C’è una strana storia che riguarda la Chiesa dell’unificazione, un movimento religioso sudcoreano fondato in Corea del Sud dal Reverendo (e autoproclamato Messia) Sun Myung Moon nel 1954. Un quarto di secolo fa, questa singolare organizzazione religiosa, che conta fedeli ad ogni latitudine – e che presenta riferimenti biblici e altre influenze che si rifanno in modo ampio al confucianesimo coreano e ad altri culti locali – ha acquistato un remoto pezzo di terra in Paraguay.
Il suo obiettivo era abbastanza intuitivo: creare un’oasi di pace per i seguaci in America del Sud. Oggi quello spazio pare essersi trasformato in un hub per il traffico di droga globale. La vicenda è stata ricostruita nel dettaglio da un’inchiesta di Reuters.
Nel luglio dello scorso anno, una trentina di agenti antidroga paraguaiani hanno fatto irruzione in cinque piste di atterraggio situate in una vasta area boscosa conosciuta come Chaco. Le piste erano finite sotto i riflettori delle autorità in quanto siti di atterraggio degli aerei utilizzati dai trafficanti di droga della regione latinoamericana. Chaco è di fatto recentemente diventato uno snodo chiave di trasbordo per le bande che trafficano cocaina andina verso i mercati europei, un business peraltro in forte espansione. Ebbene, quattro delle cinque piste in questione si trovavano su terreni di proprietà della Chiesa dell’Unificazione.
Un hub per il traffico di cocaina
Il defunto Sun Myung Moon divenne uno dei più grandi proprietari terrieri privati del Paraguay quando, 25 anni orsono, acquistò il terreno del Chaco come parte di un’espansione religiosa e commerciale in America Latina.
Le autorità paraguaiane non hanno trovato droga o aerei durante l’operazione nelle piste, né hanno effettuato arresti. Tuttavia, nei paraggi c’erano baracche rustiche con provviste di base, letti e apparecchiature radio.
L’aspetto più importante è che non sono emerse prove che la Chiesa dell’Unificazione o i suoi membri fossero coinvolti nel traffico di droga nel mirino raid, o che questa controllasse le piste di atterraggio nel Chaco, un’area che le autorità del Paraguay descrivono come senza legge.
Michelle Byun, avvocato dell’Associazione dello Spirito Santo per l’unificazione del cristianesimo mondiale, come è formalmente conosciuta la filiale paraguaiana della chiesa, ha detto in una dichiarazione che la chiesa è a conoscenza di attività illegali sul suo territorio e sta collaborando con le forze dell’ordine.
L’espansione della Chiesa dell’Unificazione
La Chiesa dell’Unificazione è una grande potenza in questa regione indisciplinata. Il citato Moon, il fondatore, visitò per la prima volta il Chaco negli anni Novanta. Un decennio più tardi acquistò un terreno di circa 600mila ettari da un conglomerato agricolo argentino, pagando 22 milioni di dollari per un’area circa dieci volte più grande di Manhattan.
Il punto è che, al netto dei problemi (e degli scismi) dell’organizzazione religiosa, l’espansione della Chiesa stessa si è involontariamente intrecciata con un’analoga espansione, silenziosa e per questo anche invisibile, pianificata dai narcos locali.
Secondo l’agenzia antinarcotici paraguaiana Senad, le incursioni del 6 luglio 2022 facevano parte di un’indagine nazionale su una banda di contrabbandieri guidata dal presunto trafficante Miguel Ángel Servín. Servín era stato arrestato nel 2021 con l’accusa di traffico di droga e associazione a delinquere. L’indagine è iniziata con il sequestro di 3,4 tonnellate di cocaina nel 2020 da parte della polizia belga ad Anversa, il principale porto d’ingresso della droga in Europa. Il materiale, nascosta in un carico di carbone prodotto nel Chaco, è stato fatto risalire al Paraguay.
Al momento Servín rimane in prigione, in attesa del processo, anche se il suo avvocato ripete che il suo cliente sarebbe innocente. In ogni caso, diversi personaggi della politica paraguaiana con stretti legami con la Chiesa sono stati condannati per crimini legato alla droga. I media sottolineano come in Paraguay, dove l’acquisizione del Chaco è da tempo controversa, la Chiesa ha coltivato stretti legami con presidenti, politici e giudici della Corte Suprema. Ad alcuni sono state concesse posizioni di rilievo nella chiesa o nelle sue numerose organizzazioni derivate.