, a guardare attraverso la cellula del velivolo. Il carro, quindi, userà anche un certo grado di intelligenza artificiale, come rilasciato dalla stessa General Dynamics in uno stringato comunicato stampa emesso il mese scorso: l’Abrams-X viene dato in grado di avere letalità, sopravvivenza, mobilità, teaming con equipaggio/senza pilota (MUM-T) e capacità autonome rese possibili dall’Ia.

Quello che sappiamo sul nuovo Mbt è comunque solo un assaggio, ovviamente, ma è evidente che la tecnologia digitale, Ia inclusa, lo rende in grado di collaborare con altri veicoli terrestri senza pilota e possibilmente interagire in tempo reale con altri mezzi sul campo di battaglia. Ci si avvicina quindi al concetto di “sistema di sistemi” terrestre, esattamente come avviene in campo aeronautico dove i futuri caccia di sesta generazione (Tempest, Ngad e il traballante Scaf) saranno in grado di comandare sistemi unmanned.

Sebbene l’Abrams-X rimanga un dimostratore tecnologico, al pari del nuovo carro tedesco recentemente presentato da Rheinmetall, il KF-51 “Panther” visto per la prima volta lo scorso giugno, l’esercito statunitense e gli alleati stanno sicuramente rivalutando il destino del carro armato e più in generale delle forze corazzate dopo gli eventi in Ucraina, che hanno dimostrato sia come questi sistemi siano ancora centrali nei conflitti terrestri, sia la loro fragilità verso le nuove armi e i nuovi concetti operativi ad esse associati. Se l’Abrams-X diventerà una realtà lo dirà solo il tempo e soprattutto la disponibilità finanziaria del Pentagono.

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