La transizione ecologica ha nella decarbonizzazione la sua più celebre e discussa sfida. La recente approvazione della “legge climatica” comunitaria che impone ai Paesi Ue di tagliare del 55% rispetto ai livelli del 1990 le emissioni di anidride carbonica dell’anno 2030 è solo l’ultima, per quanto più significativa, di una lunga serie di iniziative con cui i Paesi ad economia avanzata, le imprese e le società del pianeta si stanno adoperando per ottimizzare consumi e sprechi.
La decarbonizzazione può essere, contrariamente a certi dogmi semplicistici, comunque coniugata con prospettive di tutela e salvaguardia di quote di produzione e sviluppo economico. La chiave sta sempre nella capacità di promuovere uno sviluppo tecnologico tale da dare un substrato realistico alle aspettative della transizione. Che dovrà rendere più sostenibili interi comparti economici, settori industriali ad alto impatto ambientale, modi di produzione, stili di vita, mezzi di trasporto, catene logistiche permettendo di creare una diretta correlazione tra gli investimenti di Stati e imprese nella sostenibilità e la loro conquista di fasce più appetibili delle catene del valore.
Questo previsto riassestamento nella catena del valore globale sarà tanto più rapido – e a favore di chi vi si impegnerà a fondo – quanto più sapremo servirci delle informazioni a nostra disposizione, coordinando strategie e prassi orientate alla riduzione degli sprechi e all’utilizzo di risorse a basso impatto. Tecnologie che, per alimentare la crescita economica, migliorino programmaticamente il monitoraggio sulle modalità della generazione e della distribuzione dell’energia e di altre risorse ambientali.
La partita cruciale per il progresso nel campo della transizione su cui l’Ue ha voluto assumere una posizione di primo piano passa anche per lo sviluppo di una cultura industriale di estrema specializzazione per ottimizzare l’innovazione in materia. Le aziende e le utilities sono le protagoniste di questa partita sistemica, ma necessitano di essere accompagnate perché la decarbonizzazione avvenga promuovendo, al tempo stesso, sviluppo economico e tutela ambientale. L’applicazione graduale delle tecnologie di efficienza energetica e ottimizzazione può aiutare svariati settori, dalla siderurgia alla meccanica, a ridurre l’impatto ambientale.
Tecnologie di manutenzione predittiva e algoritmi di monitoraggio possono migliorare il rendimento delle macchine
CESI è tra le società protagoniste della consulenza e del sostegno alle imprese che, muovendosi con un obiettivo di lungo periodo di un’alimentazione 100% a rinnovabili, nel frattempo sostiene permettendo loro di ottimizzare i metodi di alimentazione degli impianti e un’efficiente gestione dei prodotti basati su fonti fossili e non rinnovabili. Matteo Codazzi, ad di CESI, ha dichiarato a Nuova Energia che una delle sfide da vincere sarà l’ottimizzazione del metodo di generazione fondato su rinnovabili: “L’aumento della generazione non sincrona, come quella legata ad alcune fonti rinnovabili, dev’essere accompagnato da opportune azioni per non far diminuire l’inerzia del sistema, ovvero per assicurare una continuità costante di energia, minimizzando la potenziale volatilità legata alla non programmabilità intrinseca delle rinnovabili”.
Decarbonizzare fa rima con innovare: CESI risulta in testa al gruppo di società italiane che sono attive nel sostenere questo circolo virtuoso. Nella consapevolezza che questo scenario può contribuire a migliorare economicamente l’intero sistema nazionale, estremamente energivoro e legato ai flussi provenienti dall’estero. L’Italia è infatti essenzialmente un’economia di trasformazione affamata di risorse energetiche che alimentano l’industria nazionale orientata all’export: migliorare il “denominatore” dell’equazione, cioè i costi dell’energia per le imprese e le utilities, ottimizzerà il risultato finale, ovvero i ritorni economici dell’attività produttiva e industriale.
La decarbonizzazione su cui CESI punta con forza e alla cui volta si sta muovendo potrà essere realizzata passo dopo passo: ma l’efficienza e l’efficacia di un sistema passano anche dal graduale avanzamento della consapevolezza del valore strategico di queste best practices e dell’inderogabilità di una svolta che non è solo di grande importanza per l’ambiente. Ma ha profonde e decise implicazioni a livello di business.