Andrea Iacomini è portavoce dell’UNICEF Italia. Giornalista di origini abruzzesi, è nato a Roma nel 1974 e sarà tra i prossimi ospiti del corso “Diventa reporter ora” di Daniele Bellocchio organizzata da InsideOver. Con lui parliamo delle sfide del giornalismo sul campo e della necessità di confrontarsi con le organizzazioni non governative.

In che misura i giornalisti che lavorano in terreno di crisi possono avere in ONG e organizzazioni non governative un interlocutore?

Le organizzazioni umanitarie sul campo, lavorando a stretto contatto con le popolazioni colpite e ascoltandone i loro bisogni, possono avere una visione unica delle crisi e di come queste hanno un impatto sui bambini e sulle famiglie più vulnerabili. Conducono inoltre un lavoro di analisi e di reportistica fondamentale per capire la portata dei bisogni. Queste informazioni sono cruciali per qualsiasi giornalista che voglia parlare di un contesto di crisi. Inoltre, le organizzazioni umanitarie sono una fonte di informazione anche sulle crisi meno mediatiche. Penso alla tragedia in Yemen, una delle peggiori crisi umanitarie al mondo, in cui 8 anni di conflitto feroce, l’economia al collasso e un sistema di sostegno sociale paralizzato stanno colpendo duramente i servizi essenziali. Le organizzazioni come l’UNICEF rimangono lì anche quando i riflettori si spengono.

Al contempo, ONG e organizzazioni umanitarie possono avvalersi del lavoro dei reporter come sostegno informativo?

I giornalisti possono e devono giocare un ruolo fondamentale nel dar voce ai bisogni dei bambini e delle popolazioni più vulnerabili. Senza il loro potere di amplificazione e di sensibilizzazione, le loro voci rimarrebbero inascoltate. Il lavoro delle testate giornalistiche è preziosissimo: sono spesso in prima linea quando avviene una catastrofe, sostenendo gli appelli e le richieste delle organizzazioni sul campo.

Che prospettive offre il dialogo tra stampa e mondo umanitario per promuovere le cause di entrambe le parti?

Un’informazione indipendente, accurata e attenta ai bisogni dei più deboli deve essere alla base delle azioni di entrambe le parti. Un dialogo impostato su queste premesse, non può che essere proficuo e generatore di un circolo mediatico virtuoso. In Italia, quest’anno abbiamo rinnovato un protocollo d’intesa con la Federazione Nazionale della Stampa Italiana, già avviato nel 2021, che prevede la realizzazione di un secondo ciclo di moduli formativi per giornalisti e l’organizzazione di tavole rotonde di approfondimento di tematiche specifiche. Gli incontri – rivolti a giornaliste e giornalisti iscritti all’Ordine – vedono alternarsi, al tavolo dei relatori, cronisti ed esponenti della FNSI, esperti internazionali e italiani UNICEF, giovani testimoni che condivideranno esperienze e buone pratiche. Un dialogo aperto e sempre proficuo.

Quali rischi comporta, per ONG e organizzazioni umanitarie, trovarsi a lavorare in situazioni delicate o in contesti segnati da crisi belliche?

I rischi sono molti: in primo luogo quello di rimanere uccisi o gravemente feriti. Purtroppo, non sono rari i casi in cui le parti in conflitto non rispettano il diritto internazionale umanitario e colpiscono i civili e le organizzazioni umanitarie che lavorano sul campo. Lo staff sul campo va incontro a pericoli di protezione e sicurezza, ma, nonostante ciò, è pronto a correre questi rischi per raggiungere i bambini, anche nelle zone più remote. Secondo i dati delle Nazioni Unite, nel 2022 sono stati attaccati 444 operatori umanitari: 116 uccisi, 143 feriti e 185 rapiti.

Sono necessari anche dei precisi protocolli comunicativi da concordare con le parti in causa?

I media svolgono un ruolo cruciale nella tutela dei diritti dei bambini. L’UNICEF e i suoi partner stanno lavorando per migliorare la comprensione dei diritti dei bambini da parte dei media e per garantire che le prassi dei media siano allineate con gli standard etici di informazione, come dimostra il protocollo con l’FNSI. I media che si occupano di bambini e ragazzi non dovrebbero mai metterli a rischio. L’UNICEF ha sviluppato, a livello internazionale, principi e linee guida per aiutare i giornalisti a raccontare i problemi dei bambini in modo da poter rispondere all’interesse pubblico senza comprometterne i loro diritti.


Andrea Iacobini, portavoce dell’UNICEF Italia, sarà tra gli ospiti del corso “Diventa reporter ora” con Daniele Bellocchio. Ci spiegherà il rapporto tra giornalismo e organizzazioni non governative. Scopri gli altri ospiti e iscriviti


Il dialogo di cui si parlava tra mondi diversi può essere, a suo avviso, uno strumento di promozione della libertà di espressione e di stampa nel mondo?

Certamente: la libertà passa prima di tutto per la consapevolezza. È un percorso difficile e complesso, in cui è necessaria un’azione multisettoriale e a diversi livelli. Per ottenere dei risultati duraturi, c’è bisogno di collaborazione e corresponsabilizzazione. È un nostro dovere sia come individui che come comunità.

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