In Svezia, dove è in corso una delle guerre della droga più violente d’Europa – seconda, per numeri ed efferatezze, soltanto a quella in atto nelle strade di Francia –, le bande che competono a colpi d’arma da fuoco per il controllo del territorio stanno vivendo la loro epoca d’oro.
Un tempo in lotta per piccole somme di denaro e coinvolte in microcrimini, le bande svedesi sono oggi degli attori di caratura internazionale, emblematizzata dal rumoreggiato arrivo dei loro procacciatori di armi in Ucraina e dalle politiche dei paesi vicini – la Danimarca, preoccupata dal loro “export di violenza”, ha reimposto i controlli alla frontiera con la Svezia –, che stanno mettendo radici nelle istituzioni. E minacciano di far regredire la Svezia in un narco-stato.
L’ultimo obiettivo delle bande: la politica
La classe dirigente svedese fatica ad affrontare la narco-guerra, che ha trasformato la Svezia nel secondo paese dell’Unione europea per morti da arma da fuoco – 4 ogni milione di abitanti, a fronte di una media comunitaria di 1,6 –, e si ritrova adesso alle prese con una sfida che, parola del The Guardian ed Euractiv, ha reso la “violenza delle armi da fuoco la nuova normalità” e “minaccia di sovvertire lo stato di diritto”.
Fenomeno a lungo trascurato dalla politica e dalla stessa opinione pubblica, perché circoscritto alle cosiddette “aree vulnerabili” a composizione multietnica – tetto del 5,4% della popolazione nazionale, ma sede di oltre il 50% delle sparatorie –, il narco-conflitto è ora al centro di talk show, dibattiti parlamentari ed elezioni.
Parlando della guerra della droga, che nel solo 2022 ha prodotto 388 sparatorie e 90 attentati dinamitardi, per un totale di 61 morti, l’attuale primo ministro Ulf Kristersson ha dichiarato davanti alle telecamere di essere “abbastanza pessimista per il breve termine” e di credere che le cose siano destinate ad “andare molto, molto male”.
L’aumento dei morti innocenti, l’uccisione di personaggi pubblici, la caduta in servizio dei primi poliziotti, l’internazionalizzazione delle bande, i cui tentacoli vanno estendendosi dalla Danimarca all’Ucraina, e il crescendo dell’influenza del mafiaverso sulla politica locale hanno costretto i svedesi ad aprire gli occhi. L’Eden è diventato Inferno. E la guerra delle periferie dimenticabili dei dimenticati sta esondando verso i centri della medio-alta borghesia.

L’ultimo obiettivo delle bande: la politica
Le istituzioni locali sono entrate nel mirino delle famiglie mafiose e delle bande di strada che si contendono le strade svedesi. Nei suburbi problematici che circondano Stoccolma, come Botkyrka, i centri giovanili finanziati con capitale pubblico sono diventati dei nascondigli per armi e droga, dei siti di reclutamento per le organizzazioni criminali, ma anche dei luoghi in cui agganciare piccoli politici e accordarsi per la compravendita di voti.
La situazione in cui versano Botkyrka e la galassia di municipalità multietniche alle porte delle principali metropoli, da Stoccolma a Malmö, sta spingendo i consigli a chiudere centri di aggregazione pensati per combattere il degrado e la polizia ad aprire fascicoli d’indagine su presunte collusioni della politica locale col crimine organizzato.
A Botkyrka, una delle municipalità più sensibili dell’area stoccolmese, il 2023 si è aperto con un golpe in miniatura: la sfiducia alla socialdemocratica Ebba Östlin, presidentessa della giunta, nel contesto di una lotta intrapartitica. Ordinaria amministrazione, in apparenza, fino a quando dei giornalisti investigativi non hanno scoperto il ruolo giocato dalle bande, alla ricerca di vendetta per la sua campagna anticrimine, nella detronizzazione. Succede non in Messico, il narco-stato par excellence, ma nel cuore d’Europa.
Il caso Botkyrka ha sollevato un polverone mediatico, al quale è seguita la nascita di un comitato investigativo, rispondente al Ministero della Giustizia, deputato alla ricerca di prove sulle presunte interferenze delle bande nei processi della politica locale: dalle elezioni alle votazioni.
Quanto accaduto a Botkyrka ha dei precedenti, giacché un altro capo municipio fu detronizzato in maniera identica nel 2017 e le municipali del 2018 furono sabotate da roghi, violenze e intimidazioni – risultato: la partecipazione elettorale più bassa in cinquant’anni –, non è un caso isolato, perché le bande stanno interferendo politicamente anche in altre municipalità, e i socialdemocratici non sono l’unico partito accusati di collusione col crimine organizzato, visto che i moderati hanno vissuto simili scandali.
Non è dato sapere quando le bande abbiano iniziato a mostrare degli interessi politici. Certo è che già nel 2011, a Sodertalje, le forze dell’ordine sgominavano una cospirazione criminale avente come obiettivo l’ingresso nella politica locale. Come altrettanto certo è che non siano soltanto le municipalità a sperimentare il problema: a Göteborg, stando ad un’indagine datata 2021, la corruzione di politici, dipendenti pubblici e autorità ad opera delle bande è tale da permettergli di vendere droghe all’aperto e di nascondere armi e stupefacenti nelle insospettabili proprietà comunali.
I numeri della guerra della droga
I numeri del mafiaverso svedese, che uccide nel nome del Snabba cash – i soldi facili –, sono il corredo necessario di ogni disamina sul tema. Perché non si potrebbe comprendere pienamente l’ampiezza del problema, che è valso alla Svezia una serie di record negativi – è l’unico paese Ue in cui gli omicidi con armi da fuoco sono aumentati incessantemente dal 2000 –, senza mostrarne le cifre su morti, feriti, attentati e sparatorie:
- 388 sparatorie e 90 attentati dinamitardi, per un totale di 61 morti, nel 2022;
- Più di 400 attentati con esplosivo nel periodo 2018-21;
- 1.674 sparatorie nel periodo 2017-21, che hanno causato 220+ morti e 600+ feriti;
- 46 innocenti uccisi nel periodo 2011-20, 8 dei quali non ancora in età adolescenziale – come una dodicenne colpita fatalmente da un proiettile vagante il 3 agosto 2020 –, per sfortuna o per scambi di persona;
- un maschio svedese nella fascia d’età 15-29 anni ha una probabilità dieci volte maggiore di essere raggiunto da un proiettile rispetto a un coetaneo tedesco;
Una sparatoria ogni due-tre giorni a Stoccolma. Un centinaio di detonazioni l’anno in tutto il paese, la maggior parte delle quali restano impunite. Un esercito di circa 9-12.000 gangster, agli ordini di 40 famiglie mafiose e di 500 bande di strade, che sfida quotidianamente un sistema giudiziario eccessivamente liberale e delle forze dell’ordine impreparate. La Svezia contemporanea è un caso esemplare, potente e suggestivo di quello che può succedere a seguito del fallimento dei progetti di ingegneria sociale, quali sono gli esperimenti di integrazione.