Il tema della sicurezza delle centrali nucleari in Belgio torna al centro delle cronache dopo la notizia, diffusa nelle scorse settimane, di una perdita di liquido nel reattore 1 della centrale di Doel, al confine con i Paesi Bassi. Si tratta di una centrale la cui sicurezza è già stata messa in dubbio da diversi autorevoli esperti, come dimostrato per tempo da Gli Occhi della Guerra .
Lo scorso 23 aprile alle 6 del mattino nell’impianto nucleare che sorge sulle rive del fiume Schelda è stata registrata una perdita di acqua in corrispondenza della saldatura di un condotto in uno dei sistemi di raffreddamento del reattore. Si tratta di un meccanismo deputato al pompaggio di acqua addizionale in caso di emergenza. Il reattore è stato subito spento e lasciato raffreddare ma ci sono voluti diversi giorni prima di poter identificare il problema. L’Agenzia federale belga per il controllo dell’energia nucleare (Fanc, ndr) ha fatto sapere che sono fuoriusciti circa 6mila litri ma che il liquido non è giunto all’esterno della struttura e che nessuno è rimasto ferito. L’incidente è stato classificato con il grado più basso nella scala di pericolosità INES (International Nuclear Event Scale) ma il capo della Fanc Frank Hardeman ha comunque parlato di un evento “eccezionale e anormale” .
Per poter procedere alla sostituzione del pezzo danneggiato occorre svuotare il reattore del combustibile nucleare e potrebbero volerci dei mesi prima di conoscere la esatta causa della perdita. Ad ogni modo è sicuro che il reattore – che fa parte della più antica centrale nucleare belga, il cui spegnimento è previsto per il 2025 – rimarrà inattivo almeno fino al 1 ottobre.
La preoccupazione degli olandesi
L’incidente ha suscitato proteste e preoccupazioni fra le popolazioni dei villaggi circostanti la centrale di Doel, soprattutto nei Paesi Bassi . Parlando con la testata belga Gazet Van Antwerpen, Eric De Regt, consigliere nella municipalità olandese di Roosendaal, a pochi chilometri da Doel, esprime tutta la propria preoccupazione: “Siamo abituati a ricevere rapporti regolari sui problemi tecnici a Doel ma finora ad ora non era mai successo nulla nella parte nucleare del reattore. La scorsa settimana invece questo è successo e la gente è spaventata, nonostante tutti i rapporti in cui ci è stato assicurato che la salute pubblica non è mai stata in pericolo”. De Regt ha inoltre anticipato che diversi amministratori locali dei Paesi Bassi si stanno muovendo in modo coordinato per mettere pressione alle autorità belghe affinché i reattori di Doel vengano spenti prima del termine previsto per il 2025.

Le proteste, però, non sono state registrate solamente nei Paesi Bassi: anche in Belgio. Alcuni deputati della sottocommissione per il Nucleare hanno criticato la Fanc, accusata di aver comunicato i problemi tecnici alla centrale solo in risposta alla pressione dei media, senza informare la cittadinanza con la dovuta tempestività .
Una criticità simile, peraltro, era stata riscontrata nel corso di un incidente di gravità minima alle pompe di sicurezza del reattore 2 della centrale nucleare di Tihange, al confine con la Germania, avvenuto lo scorso 25 aprile e comunicato sul sito della Fanc solamente il 7 del mese successivo.
I problemi ai recipienti in pressione
Gli incidenti avvenuti a fine aprile a Doel e a Tihange, però, paiono ben poca cosa se confrontati con le criticità riscontrate da diversi esperti nei recipienti in pressione del reattore 3 alla centrale di Doel e del reattore 2 in quella di Tihange. Secondo professor Walter Bogaerts, docente di ingegneria dei materiali e di ingegneria nucleare nella prestigiosa università di Lovanio, questi reattori andrebbero chiusi immediatamente a causa del continuo aumentare, in numero e in dimensione, delle tante crepe nelle pareti d’acciaio dei recipienti presi in esame. Crepe che, nella visione di Bogaerts, sono spiegabili unicamente con il proseguimento delle attività dei reattori.
Per mesi tanto le autorità olandesi che quelle tedesche hanno avvertito le popolazioni delle zone al confine con il Belgio di tenersi pronte per un’eventuale incidente nucleari di proporzioni importanti, avviando programmi di prevenzione per contenere i danni collaterali e distribuendo gratuitamente pillole di iodio.
La situazione resta molto critica soprattutto per quanto riguarda la centrale di Doel, che come è noto sorge a brevissima distanza dal gigantesco porto di Anversa e dai suoi impianti chimici e petroliferi.