Sogni di diventare fotografo?
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Nata a Milano nel 1968, Alessia Paladini inizia la sua carriera nel mondo dell’arte lavorando per la casa d’aste Sotheby’s. Collabora poi con Photology, avanguardia nel mondo delle gallerie di fotografia nel mercato italiano, con Galleria Forma e Contrasto Gallery. Cura numerose mostre per autori sia famosi sia emergenti quali Mario Giacomelli, Sebastiao Salgado, Irene Kung, Massimo Siragusa, Alessandro Imbriaco, Kenro Izu, Elliott Erwitt, Alex Webb, Bill Armstrong. Nel 2021 inaugura la Alessia Paladini Gallery, uno spazio di esposizione innovativo dedicato alla fotografia in tutte le sue forme.

Per te le fotografie sono pezzi d’arte e da collezionismo. Quale è la differenza di approccio alla fotografia nel tuo lavoro rispetto all’ambito editoriale?

A mio parere, ritengo che la differenza principale sia a livello narrativo. Una fotografia “da collezionismo” deve avere una sua forza come opera singola, vivere “bene” da sola. Non è dunque una questione di soggetto a rendere una fotografia più adatta al collezionismo: ci sono fotografie di reportage molto forti che sono diventate delle icone nel mondo del collezionismo fotografico.

Qual è la situazione del mercato fotografico in Italia e all’estero?

Il mercato della fotografia in Italia è in costante evoluzione, sebbene sia ancora lontano dai livelli europei – soprattutto dalla Francia, dove il collezionismo di fotografia è solido e consolidato – e internazionali, e mi riferisco al mercato statunitense, anch’esso molto forte. La fotografia come oggetto di collezionismo si sta sempre più affermando anche grazie all’ingresso ormai acquisito della fotografia nei musei e negli spazi espositivi istituzionali. Il collezionista che si avvicina a questo mercato si sente rassicurato se la fotografia è protagonista di grandi mostre pubbliche.

Nella tua galleria hai voluto dare spazio alle fotografe donne. Ritieni che ci sia una disparità di genere anche nella fotografia da collezionismo?

La mia galleria ha un focus rivolto alle fotografe donne, ma non intende creare un “ghetto” femminile: ho la fortuna di avere anche molti bravissimi fotografi uomini tra le proposte della galleria. Di sicuro, e mi duole ammetterlo, ancora oggi nel 2021 le donne hanno maggiori difficoltà – in qualunque campo – ad affermarsi. Non fanno eccezione l’arte e la fotografia, ambiti nei quali le donne influenti sono ancora un’esigua minoranza. Di sicuro il vantaggio di essere donna è intrinseco nell’essenza del femminile: le donne sono più tenaci, determinate, proprio perché pronte da sempre ad affrontare difficoltà maggiori rispetto agli uomini. È un argomento complesso e vastissimo. Io credo però che la qualità e l’originalità siano sempre premiate; nel mio piccolo spero di dare un contributo in questo senso.

Esiste un percorso preciso che porta un fotografo a realizzare pezzi da collezione piuttosto che lavorare nell’editoria?

Direi di no, non esiste un percorso preciso, piuttosto direi che il fattore principale parta dal fotografo e dai suoi interessi. Peraltro, un percorso non esclude l’altro: ci sono lavori di uno stesso fotografo più adatti al mercato editoriale, altri al collezionismo. Poi credo che chi desideri misurarsi con il mercato del collezionismo non debba forzare la propria creatività per rendersi più “artistico”; piuttosto dovrebbe comporre il proprio portfolio in modo chiaro e leggibile e provare a proporlo.

Sulla base di quali criteri selezioni le fotografie da includere nella tua galleria e da proporre ai collezionisti?

Il criterio principale è il mio gusto personale: propongo solo artisti e opere che appenderei in casa mia. Alcuni degli artisti che propongo li ho “scoperti” in fiere o festival, altri in occasione di letture di portfolio. Trovo che sia importante per un gallerista tenere gli occhi “allenati”: mostre, riviste, i social network, sono tutte fonti che possono portare alla scoperta di nuovi talenti da proporre in galleria.

Una volta che hai individuato un autore, come lavori insieme a lui/lei per allestire una mostra?

Cerco di conciliare la creatività dell’artista con le esigenze più pratiche legate allo spazio dove si allestisce la mostra; insieme si decidono i formati delle opere, le cornici ed il montaggio. È inoltre importante creare la sinergia nella comunicazione. I social network hanno un ruolo ormai imprescindibile e anche da questo punto di vista la collaborazione tra artista e gallerista è fondamentale per dare risalto a nuove opere, mostre o altri eventi.

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